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Stefano Boeri

Stefano Boeri Architetto ed Archistar nato a Milano nel 1956.
Laureato in Architettura al Politecnico di Milano nel 1989 con successivo dottorato di ricerca in Pianificazione Territoriale all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia.
Poi professore Ordinario di Urbanistica presso il Politecnico di Milano, e guest professor in diversi atenei internazionali, tra i quali l’Harvard Graduate School of Design di Cambridge, l’Istituto Strelka di Mosca, il Berlage Institute di Rotterdam e l’École Polytechnique Fédérale di Losanna. È stato progettista e membro del comitato scientifico dello Skolkovo Innovation Center, polo di alta tecnologia nei pressi di Mosca.

Architetto e urbanista, Stefano Boeri fonda nel 1999 Boeri Studio, insieme a Gianandrea Barreca e Giovanni La Varra e nel 2008 nasce Stefano Boeri Architetti. Nel 2013, con Yibo Xu, fonda Stefano Boeri Architetti China, con sede a Shanghai. Assessore alla Cultura del Comune di Milano dal 2011 al 2013, dal 2015 fa parte del comitato scientifico della Galleria degli Uffizi di Firenze insieme a Davide Gasparotto, Senior Curator al Dipartimento di Pittura del J. Paul Getty Museum e a Carl Brandon Strehlke, Curatore Emeritus al Philadelphia Museum of Art.

Direttore delle riviste internazionali Domus (2004-2007) e Abitare (2007-2011), Boeri ha pubblicato articoli su varie testate (CasabellaIcon2gArchisBlueprint), oltre a numerosi libri, tra cui: Il Territorio che Cambia (con A. Lanzani ed E. Marini, Abitare Segesta, 1996), Mutations (Actar, 2000), USE, Uncertain states of Europe (Skira, 2009), L’anticittà (Laterza, 2011), Biomilano. Glossario di idee per una metropoli basata su biodiversità (Corraini, 2011), Fare di più con meno (Il Saggiatore, 2012), A Vertical Forest. Instructions booklet for the prototype of a forest city (Corraini, 2015) e La città scritta (Quodlibet Edizioni, 2016).

Nel 1993 ha fondato Multiplicity, un’agenzia di ricerca che coinvolge artisti, fotografi, analisti e indaga le relazioni tra geopolitica e urbanistica. Con il progetto USE-Uncertain States of Europe, Multiplicity partecipa alla mostra Mutations (2000, Bordeaux, Tokyo). Con Solid Sea (un’indagine sui flussi migratori attraverso il Mediterraneo) nel 2002 a Documenta Kassel. Con Road Map (una ricerca sui confini in Medio Oriente), nel 2004-2007 a numerose Biennali e mostre internazionali.

Il lavoro di Stefano Boeri Architetti spazia dalla produzione di visioni urbane alla progettazione di architetture e spazi aperti, tra cui diversi waterfront, come Napoli, Trieste, Genova, La Maddalena, Doha, Marsiglia e Salonicco, con un costante focus sulle implicazioni geopolitiche e ambientali dei fenomeni urbani.

L’attenzione al rapporto tra città e natura sfocia nell’ideazione del Bosco Verticale, primo prototipo di edificio residenziale sostenibile con facciate ricoperte di  alberi e piante, modello di riforestazione metropolitana che concepisce la vegetazione come elemento essenziale dell’architettura. Realizzato a Milano nel 2014, il Bosco Verticale riceve numerosi riconoscimenti internazionali, come l’International Highrise Award nel 2014 e il Best Tall Building Worldwide, premio come più bel grattacielo del mondo, insignito dal CTBUH nel 2015. Con l’introduzione del concetto di biodiversità in architettura, Boeri lavora allo sviluppo del modello milanese e della forestazione urbana fino a presentare il progetto di Città Foresta alla Conferenza Internazionale sul Clima COP21 a Parigi nel 2015, inserendosi tra i principali attori del dibattito sul climate change nel campo dell’architettura internazionale.

Nel 2016 Stefano Boeri viene chiamato a prestare il suo intervento per la ricostruzione dei centri di Amatrice e Norcia, colpiti dal terremoto. Grazie al suo contributo progettuale, nell’ambito del programma benefico Amate Amatrice, vengono realizzati in tempi record il nuovo Polo del Gusto di Amatrice e il Centro Polivalente e di Protezione Civile di Norcia. Architetture progettate come misure di protezione civile antisismiche e come luoghi per il rilancio delle attività economiche e di ricreazione delle comunità e del loro spirito identitario. Nel corso dei lavori Boeri riceve il più ampio incarico come Urbanista Esperto per la Ricostruzione post-sisma esteso a tutti territori del Centro Italia colpiti dal terremoto, nomina conferita dal Commissario Straordinario del Governo per la Ricostruzione, conclusasi con la fine del mandato di Vasco Errani.

Stefano Boeri ha svolto il ruolo di curatore in numerose esposizioni internazionali di architettura.

Nel 1997 è stato Managing Curator del settore Architettura per la Triennale di Milano.
Dal 2007 è ideatore e direttore di Festarch, festival internazionale di architettura organizzato dal magazine Abitare che si svolge a Cagliari e a Perugia fino al 2012 e ospita i più grandi esponenti del mondo dell’architettura contemporanea.
Nel 2008 è ideatore e curatore di Geodesign, uno dei principali progetti di Turin World Design Capital. Nel 2012 cura São Paulo Calling, un progetto di ricerca internazionale sulle favelas e gli insediamenti informali in sei metropoli contemporanee, che sfocia in una mostra a São Paulo, Roma, Mumbai, Nairobi, Mosca, Bagdad e Medellin.
Nel 2008-2009, come membro della Consulta di Architettura per Expo 2015, firma con Jacques Herzog e Ricky Burdett il Masterplan di Expo 2015 a Milano.

A Milano come Assessore alla Cultura dà il via alle rassegne Bookcity e Pianocity, rispettivamente dedicate alla letteratura e alla musica per pianoforte, che la città eredita tra i suoi eventi culturali di portata internazionale. Promuove la creazione del Museo della Pietà Rondanini di Michelangelo al Castello Sforzesco.

Sempre a Milano è ideatore e curatore di MI/Arch dal 2013 per quattro edizioni, a cui prendono parte noti architetti, come David Chipperfield, Grafton Architects, Arata Isozaki, Rem Koolhaas, Daniel Libeskind, César Pelli, Renzo Piano e Kazuyo Sejima. E’ ideatore e direttore artistico dal 2017 della Milano Arch Week, promossa dal Comune di Milano, con Politecnico, Triennale e Fondazione Feltrinelli.

Nel 2017 è curatore di SUSAS (Shanghai Urban Space Art Season), il più importante evento di urbanistica, architettura e arte pubblica promosso dalla Municipalità di Shanghai. Oggi dirige il Future City Lab della Tongji University di Shanghai, un programma di ricerca post-dottorato dove si anticipa la mutazione delle metropoli planetarie. Da febbraio 2018 è Presidente della Fondazione La Triennale di Milano, una delle principali istituzioni culturali in Italia, che realizza mostre, conferenze ed eventi legati ad arte, design e architettura.

Forse può interessarti Arredare le pareti con le piante per sentirti un po' come Boeri nella tua casa.

 

 

IL BOSCO VERTICALE A MILANO

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BOSCO VERTICALE IN CINA

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tratto da https://www.stefanoboeriarchitetti.net/stefano-boeri-biografia/

Porte a scomparsa

Sempre più case hanno bisogno di sfruttare ogni spazio e quindi l’apertura di una porta ingombrerebbe troppo spazio ed ormai risultano non in linea con lo stile moderno e minimal di tendenza, per questi motivi le nuove costruzioni tendono all’utilizzo delle porte scorrevoli a scomparsa.

La bellezza di una porta a scomparsa è l'essenzialità visiva e geometrica conforme allo stile attuale ormai libero dall’eccessivo decorativismo, nei toni neutri e sobri, dalle superfici continue. Alcune linee di porte possono anche essere prive di cornici studiate appositamente per essere in linea con le finiture delle pareti che li andranno ad accogliere creando un involucro abitativo elegante, si tratta di porte filo muro è il controtelaio per porte a scomparsa privo di finiture esterne che, grazie alla totale integrazione nella parete ospitante e all’assenza di cornici, raggiunge una sintesi perfetta tra tecnica e design per un risultato estetico al top.

Si caratterizza per elementi e dettagli costruttivi che è possibile dipingere dello stesso colore della parete o decorare con lo stesso motivo, divenendo totalmente invisibili, in piena mimetizzazione con la struttura.

La progettazione elegante e personalizzata è possibile grazie a questo genere di porte integrate totalmente con la parete senza né stipiti né coprifili. I profili perimetrali possono essere preintonacati nella versione intonaco e modellati per essere stuccati nella versione cartongesso, insieme al montante di battuta rivestito di PVC goffrato, con un’assoluta adesione del materiale di finitura e omogeneità della pittura, senza rischio di sfoglio nel tempo.

È possibile optare anche per delle porte tutte in vetro per conferire nuova snellezza visiva, eleganza, smaterializzazione, passaggio di luce.

Una forte innovazione è l’opportunità di installare diversi dispositivi elettrici come punti luce, comandi on e off oppure prese. Durante i lavori di ristrutturazione si introducono le porte scorrevoli, lì dove è possibile, per recuperare quanto più spazio possibile, ma spesso ci si trova in condizioni difficili riguardo all’alloggiamento delle cassette elettriche utili all’accensione o spegnimento dei sistemi di luce oppure l’introduzione di comandi per l’alimentazione di elettrodomestici. Questi ultimi, solitamente si dispongono nella parete che accoglie il montante di battuta. Ma cosa fare se ci sono dei vincoli strutturali?

 
Esistono degli accorgimenti costruttivi, profili a struttura integrata, quali montanti verticali, traversa superiore e il montante di battuta preintonacati o da stuccare, che permettono di ottenere un risultato di assoluta omogeneità della parete con una predisposizione interna dell’illuminazione: si possono così applicare ben dieci scatole elettriche per anta.

È possibile contenere addirittura anche vani di servizio, dunque cablaggi, tubature, impianti elettrici e persino ripostigli ben nascosti e integrati con discrezione nella parete. Quest'ultima appare inalterata e i vani tecnici rimangono accessibili attraverso comode aperture push-pull, con maniglie a levetta oppure chiusure con chiave, ante singole, doppie a ribalta o estraibili, il tutto ispezionabile per ogni intervento di manutenzione o riparazione.

Elencate qui le possibilità ed i vantaggi di una porta scorrevole nuovissima passiamo a visionare alcune idee.

 

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GIARDINAGGIO: Edera Rampicante

L’edera è una delle piante rampicanti più diffuse e, sebbene sia praticamente ubiquitaria e spontanea su tutto lo Stivale, negli ultimi anni è sempre più richiesta come varietà da coltivazione. Con la sua presenza perenne e le foglie lucide, può infatti rappresentare una soluzione valida per abbellire un giardino, un vaso od un balcone. Utilizzata soprattutto per la realizzazione di pareti ecologiche o divisori naturali a scopo di privacy.

Si tratta, tuttavia, di un esemplare dalla crescita rapida e spesso a discapito di altre varietà, di conseguenza è bene seguire alcune facili regole.

Come facile intuire, dell’edera esistono numerose varietà, che differiscono soprattutto per le caratteristiche e il colore delle loro foglie. Pianta appartenente alla famiglia delle Araliaceae, quest’ultima suddivisa in numerose specie. La crescita è spontanea pressoché in tutta Italia. L’Hedera helix, è disponibile nelle più svariate sottospecie e ibridazioni. Negli ultimi anni, tuttavia, ha preso piede anche la coltivazione di altre specie, in particolare l’Hedera canariensis

La pianta si caratterizza per fusti sottili ma lignificati e resistenti, capaci di aggrapparsi alle superfici verticali grazie a delle radici avventizie presenti su tutta la lunghezza dei rami. Dal rapido attecchimento e dalla moltiplicazione altrettanto veloce, l’edera è spesso considerata una specie infestante, poiché con la sua crescita rigogliosa può sottrarre sostanze nutritive ad altre varietà. È il caso di molti alberi da bosco che, proprio poiché fittamente ricoperti da edera, seccano per l’impossibilità di ottenere sufficiente irradiazione solare e nutrimenti dal terreno.

Le foglie si presentano con tre o cinque lobi, dall’intensa consistenza e lucidità, con colori che vanno dal verde chiaro allo scuro. Possono presentare anche striature, sia gialle che grigie, a seconda della tipologia o dell’ibrido coltivato. La pianta inizia il ciclo di fioritura quando raggiunge la piena maturità, a circa a 10 anni d’età, e produce dei raggruppamenti di bacche di colore scuro, dal violaceo al nero. La fioritura avviene solitamente in autunno, tra ottobre e novembre, mentre le bacche possono essere disponibili per tutto il corso dell’inverno. Questi frutti non sono commestibili per l’uomo, poiché irritanti e pericolosi per l’apparato digerente, ma spesso rappresentano una fonte alimentare indispensabile per gli uccelli durante la stagione più fredda e più povera.

 

L’edera rampicante è una pianta che può essere facilmente coltivata sia in giardino che in vaso, predisponendo un adeguato punto d’appoggio per la crescita verticale. Se si preferisce il contenitore, è bene predisporre un palo a cui la pianta potrà aggrapparsi, possibilmente dotato di piccoli bracci per agevolare questa richiesta. In giardino la si può posizionare nei pressi di ringhiere, cancelli e muretti, mentre si dovrà valutare a fondo la possibilità di farla crescere a ridosso delle pareti dell’abitazione. La pianta potrebbe infatti rovinare l’intonaco, aumentare l’umidità e attirare numerosi insetti. Fra questi, però, anche una specie tanto utile come quella delle api, attratte proprio da questo vegetale.

L’edera predilige un clima mediterraneo, compreso tra i 5 e i 25 gradi, e preferisce un’esposizione a mezz’ombra: non gradendo temperature eccessivamente elevate, potrebbe soffrire l’irrorazione diretta del sole nelle stagioni più calde. Il terreno ideale è quello morbido e drenante, per evitare ristagni pericolosi per le sue radici, non eccessivamente concimato: in quanto varietà rustica, infatti, non necessita di terricci estremamente ricchi per una crescita rigogliosa. Le richieste d’acqua, nel frattempo, non sono eccessive: le piante già stabili possono approfittare semplicemente della pioggia, mentre quelle di nuova coltivazione dovranno essere di tanto in tanto annaffiate, inumidendo leggermente il terreno.

La coltivazione avviene solitamente per talea, poiché la modalità più veloce per ottenere una nuova e prolifica pianta. Questa si realizza tagliando un rametto con foglie da un esemplare adulto, scegliendo le porzioni apicali per una lunghezza di 15 centimetri, da posizionare poi in un vaso con terriccio morbido e ricco di humus oppure direttamente in dimora. In caso si opti per la prima soluzione, il trapianto in giardino avverrà quando la pianta avrà raggiunto circa i 50 centimetri.

L’edera è una pianta che deve essere potata spesso, sia per conferire al cespuglio la forma più gradita che per evitare un’estensione eccessiva, mentre per le concimazioni si può procedere anche soltanto durante la stagione primaverile. Tra le altre operazioni di cura, il controllo regolare delle foglie – se tendenti al giallo indicano un eccesso di acqua – e l’eliminazione di alcuni agenti infestanti, come le cocciniglie.

 

tratto da http://www.greenstyle.it/edera-rampicante-coltivazione-vaso-esterno-253259.html

Biosphera Equilibrium: l'edificio mobile che rigenera mente e corpo

Il progetto con altissime prestazioni fisiche, energetiche e ambientali

"Costruita per il benessere dell'uomo"

Presentato a Milano il 14 ottobre e di rientro da un tour in quattro città della Svizzera, Biosphera Equilibrium arriva a Bolzano in occasione della fiera Klimahouse, prima tappa della parte italiana del road show che lo porterà in otto tra le principi città italiane. 

Si tratta di un edificio mobile, energicamente autonomo e flessibile dalle altissime prestazioni fisiche, energetiche e ambientali. Un edificio costruito adottando alcune delle tecnologie più avanzate al mondo ad oggi disponibili e progettato secondo i principi indicati dalla Biofilia per generare il massimo benessere di chi lo abita.

Il progetto Biosphera nasce infatti per realizzare edifici capaci di rigenerare mente e corpo degli abitanti. L'uomo , i suoi parametri vitali, la sua programmazione genetica e i suoi bisogni psicofisici sono stati il punto di partenza e arrivo per la progettazione di questo edificio biocompatibile rigene-rativo. 

