Venerdì, 03 Aprile 2020

Sospensione mutui prima casa: ecco chi resta fuori dalla moratoria

Nel Decreto "Cura Italia" è stata ampliata la platea di può chiedere la sospensione del mutuo prima casa, ma alcuni soggetti resteranno fuori.

Tra le tante misure di sostegno alle famiglie italiane duramente colpite dall'emergenza sanitaria varate col Decreto "Cura Italia" c'è anche, e soprattutto, la sospensione delle rate dei mutui prima casa. Tuttavia la norma prevede alcune limitazioni e non tutti potranno accedere a questa possibilità.

Sono escluse dalla moratoria, infatti, le famiglie che hanno acquistato la propria abitazione più recentemente, precisamente dopo marzo 2019, oppure anche per tutte quelle giovani coppie, spesso con un componente under 35, per cui è stato attivato il Fondo nazionale di garanzia mutui prima casa per accedere al finanziamento. 

Il famoso Decreto 18/2020, infatti, ha esteso la possibilità di chiedere la moratoria sui mutui prima casa ai lavoratori dipendenti sospesi dall’attività (o in cassa integrazione) per un periodo di almeno 30 giorni (con una durata progressiva, fino a un massimo di 18 mesi); ai lavoratori che hanno subìto una riduzione dell’orario per almeno il 20 per cento (con una durata progressiva, fino a un massimo di 18 mesi); ai lavoratori autonomi e liberi professionisti che autocertifichino «[...] un calo del proprio fatturato superiore al 33% del fatturato dell’ultimo trimestre 2019» (per un massimo di nove mesi).

Ma ci sono una serie di norme che limitano la platea dei potenziali richiedenti. La moratoria non si può chiedere nel caso che l’immobile oggetto del mutuo sia identificabile come «prima casa» (adibito quindi ad abitazione principale dello stesso mutuatario); che l’immobile non abbia le caratteristiche di lusso indicate nel decreto del Ministero dei lavori pubblici in data 02/08/1969 (non deve pertanto rientrare nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9); che il mutuo non sia di importo superiore ad 250.000€;  che il mutuo sia in ammortamento da almeno un anno; che per la stipula non si abbia usufruito di agevolazioni pubbliche.

Prima di presentare domanda, comunque, è bene valutare se la sospensione conviene davvero. Infatti in caso di accetazione, al mutuatario sarà comunque richiesto di provvedere al pagamento del 50% degli interessi (incluso lo spread), per poi ripartire con l’ammortamento da dove si era lasciato e prolungando la durata del mutuo per un tempo pari alla sospensione concessa. 

Leggi tutto...

Retail fiaccato dal Coronavirus: nel 2020 fatturato in calo del 25%

Secondo uno studio di Scenari Immobiliari, uno dei primi settori ad essere colpito dall'emergenza Coronavirus è il commercio al dettaglio.

Commercio al dettaglio e hotel sono i primi settori a essere colpiti duramente dall'emergenza Coronavirus. A registrare i primi effetti collaterali del "lockdown" italiano è Scenari Immobiliari nel consueto rapporto sul commercio: l'istituto prevede un deciso calo del fatturato a livello globale, e ovviamente anche in Italia, con un rimbalzo solo nel 2021

Dal report emerge che la quarantena e la chiusura forzata di tutte le attività causerà in Italia un crollo del fatturato a 6,7 miliardi quest'anno (-25%) dopo che il 2019 si era chiuso con numeri molto positivi e una crescita a 9,2 miliardi di euro (+3,4%).

La piccola distribuzione è ovviamente il settore che più di tutti sta soffrendo l'emergenza sanitaria. Fatta eccezione per i negozi di alimentari, che restano aperti anche durante questa crisi perché considerati come servizi essenziali, e tutte quelle attività che si sono attrezzate per le consegne a domicilio, tutte gli altri negozi sono costretti a tenere le saracinesche abbassate. 

In Europa il calo era già iniziato lo scorso anno, quando si è registrato un fatturato di 42,1 miliardi di euro, in calo del 28% sul 2018. Nel il 2020, anche a causa della crisi sanitaria del Coronavirus, si prevede un’ulteriore contrazione degli investimenti del 30%. Una veloce ripresa potrebbe arrivare anche nella prima metà del 2021

 

Leggi tutto...

Banche, notai e mutui: cosa si può fare durante la quarantena

I Decreti emanati per affrontare l'emergenza sanitaria hanno rallentato le attività delle agenzie: stop alle visite degli appartamenti, ma stipule ancora possibili

L'emergenza Coronavirus ha rallentato, se non addirittura bloccato, interi settori. Fra questi anche quello dell'immobiliare. Le agenzie non sono infatti considerate un servizio essenziale e, di conseguenza, con i Decreti di Marzo emanati per contenere il contagio, sono state costrette a sospendere le proprie attività. Ma si continua a lavorare in smart working. Durante la quarantena, quindi, cosa si può e cosa non si può fare per i professionisti del mondo immobiliare?

Niente visite in appartamento Se la parola d'ordine è "restate a casa" e permane il divieto si assembramenti, è ovviamente scontato che è impossibile fare visite agli appartamenti. La soluzione in questo caso arriva da tutti gli strumenti digitali a disposizione per poter visitare "virtualmente" l'immobile di proprio interesse, comodamente seduti al pc: render 3D, foto a 360 gradi e virtual tour in primis.
 
Perizie sì, ma... Non sono vietate, ma inevitabilmente anche il lavoro dei periti nella valutazione degli immobili prosegue con grande fatica ed ostacoli. Esiste la possibilità di perizie a distanza e tramite foto e video, ma è un’opzione che deve essere approvata dalla banca.
 
Banche aperte Gli istituti di credito sono stati riconosciuti come servizio essenziale. Le filiali sono quindi aperte ma con molte restrizioni: si può accedere solo per appuntamento, gli ingressi nei locali sono limitati, gliportelli aperti solo per assistenza ai clienti e non sono possibili le attività commerciali.
 
Ma i mutui? Anche se le banche sono aperte, il settore dei mutui rappresenta un caso a parte. L’operatività, infatti, "è garantita solo nei casi di particolare urgenza. Nei casi in cui non ci siano scadenze imminenti, diversi istituti si stanno attrezzando per mantenere un contatto con i mutuatari (attuali o potenziali)”.
 
Le stipule Ulteriori limitazioni nel caso della stipula del contratto. Il notaio continua ad operare in quanto pubblico ufficiale, ma questo non sarebbe possibile in caso di sua positività al Covid-19 o delle controparti: “Ferme restando urgenza e necessità (cioè i principi che devono orientare ogni movimento), la stipula potrebbe saltare perché non tutti gli interessati sono disponibili a un incontro”.
Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS