Le Corbusier: il maestro del Movimento Moderno

Le Corbusier: il maestro del Movimento Moderno

Le Icone dell'Architettura - 15°Puntata: Le Corbusier

Un grande artista, ma anche scultore, pittore, urbanista e perfino scrittore. Charles-Edouard Jeanneret, in arte Le Corbusier, è stato uno degli architetti più proficui e influenti del secolo scorso, che ha operato in tutto il mondo e ci ha lasciato in eredità opere memorabili che ancora oggi vengono studiate dalla storia dell’arte e del design.

Pur essendo nato in terra Svizzera, è francese di adozione. Ha infatti scelto Parigi non solo per la formazione, ma anche per tutte le sue attività critiche e per concepire i suoi progetti più significativi. Il suo pseudonimo “Le Corbusier”, è nato nel 1920, all’età di 33 anni, usato per firmare gli articoli pubblicati su L’Esprit nouveau, rivista fondata con l'amico pittore Amédée Ozenfant.

È stato definito il maestro del movimento moderno: il suo lavoro, infatti, è stato caratterizzato da una forte enfasi sulla funzionalità e sull'uso della tecnologia moderna, come il cemento armato e l'acciaio, per creare edifici efficienti e puliti.

IL PENSIERO DI LE CORBUSIER

Per comprendere il pensiero e la produzione di Le Corbusier è importante partire dal concetto storico: la Prima Guerra Mondiale è appena finita, l’Europa è stretta tra il lutto e la voglia di ripartire. Centrale diventa il tema della riconversione e ricostruzione con nuove esigenze abitative dettate dall’esponenziale crescita della popolazione urbana.

A problemi tanto complessi l’architettura moderna offre soluzioni razionali: i nuovi edifici, nelle nuove città, devono essere innanzi tutto funzionali, assolvere pienamente allo scopo per cui sono costruiti, devono essere realizzati in modo rapido e seriale, per tenere dietro alla velocità di espansione territoriale e demografica, devono costare poco senza scadere in qualità.

Ciò che sta a cuore a Le Corbusier è proprio questo:  l’organizzazione dello spazio urbano in maniera tale che la città possa ospitare una massa di lavoratori di qualsiasi classe sociale. Ma non solo: centrale è anche la sfida di progettare edifici non solo in grado di accogliere un gran numero di persone, ma anche di rispondere alle loro esigenze collettive.

Egli concepì la struttura architettonica creata dall’interno, senza interessarsi più tanto dei rapporti con l’esterno. Le Corbusier mette quindi l’uomo al centro della casa: intorno ad esso l’architetto di origine svizzere sviluppa una scala di proporzioni e quindi un modulo abitativo in cui ogni parte della casa fosse perfettamente proporzionata e che potesse essere potenzialmente riprodotto all’infinito.

 

 

I 5 PUNTI DELLA NUOVA ARCHITETTURA

Le innovazioni strutturali teorizzate da Le Corbusier sono riassumibili in 5 punti fondamentali che sono anche i cardini dell’architettura razionalista. Il celebre architetto li enuncia nel 1923 in un trattato organico, ‘Verso una Architettura’. Quali sono quindi i 5 principi che devono guidare la mente e la mano dell’architetto?

  1. I pilotis, pilastri sottilissimi che sorreggono l’edificio e lo sollevano dal suolo. Questa scelta comporta l’eliminazione del pianterreno.
  2. Il toit terrasse, ovvero il tetto a terrazza, con giardino pensile e lucernario. Basta spioventi e via libera a nuove superfici da restituire allo spazio vitale.
  3. La fenêtre en longueur, una lunghissima vetrata orizzontale che attraversa tutte le superfici perimetrali. Non più quindi una semplice apertura nel muro ma la sostituzione della parete stessa con una membrana leggera e trasparente.
  4. Il plan libre, cioè piante dei vari piani dell’edificio libere e indipendenti l’una dall’altra, ognuna con la disposizione degli ambienti adatta alla sua funzione.
  5. La façade libre, la facciata libera. Tutte le superfici esterne hanno uguale dignità e diversa funzione.

LE OPERE PIÙ FAMOSE

Le Corbusier è famoso per aver realizzato una serie di progetti urbani, opere architettoniche pubbliche e private che hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell'architettura nel Novecento. 

La Villa Savoye è uno dei capisaldi del razionalismo architettonico europeo. Si tratta della residenza di campagna del ricco finanziere Pierre Savoye. La casa si posa sul prato, vicino al bosco, con leggerezza e delicatezza. I pilotis sollevano da terra il corpo centrale elevandolo sulla linea dell’orizzonte. L’unica facciata, scandita sui quattro lati, è attraversata da una fascia continua di vetro. La natura non subisce interruzioni: alberi, foglie, cielo, luce “entrano” nella casa, quasi la completano. La natura vive anche all’interno, nel giardino sospeso al livello delle camere. La copertura è un solarium, coronato da pareti-separé che hanno lo scopo di generare zone d’ombra e all’occorrenza di riparare dal vento, incanalandolo senza bloccarlo.

La Ville Radieuse è, invece, il progetto per una città di un milione e mezzo di abitanti. Fondamentale è  lo “zoning”, cioè una netta separazione degli spazi rispetto alle funzioni (residenziale, governativa, produttiva) e dei percorsi, soprelevato quello autostradale, al suolo quello pedonale, sotterraneo quello del trasporto pubblico. I grattacieli, edifici che si sviluppano in altezza per liberare il suolo, occupano solo il 12% della superficie totale, destinato per la maggior parte al verde pubblico.  Importanti, infine, anche l’uso delle linee perpendicolari per il tracciato stradale e la pianta degli edifici, sia pubblici che privati per conferire armonia e ordine all’insieme.

Nel 1951 gli viene commissionato il progetto di Chandigarh, la nuova capitale del Punjab.  Le Corbuiser organizza la planimetria della città secondo lo schema del corpo umano: nella testa gli edifici governativi, nelle viscere l’apparato produttivo, lungo le membra le abitazioni. Il monumento che segna l’accesso alla città è una grande mano aperta, La Main Ouverte. 

L’Unité d’Habitation di Marsiglia è un enorme complesso residenziale dall’aspetto semplice e spartano, con le superfici di cemento lasciate a vista. Diciassette piani per 1.600 persone. Più di trecento appartamenti in venti diversi tagli: dal monolocale al grande appartamento per una famiglia numerosa. All’interno servizi e negozi, come in un moderno centro commerciale, e sul tetto piscine e giardini.

Notre Dame du Haut è una chiesa che si staglia sulla collina come una scultura in cui volumi concavi e convessi modulano la luce, la assorbono e la riflettono. La pianta, a navata unica, non conserva nulla delle forme consuete dell’edificio basilicale, assomiglia piuttosto ad una roccia scavata, in cui uomo e natura concorrono a determinare lo spazio.  Del tutto anomale le aperture che danno luce all’interno: piccole finestre, quasi feritoie, tutte diverse nel disegno e nella strombatura. All’interno la luce opera in modo suggestivo: si scompone in raggi, diversi in grandezza, intensità e direzione.

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