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Tetti verdi: cosa c'è da sapere

In crescita i “tetti verdi”

Anche nel nostro Paese, come nel resto d’Europa, il fenomeno dei tetti verdi e dei giardini pensili è in crescita, grazie anche agli sgravi fiscali previsti dal governo per chi sceglie di impostare un punto verde nella sua terrazza. Uno degli effetti di questa nuova tendenza è la diminuzione di anidride carbonica nell’aria, soprattutto in città particolarmente inquinate, che giovano di queste “fessure” verdi fra il grigio del cemento e dei palazzi.

Chi inserisce in un immobile di proprietà un tetto verde ne aumenta fino al 15% il valore di vendita. In più, dal momento che è necessario predisporre un impermeabilizzazione, si risparmia anche sui costi di riscaldamento e raffreddamento: secondo le stime ufficiali, fino al 30% di spese in meno. La prossima Manovra Finanziaria 2018 inoltre ha predisposto degli sgravi fiscali che possono arrivare fino al 36% delle spese sostenute per chi decide di ripristinare delle aree verdi nella propria abitazione. C’è chi nella terrazza riesce a impiantare perfino dei frutteti, grazie alla tipologia intensiva con uno spessore della copertura che arriva fino a un metro.

I tetti verdi rappresentano un beneficio concreto per l'ambiente, per il tuo risparmio e per la valorizzazione del tuo immobile. I tetti verdi sono in grado di dare un contributo fondamentale nelle costruzioni sostenibili, grazie alla somma di vantaggi ecologici ed economici. Una soluzione di grande qualità estetica che ti permetterà di dare nuova vita al tetto o al terrazzo di casa tua, riqualificando il tuo immobile e risparmiando in bolletta.

Il tetto verde è una copertura vegetale che pone le sue radici nelle tradizioni di molti paesi europei. Se per noi italiani il tetto verde è un’innovazione legata alla bioedilizia, nella storia architettonica dei paesi scandinavi il tetto verde è un’autentica tradizione.

Tetto verde, vantaggi

Il mix di terra e vegetali impiantato sui tetti consente di realizzare delle coperture ben isolate, protette dall’aria e dall’acqua, resistenti al vento e al fuoco. La realizzazione di un tetto verde dovrebbe essere affidata a un tecnico qualificato, soprattutto se si tratta di un tetto verde intensivo. La manutenzione dipende dal tipo di vegetazione scelta, indubbiamente un tetto verde intensivo richiederà manutenzione e cure costanti, mentre per un tetto verde estensivo realizzato con erbacee a lenta crescita, basterà un intervento all’anno.

Sono molti i vantaggi legati all’allestimento di un tetto verde. Le coperture vegetalizzate svolgono un importante ruolo isolante e i vantaggi economici sono molteplici: una semplice diminuzione di 1 °C della temperatura di superficie diminuisce il fabbisogno elettrico dell’abitazione del 5 per cento, tale riduzione è legata alla minore richiesta di elettricità per riscaldamento e raffreddamento degli ambienti.

Tra gli altri vantaggi economici vi è la durata: i tetti verdi durano il doppio dei tetti ordinari, in più, un tetto verde può essere impiegato a scopi agricoli. Restando sempre tra i vantaggi dell’ambito economico vi è il valore immobiliare: il costo di una casa aumenta con una copertura verde!

Tra i vantaggi ambientali vediamo che il tetto verde assorbe calore, riduce l’utilizzo degli apparecchi elettrici consentendo un taglio alle emissioni nocive, in più, la vegetazione filtra l’aria eliminando le particelle inquinanti. In pratica l’aria perimetrale alla casa sarà più pulita.

Per il benessere collettivo, i tetti verdi diminuiscono l’effetto di isola termica tipico dei centri urbani, alleviano la rete fognaria assorbendo acqua e riducono sensibilmente la temperatura in estate. Come mai attutiscono l’effetto “isola urbana” e abbassano le temperature estive? Questo si verifica perché il manto erboso assorbe l’energia del sole mentre i classici tetti riflettono l’energia solare sotto forma di calore. In altre parole, l’aria perimetrale alla casa sarà più fresca.

Tetto verde inclinato e tetto verde estensivo

Il tetto verde di tipo estensivo è quello di più facile accesso: richiede spessori più esigui, capacità di carico inferiori e quasi mai richiede interventi strutturali preliminari.

Il tetto verde estensivo è particolarmente adatto agli edifici di grandi dimensioni e ai tetti inclinati. E’ caratterizzato da un spessore e da un peso più esiguo.

Tetto verde: spesso e peso

Un tetto verde estensivo ha uno spessore di substrato che varia dai 10 ai 15 cm circa.

Il peso del tetto verde estensivo può variare dai 30 ai 100 km per metro quadrato a capacità massima in acqua. Un tetto estensivo necessita di una più bassa manutenzione e si innaffia soltanto in caso di siccità prolungata.

Di solito, per allestire un tetto verde estensivo si impiantano muschi, graminacee o piante grasse, quindi parliamo di vegetazione molto resistente e dalla lenta crescita: l’altezza dei vegetali di un tetto verde estensivo non supera mai i 25 cm e l’associazione di più varietà vegetali conferisce a questi tetti un aspetto multicolore che varia a seconda delle stagioni. L’unico inconveniente del tetto verde estensivo sta nel fatto che non può essere calpestato e neanche coltivato.

Tetto verde calpestabile: il tetto verde intensivo

E’ sbagliato parlare di “tetto verde calpestabile”, piuttosto bisognerebbe definirlo “praticabile”: il tetto verde intensivo dà la possibilità di allestire un vero e proprio giardino sul tetto, con tanto di piante, orticello e aiuole!

Al contrario del tetto verde estensivo, quello intensivo, ha uno spessore più elevato, si parla di 20 – 40 cm per un peso di sovraccarico compreso tra i 120 e 350 kg per metro quadrato a capacità massima in acqua. Il tetto verde intensivo può essere coltivato ma per la sua realizzazione sarà necessario rivolgersi a degli esperti per sapere se le strutture dell’edificio possono supportare il carico.

Quanto costa un tetto verde

Nell’articolo “tetto verde: costo e come fare” abbiamo fornito indicazioni sul prezzo del tetto verde chiavi in mano, compreso di posa in opera e acquisto di specie arboree. Il costo varia tanto tra tetto verde intensivo ed estensivo, inoltre può aumentare sensibilmente se la struttura dell’abitazione non è già idonea a supportare un certo carico, e quindi necessita di lavori preliminari per allestire un giardino sul tetto!

Permessi per costruire un tetto verde

L’iter burocratico da seguire è semplice ma varia da comune a comune: bisognerà informarsi che nella propria zona non vi siano vincoli architettonici, storici o paesaggistici. Al Comune occorre presentare l’idonea pratica edilizia firmata dal tecnico abilitato che opererà la messa in opera del tetto verde.

Tetto verde: stratigrafia

Il tetto verde è fatto da diversi strati di materiale e per questo si parla di stratigrafia. La stratigrafia che troviamo comunemente online è solo generale, infatti ogni tetto verde può avere esigenze a sé. Anche in questo caso vi forniamo una stratigrafia generica del tipico esempio di tetto verde con suolo naturale. La stratigrafia vede cinque differenti bande che riproducono la struttura del suolo naturale:

  1. Impianto vegetale: Si tratta dello strato terminale, più a vista, comprende piante di diverse specie in base al tipo di tetto verde (intensivo o estensivo).
  2. Substrato di crescita: Si chiama strato colturale e costituisce il terreno di coltura. E’ formato da compost leggero. Può avere uno spessore diverso in base al tipo di piante da coltivare. Per esempio, per le piante ornamentali è richiesto uno spessore di 15 cm, per alberelli e siepi, si arriva a 100 cm di spessore. Per del semplice prato bastano 7 cm.
  3. Membrana di filtrazione: Serve a trattenere il terreno e a far filtrare l’acqua nello strato drenante sottostante.
  4. Drenaggio e accumulo idrico: E’ uno strato costituito da ghiaia o polietilene, atto a smaltire la pioggia trattenendone una minima parte da restituire gradualmente, in forma di umidità, al terriccio soprastante.
  5. Membrana impermeabile: E’ lo strato isolante di cruciale importanza. E’ costituito da materiali sintetici e va a sostituire il classico impermeabilizzante già presente sui tetti.


Fonte https://www.ideegreen.it/tetto-verde-42659.html#7XoCUVmWO4mJQ5gz.99 http://www.aedile.com/2017/12/crescita-tetti-verdi/

Cos'è un Mutuo di Scopo?

Cosa succede se un prestito ottenuto dalla banca viene richiesto dichiarando uno scopo ma effettivamente venga poi utilizzato per scopi differenti rispetto a quelli dichiarati all’istituto di credito?

Un comportamento del genere può rendere nullo il contratto e liberare il debitore dall’obbligo di restituzione del finanziamento?

A chiarire la questione è stata una recente ordinanza della Cassazione che ha spiegato, in tema di mutuo di scopo, quando il contratto è nullo. La Corte ha anche risposto alla domanda se è valido il contratto di finanziamento stipulato al fine di estinguere un precedente debito.

Il mutuo di scopo è caratterizzato dal fatto che, nel contratto firmato con la banca, viene indicata la finalità a cui devono essere destinate le somme date in prestito.

In altri termini, la banca si impegna a finanziare un determinato progetto e il cliente a restituire gli importi secondo modalità e tempi concordati.

Lo sviamento da detta finalità rende nullo il contratto. Il “progetto” infatti entra nel contratto e va a integrare la sua stessa causa: venendo meno il progetto viene meno la causa del contratto e quindi la sua validità.

Questa interpretazione è ormai sostenuta da giurisprudenza unanime. In particolare, secondo le aule dei tribunali, nel mutuo di scopo si verifica una «deviazione dal tipo contrattuale» quando il mutuatario (il cliente) abbia assunto espressamente un obbligo nei confronti del mutuante (la banca) – in ragione dell’interesse di quest’ultimo ad una specifica modalità di utilizzazione delle somme per un determinato scopo – e ciò nonostante non rispetti tale obbligo. Pertanto, l’inosservanza della destinazione delle somme indicata nel mutuo rileva ai fini della validità o meno del contratto stesso.

La rilevanza dello scopo del finanziamento fa sì che, nel mutuo di scopo, poiché il mutuatario non si obbliga solo a restituire la somma mutuata, con i relativi interessi, ma anche a realizzare l’attività programmata, siffatto impegno assume rilievo causale nell’economia del contratto, con conseguente nullità in ipotesi di effettiva mancanza di causa.

Si potrebbe pensare che la destinazione delle somme per finalità diverse rispetto a quelle dedotte in contratto è un comportamento che dipende dal soggetto finanziato e non dalla banca; sarebbe pertanto ingiusto rendere quest’ultima corresponsabile – con la sanzione della nullità del contratto – per una condotta che non dipende da essa. In realtà, nella prassi, l’istituto di credito è sempre compartecipe dell’effettivo utilizzo dei propri soldi e può comunque esercitare un controllo sulle condotte del mutuatario.

Diverso è il caso del mutuo fondiario, quello cioè acceso dietro rilascio di un’ipoteca su un immobile del debitore. Questo non viene considerato un mutuo di scopo, non essendo previsto che agli effetti della sua validità la somma erogata debba essere necessariamente destinata ad una specifica finalità che il mutuatario sia tenuto a perseguire. Pertanto la causa – e lo sviamento dalla causa – del finanziamento non rilevano ai fini della validità del contratto.

Spesso le banche concedono un mutuo (dietro ipoteca o fideiussioni) per azzerare pregresse passività che il proprio cliente ha con esse. In pratica, le somme prestate servono non per realizzare un progetto ma per comprare un precedente debito sicché diventano essere stesse fonte di un nuovo piano di restituzione. Tale pratica è ritenuta lecita se non viene utilizzato il mutuo di scopo. La giurisprudenza ha ritenuto che l’utilizzo da parte del mutuatario delle somme ricevute dalla banca mutuante per estinguere le passività accumulate da questi o da altro soggetto nei confronti della banca medesima è fatto estraneo alla causa del contratto di mutuo fondiario che rimane pertanto valido poiché non costituisce un mutuo di scopo.

Diversamente all’ipotesi di concessione del muto fondiario nei soli mutui di scopo, tutte le volte in cui le somme somministrate al cliente non vengono impiegate per lo scopo concordato, ma per coprire o ripianare precedenti esposizioni debitorie contratte con il medesimo istituto di credito erogante il mutuo, questo sarà nullo e il debitore, non dovrà più rimborsare le somme avute in prestito.

 
tratto da https://www.laleggepertutti.it/215562_mutuo-di-scopo-quando-il-contratto-e-nullo

Facciate diverse: Street Art

Le abitazioni signorili di un tempo avevano la facciata molto elaborata, la loro decorazione spaziava da stucchi in basso ed alto rilievo, a tinte piatte. Le case più ricche avevano sulle balconate o tetti e terrazzi anche sculture o complessi scultorei, mentre alcune altre erano letteralmente ricoperte da ricchi affreschi. 

Vediamone alcuni esempi

PALAZZO IN STILE ART NOUVEAU AL OPERA DELL'ARCHITETTO MIKHAIL EJZENSTEJN A RIGA 

Riga Art Nouveau Elizabetes iela

https://www.turistadimestiere.com/2014/01/riga-capitale-dellart-nouveau.html

 
PALAZZO IN STILE LIBERTY IN VIA MALPIGHI A MILANO

milanoguida  

https://www.tripadvisor.it/LocationPhotoDirectLink-g187849-d4523242-i140434390-Milanoguida-Milan_Lombardy.html

CASA BATLLÓ - DEL CELEBRE ARCHITETTO CATALANO ANTONI GAUDÍ CHE SORGE A BARCELLONA

Casa Batllo e1400105274747

http://www.turistaoggi.it/destinazioni/europa/casa-batllo-tutta-loriginalita-gaudi-barcellona/788

Ci limitiamo a soli tre esempi esplicativi, solo per dare modo di vedere la differenza tra quello che è stata la decorazione delle facciate tra l'800 ed il '900 e come invece vengono caratterizzati adesso i palazzi. Difatti al giorno d'oggi la tendenza è cambiata, sembra un'arte più "clandestina" quella che si è diffusa, affascinante ed incredibile. Le vecchie costruzioni sono le più predisposte e dunque le più "attaccate" dagli artisti che dentro o e fuori la struttura, creano effetti artistici importanti ed impressionanti. 

Alcuni di questi artisti utilizzano il loro grande talento dando vita a ritratti di enorme effetto, altri sono sarcastici, alcuni potremmo definirli grandi quadri di denuncia, mentre alcuni sono "giochini simpatici" che sfruttano l'illusione. 

Street art in Lyon  Street art in Athens

https://www.doozylist.com/art/30-fascinating-street-art-examples-around-world/

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https://i.pinimg.com/originals/6f/0c/d6/6f0cd67583592492b8d2ce298e26b131.jpg

3e7d719daafb44cf451f0171c3893521

https://barbarapicci.com/2017/06/12/streetart-news-908/

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https://www.instagram.com/p/BJKrSirjOLX/

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https://barbarapicci.com/2015/06/08/megx/

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https://barbarapicci.com/2018/06/21/streetart-tec-cordoba-argentina/

 

Ovviamente queste sono solo alcune delle molteplici opere in giro per il mondo. Chissà che non vogliate ingaggiare un artista per rendere la vostra facciata un po' più particolare degna di una foto e turismo, per finire inevitabilmente sui canali web!

Il Decostruttivismo: architetture all'avanguardia

Il decostruttivismo in architettura si impone come una ricerca verso forme e strutture liberate dai precetti del moderno e sensibili piuttosto a esasperare in spettacolari incrinature, decentramenti e vistose dissimetrie, le forme di un’architettura considerata come espressione di una sensibilità contemporanea definitivamente instabile.

Per molti esponenti e docenti di questo movimento il "decostruttivismo", ovvero la vera architettura, non era destinata alla costruzione ma piuttosto era confinata alla carta, era una speculazione critica sul suo destino e il suo ruolo in un clima ostile. 

Lanciata nel 1988 in occasione di una mostra tenuta al MoMA (Museum of Modern Art) New York dal 23 giugno al 30 agosto 1988.

Nella mostra, curata da Philip Johnson e Mark Wigley, viene rilanciata una tendenza di segno totalmente opposto, anche se analogamente riconducibile, all'alveo della storia architettonica europea: quella del costruttivismo russo degli anni venti del Novecento che per primi infransero l'unità, l'equilibrio e la gerarchia della composizione classica per creare una geometria instabile con forme pure disarticolate e decomposte.

“…per il nuovo titolo della mostra fu scelto il più neutro ed innocuo De-Constructivist Architecture. Si dovevano esporre soltanto progetti non realizzati ed irrealizzabili. Il titolo De-costruzione fu ricavato principalmente dalle teorie del filosofo francese Jacques Derrida. Occorreva un radicamento storico. Per assonanza di titolo si pensò al Costruttivismo russo: così alcuni lavori dei costruttivisti russi furono anche inseriti nella mostra.”

Diane Ghirardo

Guardiamo da vicino alcuni opere di pazzi visionari del decostruttivismo.

CONTEMPORARY ARTS CENTER - CINCINNATI DI ZAHA HADID 

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Contemporary Arts Center Cincinnati Zaha Hadid Rosenthal Center 05    Contemporary Arts Center Cincinnati Zaha Hadid Rosenthal Center sketch

https://www.inexhibit.com/mymuseum/contemporary-arts-center-rosenthal-center-for-contemporary-art-cincinnati-zaha-hadid/

 

Tra le tante opere e progetti ricordiamo il Contemporary Arts Center di Cincinnati museo di arte contemporanea in Ohio ed è una delle prime istituzioni di arte contemporanea negli Stati Uniti.

Il CAC è un museo non di raccolta che si concentra sui nuovi sviluppi in pittura, scultura, fotografia, architettura, performance art e nuovi media. Concentrandosi sulla programmazione che riflette "l'arte degli ultimi cinque minuti", il CAC ha esposto le opere di molti artisti famosi all'inizio della loro carriera, tra cui Andy Warhol.

 
VLADO MILUNIĆ E FRANK OWEN GEHRY CON LE TORRI DANZANTI

casa danzante di praga 334233

https://it.habcdn.com/photos/project/big/casa-danzante-di-praga-334233.jpg

Costruita nel 1996, considerata uno dei pilastri dell'architettura moderna praghese. Il progetto è stato elaborato dagli architetti Vlado Milunič a Frank O. Gehry. La concezione dell'edificio é ispirata allo stile di danza della famosa coppia Fred Astaire (torre di pietra) e Ginger Rogers (torre di vetro). Nella Casa Danzante potete visitare la galleria, il ristorante e il bar con terrazza panoramica dal quale potete ammirare una veduta di Praga a 360 gradi.

IL GRATTACIELO DANIEL LIBESKIND A CITY LIFE MILANO

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http://www.grupposabatini.eu/portfolio/daniel-libeskind/

Un complesso di tre grattacieli di Zaha Hadid, Arata Isozaki e Daniel Libeskind, non solo fuori scala rispetto contesto, ma soprattutto molto più alti dei grattacieli storici di Milano, come il Pirellone, la Velasca o la torre Galfa.

All’architetto Mark Wigley è il “portavoce ufficiale” del concetto di decostruttivismo. Dal marzo all’agosto dell’88, Wigley, scrive tre saggi dedicati alla decostruzione, dove argomenta la “diversa sensibilità”

“il sogno di forma pura è stato turbato, la forma non è più da tempo semplicemente pura, è stata contaminata”

Wigley fa seguire l’introduzione di quella che è l’anima stessa della decostruzione: la destabilizzazione che è rivolta proprio a quell’armonia, quell’ordine, e quella stabilità che sono oggetto delle note invarianti derridiane.

La destabilizzazione della purezza formale come tema fondamentale di questa nuova architettura che “guadagna tutta la sua forza nello sfidare i veri valori dell’armonia, dell’unità e della stabilità e nel proporre una diversa visione della struttura secondo la quale le incrinature sono intrinseche alla struttura stessa”.

L’architetto decostruttivista mette in questione le forme pure della tradizione architettonica e identifica i sintomi  di un impurità repressa. L’impurità viene portata alla superficie tramite una combinazione di gentile coazione e violenta rottura.

“La forma è letteralmente interrogata”

Le architetture decostruttiviste sono oggetto di turismo e di stupore per chi le guarda. Rimane solo una domanda: 

Vi piacerebbe vivere in una casa decostruttivista?

 
 

tratto da https://library.weschool.com/lezione/il-decostruttivismo-20592.html https://www.domusweb.it/it/progettisti/zaha-hadid.html  

http://kosmostudio.altervista.org/decostruttivismo.html 

https://www.prague.eu/it/oggetto/luoghi/1643/la-casa-danzante-tancici-dum?back=1

 http://www.mosaico-cem.it/attualita-e-news/italia/una-torre-di-polemiche 

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