Stangata continua sugli immobili: nel 2018 tasse per 40 miliardi

Secondo i conti de Il Sole 24 Ore, la cifra sfiora i 50 miliardi considerando la Tari: nel 2020 potrebbe andare anche peggio.

Gli immobili italiani continuano a essere un vero e proprio "bancomat" per il Fisco. Secondo i conti fatti da Il Sole 24 Ore, infatti, le tasse sugli immobili italiani nel 2018 ammontano a poco meno di 40 miliardi, in aumento del circa 2% rispetto all'anno precedente. 

Ma non è finita qui: i 40 miliardi sono stati ottenuti conteggiando il prelievo patrimoniale (Imu e Tasi), reddituale (cedolare secca sugli affitti abitativi, Irpef, Ires e registro e bollo sulle locazioni) e sui trasferimenti (Iva, registro, ipocatastali e imposte di successione e donazione). Ma se a questi aggiungiamo anche gli ulteriori introiti provenienti dalla Tari (erede delle vecchie Tarsu/Tares/Tia sui rifiuti solidi urbani), la cifra sale addirittura a 50 miliardi.

E il prossimo anno non potrà andare che peggio considerando i previsti rincari dei tributi locali deciso con l’ultima legge di Bilancio. Con lo sblocco della leva fiscale voluto dal Governo, infatti, i Comuni potranno ritoccare le aliquote che andranno ulteriormente a colpire le tasche di chi ha una casa. Una vera e propria stangata che riguarderà soprattutto Imu e Tasi.

Questi due tributi negli ultimi anni sono stati il vero pilastro della fiscalità immobiliare: hanno garantito all’Erario e ai Comuni un gettito costante anche in tempi di crisi del settore. Difficile dare torto a quanti sostengono che il prelievo immobiliare sia ormai eccessivo.

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Le case italiane valgono sempre meno, Istat: "Dal 2010 crollo del 17%"

Secondo l'istituto la colpa è delle case già esistenti il cui valore è sceso del 23%. Soffre soprattutto il centro, meno il sud.

Le case italiane valgono sempre meno. A certificarlo è l'Istat che ha messo a confronto i prezzi e i valori delle case del nostro Paese dal 2010, penultimo anno prima dell'arrivo dell'Imu, ad oggi. E il quadro non è molto confortante.

Rispetto al 2010, e cioè da quando è disponibile la serie storica dell’Ipab, i valori delle abitazioni sono diminuiti del 16,9%. La causa principale è da ricercare soprattutto nella diminuzione dei prezzi delle abitazioni già esistenti che hanno registrato una caduta in picchiata del -23,2%. Va appena meglio per le nuove abitazioni i cui prezzi sono timidamente aumentati del +0,7%. 

Una tendenza negativa che ormai si conferma ormai da tempo. Sempre dall'indagine dell'istituto di statistica, negli ultimi 9 anni solo in due occasioni l'indice dei prezzi delle abitazioni tricolore è risultato positivo: nel 2011 (+1,4%) e nel 2016 (appena +0,3%). Negli altri anni c'è stato sempre il segno meno con veri e propri tonfi nel 2013 (-6,5%) e 2014 (-4,7%). 

A livello territoriale, rispetto al 2010 continua a essere il centro la ripartizione che accusa la flessione più marcata dei prezzi delle abitazioni (-22,6%), il sud e isole la più contenuta (-8,8%) anche a causa di valori immobiliari qui mediamente più bassi già nel 2010. 

 

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Stop alle tasse sui canoni non percepiti: approvata la norma "salva affitti"

Buone notizie per i proprietari di case: dal prossimo anno non dovranno più dichiarare e pagare le tasse sugli affitti anche se non percepiti.

A partire da gennaio 2020 tutti i proprietari che hanno dato in affitto un immobile e hanno avuto a che fare con inquilini morosi non dovranno più pagare le tasse sugli affitti non percepiti. È la cosiddetta norma "salva affitti" annunciata da tempo e che ha ricevuto finalmente il via libera dalla Commissione Finanze della Camera.

Il provvedimento, voluto dalla relatrice Carla Ruocco (M5S) fa parte della più ampia proposta di Legge sulle ‘semplificazioni fiscali’ che presto arriverà in Aula: il testo dovrà passare prima l'esame della Camera e in seguito anche quello del Senato. 

Si tratta di una norma molto attesa dai proprietari di case: fino ad oggi, infatti, dovevano dichiarare e pagare le relative tasse sugli affitti anche se non percepiti mentre il credito di imposta di pari ammontare veniva riconosciuto solo dopo la conclusione del procedimento giurisdizionale di convalida di sfratto per morosità del conduttore.

 

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