Durante il road show che terminerà nel 2020 Biosphera Equilibrium viene testato come abitazione, scuola, ufficio e residenza sanitaria. Alcuni degli utilizzatori dell'edificio verranno sottoposti a monitoraggio fisiologico e neurologico tramite apparecchiature elettromedicali e sottoposti a test per la verifica della qualità biofilica percepita e del rapporto uomo/ambiente.

Biosphera Equilibrium è in grado di produrre energia per 8.000 Kilowattora /anno, mentre per mantenere gli standard abitativi nel massimo comfort, richiede solo 2.000 Kilowattora / anno (stime an-nue medie). È quindi un edificio attivo che produce quattro volte più energia di quanto necessita. Parte dell'energia eccedente viene accumulata con batterie di nuova generazione a basa di Cloruro di Sodio (Sale comune) riciclabili al 96% e utilizzata durante il road show per alimentare tramite si-stemi di ricarica ad alta efficienza un’auto ibrida.

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Biosphera Project giunge con Biosphera Equilibrium alla sua terza fase ; il progetto è promosso da Aktivhaus in collaborazione con numerosi enti, università e imprese allo scopo di testare le tecnologie più avanzate al mondo nell'ambito della bioedilizia ed applicarle in edifici di nuova costru-zione e nelle ristrutturazioni progettati sulla base dei sensi dell'uomo.

Dopo Biosphera 1.0 focalizzato sulla modularità e Biosphera 2.0 focalizzato sulle prestazioni ener-getiche per raggiungere l'autosufficienza (testato a -20° e +40°) viene realizzato il modulo Biosphera Equilibrium che implementa quanto presente in precedenza e adotta nuovi principi e soluzioni e architettoniche necessarie alla soddisfazione sensoriale e alla rigenerazione psico-fisica, studiando-ne i reali benefici sul corpo umano.

“Quando ci troviamo all’aperto in un ambiente naturale il nostro corpo e la nostra mente si rigenerano. È la nostra esperienza a insegnarcelo e sono la psicologia, la genetica, la neurologia e la fisio-logia a confermarlo scientificamente. A questo progetto hanno lavorato biologi, psicologi, architetti, ingegneri, botanici, creativi, illuminotecnici, neuroscienziati, artisti, artigiani e visionari. Lo scopo è stato realizzare un edificio dove accadano i medesimi fenomeni di rigenerazione fisica e psichica - dichiara Mirko Taglietti ideatore e promotore di Biosphera”. Questi argomenti verranno approfonditi durante il congresso “Laboratorio dei sensi” in programma mercoledì 23 gennaio alle ore 14 presso la sala Tribulaun di Fiera Bolzano.

Viviamo circa 50 anni, il 65/70% della nostra vita, all’interno di edifici. Siamo sicuri che siano progettati a partire dalle nostre esigenze fisiche e psichiche? Il rigenerarsi di corpo e mente, l’appagamento e il ritorno al perfetto equilibrio di tutti i sensi: è quanto prova chiunque soggiorni in Biosphera Equilibrium. I visitatori di Klimahouse potranno verificarlo di persona: Biosphera Equi-librium è installata in Piazza della Fiera ed è possibile effettuare una visita guidata dal 23 al 26 gennaio dalle ore 10 alle 17 scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

Alla progettazione e realizzazione di Biosphera Equilibrium hanno partecipato: 

Aktivhaus come soggetto ideatore e promotore; 

il Comune di Milano come ente patrocinatore;  

Minergie, Casaclima e Pefc come enti certificatori; 

l’Università della Valle d’Aosta, il Dipartimento di scienze mediche dell’Università di Torino, il Choose dell’Università Tor Vergata di Roma, la SUPSI, Fiera Bolzano Spa, il Futur food institute, Labgrade e Ticino energia come  enti di ricerca e  associazioni; 

MINI Italia, Internorm Italia, Rockwool, Artuso, Sunage, Olev, T&T, Ave, GSI control, Repower come main part-ners;  

Agrisu, Bluemartin, Bricks4kids , Coblanco, Coelux, Dot Q, Wood Control, Gerflor , Lametal, Newtohm, Pirmin Murer, Polimax Italia, 4eservizi, RAD, Red, SIGA, Sigma coatings, Thimus, Une, Energie Naturali, Genesis, Studio Sandrini, APCAS, Lamellazione, Master Way, Sim-patia e Ceasen come innovation partner. 

www.biospheraproject.com

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