Idealista, prezzi delle case ancora in discesa: a febbraio -0.3%

Il prezzo medio in Italia è a quota 1.691 euro al metro quadro. La performance migliore è della Puglia: +1,2%

Prezzi delle case ancora in discesa, seppur lieve. È quanto emerge dall'ultimo report dell’Ufficio Studi di idealista per quanto riguarda il mese di Febbraio 2020. 

Secondo l'analisi, i prezzi delle case esistenti hanno registrato una diminuzione dello 0,3%, con il prezzo medio del mattone in Italia a quota 1.691 euro al metro quadro. Il dato è in linea con la tendenza dell'ultimo anno: il calo, infatti, è del 2,4% rispetto a febbraio 2019.

Andando nel dettaglio, ci sono 12 regioni che registrano un calo dei prezzi: le peggiori sono le Marche (-1,7%), Trentino-Alto Adige (-1,6%) e Valle d’Aosta (-1,5%). Al contrario, il recupero maggiore spetta alla Puglia (1,2%) davanti a Liguria (0,5%) e Piemonte (0,3%).

La regione che vanta i valori più alti è ancora la Valle d’Aosta (2.479 euro/m2) davanti a Liguria (2.472 euro/m2) e Trentino-Alto Adige (2.367 euro/m2). Le regioni più economiche, invece, sono al sud: la Sicilia, con 1.064 euro al metro quadro, è la meno cara seguita da Molise (942 euro/m²) e Calabria, fanalino di coda con 904 euro al metro quadro.

Per quanto riguarda invece i capoluoghi, prevalgono inevitabilmente i segni meno in 60 città sulle 110 analizzate. Il comune dove i prezzi hanno registrato la frenata più forte è Barletta (-5,1%) seguita da Andria (-4,8%) e Cuneo (-4,2%). La solita Milano, invece, registra l'aumento più significativo (addirittura +4,3%) staccando sul podio Rovigo (2,7%) e Ragusa (2,6%). Tra le altri grandi metropoli, i prezzi risultano in discreta crescita a Bologna (1,5%) e Firenze e (0,9%) mentre sono sostanzialmente stabili Venezia, Napoli e Roma.

Venezia con 4.497 euro/m² si conferma la città più cara davanti a Firenze (3.964 euro/m²) e Bolzano (3.607 euro/m²). I capoluoghi più economici restano sempre soprattutto nel Mezzogiorno: spicca Ragusa (852 euro/m²), mentre Caltanissetta è seconda (782 euro/m²).

Leggi tutto...

Il Regno Unito dopo la Brexit: prezzi in aumento e affitti alle stelle

Cosa succederà al mercato immobiliare inglese dopo la Brexit? Si prevedono ottimi affari per i proprietari di immobili.

L'ora X è scattata alla mezzanotte a cavallo tra il 31 gennaio e primo febbraio: dopo tre anni dal famigerato referendum, il Regno Unito ha ufficialmente lasciato l'Unione Europea concretizzando la tanto temuta Brexit. Un passaggio più di facciata, perché il vero distacco ci sarà solo alla fine del periodo di "transizione soft", cioè il 31 dicembre 2020. Ma cosa succederà al mercato immobiliare inglese dopo la Brexit?

Secondo Il Sole 24 Ore si prevedono tempi d'oro per i proprietari di immobili d'oltremanica grazie a "un forte aumento delle locazioni a fronte di un aumento della domanda e di un calo dell'offerta" sopratutto per quanto riguarda il settore lusso. Savills, infatti, prevede "un aumento degli affitti nel settore prime dell'1% nel 2020 e del 10,9% nei prossimi cinque anni" mentre è atteso un incremento ancora più marcato del valore degli immobili prime "del 20,5% nel centro di Londra e dell'11,5% in altri quartieri della capitale".

Ad aumentare saranno anche i prezzi degli immobili che, dopo il crollo dopo il referendum del 2016 sono tornati a correre, spinti dalla domanda da parte dei settori finanziario e tech: "Facebook ha appena annunciato la creazione di mille posti di lavoro a Londra - scrive il quotidiano economico - mentre Apple ha scelto Battersea Power Station per il suo ampliato quartier generale europeo".

La crescita dei prezzi non farà altro che aumentare il numero dei potenziali inquilini: chi non sarà in grado di acquistare, infatti, sarà costretta a scegliere l'affitto. Le previsioni confermano affitti alti per diversi anni, non è un caso, quindi, che sia aumentata la percentuale di investitori che hanno acquistato casa a Londra per poi affittarla puntando a ghiotti guadagni: ora i proprietari non britannici sono il 35%, contro il 27% del 2016. 

 

 

Leggi tutto...

Affitti sempre più cari: +5,3% nel 2019: Lombardia e Lazio le regioni più costose

Secondo l'ufficio studi di Idealista continua la crescita dei canoni: aumenti in doppia cifra al nord. Al sud crescono Matera e Salento.

Se i prezzi delle case continuano a restare fermi, gli affitti non fermano la loro corsa al rialzo. Secondo il report di Idealista, infatti, nel 2019 i canoni di locazione delle abitazioni hanno registrato un deciso aumento del +5,3% rispetto a dicembre 2018, nonostante la flessione registrata nell’ultimo trimestre (-2,2%) attestandosi a una media di 9,5 euro al metro quadro. 

CLASSIFICA REGIONALE Tra le 20 regioni italiane analizzate, nella stragrande maggioranza gli affitti risultano in aumento con percentuali in doppia cifra in tutto il nord: prima fra tutte l'Emilia-Romagna (con il 13,5 %) seguita da Lombardia (12,4%), Friuli-Venezia Giulia (12%), Trentino-Alto Adige (11,2%) e Veneto (10,9%). Male invece Umbria (-1,7%), Piemonte (-3,6%) e Sardegna (-3,8%) mentre la performance peggiore è della Valle d’Aosta (-5%).

Ma qual è la regione più cara? Secondo Idealista il primato è mantenuto dalla Lombardia (13,5 euro/m²) seguita da Lazio (11,4 euro/m²) e Toscana con 11 euro al metro quadro. I valori più bassi della penisola si trovano in Sicilia (5,9 euro/m²), Calabria (5,6 euro/m²) e Molise (5,5 euro/m²).

IN PROVINCIA Simile il quadro a livello provinciale: 8 su 10 sono in positivo (spicca fra tutti Ravenna col +30%) mentre male vanno soprattutto Enna (-10,8%), Vibo Valentia (-11,1%) e Nuoro (-16,2%). Con 17,7 euro/m² Milano è sempre la provincia più costosa, mentre al secondo e terzo posto troviamo rispettivamente Ravenna (15,1 euro/m²) e Firenze (14 euro/m²). In fondo alla classifica Avellino (4,3 euro/m²), Caltanissetta (4,2 euro/m²) e Enna con 4,1 euro/m².

 

IN CITTÀ L’Ufficio studi di idealista ha registrato canoni di locazione in aumento in 68 comuni capoluogo sui 100: in questo caso gli incrementi maggiori arrivano dal sud con Matera (16 %) e Lecce (14,1%) sugli scudi. Bocciate Pesaro (-11,1%), Vibo Valentia (-13,4%) ed Enna (-17,9%). tra le grandi città bene Milano (7,7%) e Bari (7%), aumenti più moderati a Bologna (1,1%), Palermo (0,9%) e Napoli (0,7%). Negative le prestazioni di Roma (-0,9%) Genova (-1,4%) e Torino (-3,9%).

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS