Mercato immobiliare, il primo trimestre 2019 è positivo: compravendite +8.8%

Positivi i dati dell'Osservatore dell'Agenzia delle Entrate: Bologna e Genova sono le città che crescono di più, male Firenze e Napoli.

Buone notizie per il mercato immobiliare tricolore. Secondo i dati dell’Osservatorio dell’Agenzia delle Entrate, infatti, nei primi tre mesi del 2019 il volume delle compravendite in Italia è aumentato dell'8,8% con un numero di scambi di 138.525: un dato che conferma una tendenza positiva che prosegue da ormai 5 anni.

Analizzando i numeri dal punto di vista geografica, sono nord-est e centro le due zone col più alto tasso di crescita delle compravendite: rispettivamente +11,8% e +10,7%. Molto bene anche il Nord Ovest (+9,6%), decisamente più bassi, invece, i tassi di aumento registrati al Sud (+4,8%) e nelle Isole (+3,3%).

Rimangono forti le differenze tra le principali città italiane: i centri che crescono maggiormente sono Genova e Bologna che toccano rispettivamente +15,2% e +12,9%. Volumi in aumento anche per Roma e Milano, con compravendite in aumento in entrambi i casi dell’11%. Poco mosse o addirittura negativi le altre quattro grandi città: Palermo e Torino salgono poco (+2%) mentre scendono Napoli (-1,3%) e Firenze (-5,2%).

Segnali positivi dal mercato del residenziale ma non solo: in aumento è anche il flusso di compravendite di cantine e soffitte (12,3%), praticamente il doppio rispetto all'ultimo trimestre del 2018 (+7%), e il mercato di box e posti auto che fa segnare un +10,4%. 

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Intelligenza artificiale per l'Immobiliare: ecco come l'AI può rivoluzionare il real estate

Sempre più aziende si affidano all'AI per ottenere efficienza e risultati migliori. Se ne è parlato in un convegno a Milano.

L’intelligenza artificiale è la chiave che rivoluzionerà il mercato immobiliare. L'AI sta infatti fornendo nuove opportunità e imponendo cambiamenti nei più diversi settori delle attività umane e a questi non fa eccezione il real estate. Delle applicazioni dell'Intelligenza artificiale nel settore immobiliare se ne è parlato durante il convegno “Applicazioni dell'intelligenza artificiale nel settore finanziario ed immobiliare”, organizzato il 9 maggio a Milano dallo Studio legale Pavia e Ansaldo, con Microsoft Italia e Assoimmobiliare.

Negli ultimi anni l’intelligenza artificiale sta vivendo un boom senza precedenti: le imprese che l’hanno adottata sono aumentate del 270% e per molte è già uno dei pilastri della trasformazione digitale: giusto per fare un esempio, il 52% delle aziende di telecomunicazioni utilizza già il chatbot per interfacciarsi con utenza e clienti. L'IA può essere una grande opportunità di innovazione in particolare in Italia dove il settore immobiliare è considerato ormai vecchio e obsoleto.

Per anni si è sempre pensato che il real estate fosse uno dei pochi settori in cui l’interazione umana restasse fondamentale. Negli ultimi tempi, però, le cose stanno cambiando: le aziende hanno capito che adottando soluzioni di Intelligenza Artificiale anche nell'immobiliare possono garantirsi più efficienza e risultati migliori. Esistono sistemi che permettono un’infinità di controlli integrati: Un esempio su tutti è l'Azure-Digital Twins di Microsoft. 

Alcuni esempio di IA applicata al real estate: i Bot sono soluzioni capaci di, sfruttando soprattutto le piattaforme social di Facebook e Instagram, attirare potenziali acquirenti grazie a delle offerte su misura per loro. Le ricerche sono più semplici e accurate: l'intelligenza artificiale permette infatti di migliorare drasticamente la corrispondenza dei risultati producendo un risparmio enorme in termini di costi e tempo per l'azienda.

Poi ci sono i già citati chatbot, ormai necessari per prendersi cura dei propri clienti rispondendo velocemente alle domande più comuni, come quelle relative ai tassi di interesse, permettendo alle persone interessate di ottenere una risposta in qualsiasi momento e alle agenzie di avere più tempo da dedicare ad altri problemi. Infine ci sono la valutazione dei rischi e del potenziale: grazie all'ai per le società immobiliari è più semplice effettuare un’analisi dettagliata dei rischi, della variazione dei prestiti e, allo stesso tempo, valutare il potenziale di un investimento, facendo una stima di un possibile guadagno da un determinato immobile.

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Mercato immobiliare, l'analisi di Bankitalia: bene le compravendite ma i prezzi restano fermi

Secondo lo studio che ha coinvolto 1476 agenzie, c'è ottimismo per le transazioni ma i prezzi sono visti stabili o addirittura al ribasso.

Bene le transazioni ma ancora in affanno le quotazioni. A confermare una tendenza del mercato immobiliare già delineata da altri istituti è l'indagine "Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia" condotto da Bankitalia con Tecnoborsa e Agenzia delle Entrate. Lo studio prende in esame un arco temporale che va dal primo aprile all'8 maggio 2019 e coinvolge 1.476 agenzie.
 
Per quanto riguarda le compravendite si registra un clima di moderato ottimismo. La quota di agenzie che si attendono un peggioramento delle condizioni è scesa al 6,1% (-4,2%) mentre un quarto degli operatori prevede un miglioramento. Restano positive soprattutto le previsioni a medio termine (2 anni): "più di un terzo delle agenzie pensa che la situazione migliorerà - scrive Bankitalia - nei tre mesi aprile-giugno i nuovi incarichi dovrebbero aumentare secondo il 23% degli operatori mentre solo il 6,6% si attende una diminuzione".
 
Tuttavia alcuni dati restano negativi: "La quota di agenzie che hanno venduto almeno un immobile nel trimestre gennaio-marzo - si legge nelle pagine del report - è diminuita per la seconda volta consecutiva (a 74,8 da 77,9%) riflettendo l’andamento registrato in tutte le ripartizioni geografiche. Quasi il 90 per cento degli agenti ha venduto solo abitazioni preesistenti, mentre è scesa a meno dell’1,0 per cento la quota di operatori che ha intermediato esclusivamente immobili nuovi".
 
Quali sono le principali cause della mancanza di proposte di acquisto? Secondo le agenzie interpellate il problema è da ricercare soprattutto nei prezzi ritenuti troppo elevati dai potenziali compratori (percentuale è salita a 64,3% da 60,7), in seconda battuta sarebbe colpa delle proposte di acquisto a prezzi giudicati troppo bassi dal venditore (44,2) e infine all’attesa di prezzi più favorevoli (27%). 

Discorso opposto, o quasi, per i prezzi dove la situazione stenta a migliorare. Nel primo trimestre 2019 resta maggioritaria (seppur in calo) le fetta di operatori che hanno segnalato una riduzione dei prezzi: pressioni al ribasso sono segnalate dal 16% (prima era al 17,5%) ma resta largamente superiore a quella di coloro che indicano un aumento delle quotazioni (stabile al 3%).

Prezzi sostanzialmente fermi, quindi, nonostante il margine di sconto ulteriormente ridotto al 9,8% (prima era al 10,5%), "riflettendo l'ulteriore aumento della quota di agenzie che riportano uno sconto medio inferiore al 5% - si legge nel report di via Nazionale -  soprattutto nell'aree non urbane di tutte le ripartizioni geografiche". 

 

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