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Costruzioni SMART: il focus del Congresso KLIMAHOUSE 2019

La fiera di Bolzano che unisce sostenibilità ambientale, risparmio energetico e comfort abitativo

Smart cities, materiali intelligenti e architettura d’avanguardia. Il Congresso Internazionale organizzato dalla Fiera di Bolzano in collaborazione con l’Agenzia CasaClima punta alla rivoluzione della costruzione.

L’evento organizzato in occasione dell’edizione 2019 della fiera internazionale KlimaHouse, conta sulla partecipazione di personaggi del calibro di Thomas Rau, visionario architetto dell’economia circolare, e Gideon Maasland di MVRDV, uno dei progettisti del rivoluzionario quartiere dell’Amsterdam Valley e Amanda Sturgeon che negli Stati Uniti ha lanciato un protocollo di certificazione per le case che si rigenerano da sole.

Il Congresso si terrà dal 23 al 26 gennaio 2019 presso la Fiera di Bolzano, tre giorni intensi cuciti sulla necessità di chiarire le vere frontiere del significato di “smart” nel comparto delle costruzioni: dai materiali all’edificio, fino alla pianificazione della città.

Il 23 gennaio il focus sarà dedicato alle smart cities, tema sentito ed attualissimo nella città di Bolzano, dove è quasi arrivato al traguardo il progetto europeo Sinfonia. Parliamo del progetto di ricerca cofinanziato dall’Unione Europea che ha cambiato il volto di alcuni quartieri di Bolzano e Innsbruck, realizzando interventi per rendere le due città più sostenibili dal punto di vista energetico e ambientale.

La giornata sarà introdotta da Peter Dröge, Direttore dell’Istituto per lo Sviluppo Strategico del Liechtenstein e uno dei massimi esperti di Smart Cities a livello internazionale.

Quali caratteristiche deve avere un materiale per potersi definire “smart”? L’analisi sarà condotta il 24 gennaio dal fondatore di Turntoo e Rau Architects, due delle prime aziende dedicate all’economia circolare in Olanda: l’architetto visionario e innovatore Thomas Rau che introdurrà il convegno. Le parole d’ordine sono efficienza energetica delle costruzioni, impronta ambientale sostenibile, comfort interno e ottimo rapporto tra costi e benefici. Protagonista della giornata.

Il 25 gennaio sarà, infine, dedicato all’architettura d’avanguardia. Aprirà il convegno Gideon Maasland dello studio olandese MVRDV, uno dei progettisti responsabili dell’Amsterdam Valley, un bosco verticale rivoluzionario dal punto di vista urbanistico, sociale, urbanistico e ambientale. Un quartiere del futuro, a uso misto, che promette di diventare un vero esempio di sostenibilità in Europa. Interverrà, a seguire, Amanda Sturgeon, fondatrice e forza trainante del Biophilic Design, impegnata in progetti volti a creare una relazione armonica tra persone e natura. Toccherà poi ad Anton Falkeis, fondatore degli omonimi studio di architettura e innovation lab, professore universitario in vari paesi e tra i più acclamati visionari di una nuova forma di intendere la professione del progettista. Chiude la giornata una tavola rotonda con il presidente di Enea, Federico Testa.

 il 24 gannaio saranno inoltre presentati i risultati del progetto di ricerca HEROTILE in una conferenza stampa presso la Sala Ceredale. Il progetto Life HEROTILE - avviato il 1° agosto 2015 -  ha portato alla progettazione e realizzazione di innovative tegole in grado di migliorare il comportamento energetico degli edifici, grazie a una maggiore ventilazione sottotegola.

L’edizione Klimahouse dello scorso anno, si è conclusa la presenza di 460 aziende espositrici, che hanno incontrato 35.000 visitatori interessati agli oltre 100 appuntamenti in programma e alle novità presentate dal settore. Numeri che creano grandi aspettative per l’edizione 2019 .

 

ICONACASA PER IL SOCIALE: PLAYING IN EPILEPSY TOUR

Il 27 gennaio a Bologna "Mai che mi ricordo di chiedergli come si chiama" 

Quanto ne sapete di epilessia? Probabilmente pochissimo.

Vi diamo un dato: l’epilessia è un disturbo neurologico che con forme ed incidenze diverse colpisce quasi 1 persona su 100, condizionandola in maniera profonda.

Lo sa bene Giuseppe Topolini, fondatore dell’associazione Playing in Epilepsy ed affetto da epilessia da ben 15 anni, in seguito ad un trauma cranico.

“Nel 2004 sono stato investito mentre ero in bicicletta dalla classica auto pirata – racconta - risultato: trauma cranico con ricostruzione di parte del cranio e a memoria del tutto, oltre cicatrici e i vari ricoveri, è rimasta l'epilessia”,

Nella maggior parte dei casi (circa il 60%) il disturbo si manifesta con degli attacchi epilettici di tipo convulsivo, generalizzati o parziali, con perdita di coscienza. Il restante 40% degli attacchi epilettici è invece di tipo non-convulsivo.

“La prima volta che ho avuto una crisi epilettica – prosegue Beppe Topolini - la persona che mi ha soccorso (nel tentativo di tirarmi fuori la lingua, pensando che mi stessi soffocando) si è rotta un dito. Sono venuto a sapere che quasi nessuno sa come comportarsi davanti a una persona colpita da una crisi epilettica e che i medici rivolgendosi a chi ne soffre parlano di "out of shadow- uscire dall'ombra". Ho constatato che spesso la si tiene nascosta per vari motivi, che nel nostro Paese quando non hai la patente a causa di questa patologia non hai sconti sui mezzi pubblici”.

È nato così il progetto Altrimenti ci lasciano a piedi promosso dall’associazione fondata da Topolini e fortemente sostenuto dal franchising immobiliare Iconacasa.

“Aspettare che gli altri facciano qualcosa che tutti potrebbero fare, è un’occasione persa – spiega il Presidente di Iconacasa Giancarlo Quassia - Per noi di Iconacasa sostenere il progetto Altrimenti ci lasciano a piedi di Playing in Epilepsy è un’occasione per migliorare, per dare il nostro contributo ad una giusta causa. Beppe Topolini è una persona straordinaria e coinvolgente, la causa del progetto è nobile: sensibilizzare, informare l’opinione pubblica e portare agli organi competenti la richiesta formale e sacrosanta di una riduzione dei costi per usufruire dei mezzi pubblici a favore di chi, a causa dell’epilessia, è impossibilitato a conseguire la patente di guida. Daremo all’associazione tutto l’appoggio possibile”.

Il progetto metterà in scena la creatività degli associati, che si cimenteranno in una serie di commedie teatrali rappresentate in un tour, con almeno quattro appuntamenti certi.

“Durante le valutazioni per stabilire quale fosse il mio grado d'invalidità uno psicologo mi ha consigliato di fare un corso di teatro a livello terapeutico. L'ho fatto”.

Da quel momento Beppe Topolini non ha più smesso, fondando addirittura una associazione per giocare insieme e scoprire la bellezza della reciproca comprensione.

“Non ho creato un'associazione per essere "contro" l'epilessia – spiega - purtroppo quella esiste come esistono tante altre brutte cose, ma per avere l'occasione di conviverci e di tirare fuori qualcosa di buono anche in mezzo a dei problemi”.

Ogni rappresentazione teatrale sarà introdotta da un intervento tenuto da un medico della L.I.C.E. (Lega Italiana Contro l’Epilessia).

Il primo appuntamento è previsto per il 27 gennaio 2019 con la commedia "Mai che mi ricordo di chiedergli come si chiama", presso Circolo “Il Mercato Sonato”, v. Tartini n. 3, Bologna dalle ore 17:00 alle ore 19:00.

IMPIANTO ELETTRICO A VISTA

Quando parliamo di impianto elettrico a vista facciamo riferimento ad una realtà diffusa fino al primo dopoguerra, quando ancora non tutte le abitazioni disponevano di corrente elettrica e le poche eccezioni non avevano l’installazione a muro. I primi impianti a corrente continua, presenti già all’inizio del XIX secolo, erano utilizzati infatti esclusivamente dalle industrie e non erano adatti a illuminare le abitazioni private.

Solo quando l'inventore, fisico ed ingegnere elettrico Nikola Tesla riuscì ad elaborare un impianto a corrente elettrica alternativa a quella industriale, l’elettricità entrò finalmente nelle case.

Questo tipo di impianto permise di ridurre drasticamente le perdite di energia elettrica, inoltre richiedeva l’uso di cavi conduttori estremamente più ridotti, perfetti per le soluzioni abitative.

I primi impianti elettrici a vista, gli unici disponibili fino al 1920, erano realizzati con coperture sottili di porcellana o metallo (generalmente ottone o rame), e utilizzati come componentistica d’arredo oltre che come elemento funzionale. Questi primi prototipi erano però decisamente fragili ed era fin troppo semplice causare degli incendi in casa, ed è per questa ragione che a partire dagli anni 20 del ‘900 si decise di inserire i cavi sotto muro, proteggendoli da contatti accidentali o pericoli d’incendio. A partire da quella data i cavi elettrici sono rimasti sempre nascosti, a meno che non ci fossero esigenze economiche che richiedessero l’installazione a vista. Dal momento però che diverse fabbriche sono state utilizzate come ed adattate ad abitazioni è nato da tempo lo stile moderno e industrial che prevede effettivamente l'impianto elettrico a vista! 

Questo stile un po’ vecchia America nasce a New York negli anni ‘50, ed era una soluzione per recuperare spazi dismessi in precedenza utilizzati in ambito commerciale. Andy Warhol ed altri artisti contribuirono a renderlo sempre più popolare, fino a quando da soluzione di recupero divenne una vera e propria scelta abitativa. 

Un impianto elettrico di questo tipo deve essere realizzato in acciaio, in rame o altri tipi di metallo inossidabile, in grado di dare forza e una nota maschile e decisa all’interno di open space industriali e dunque anche la scelta delle lampadine installate necessitano di un carattere più importante. Un esempio sono le lampadine LED a vista, magari con copertura scura e appese su cavi senza paralume.

È bello anche collegare più stili in una stessa abitazione ma bisogna riuscire a farlo nella giusta maniera altrimenti diventa solo una accozzaglia informe. Come può l'industrial essere compatibile con il Country chic?  Possiamo sfruttare materiali più antichi, come i rivestimenti in porcellana o in ottone anticato. Una scelta che congiunga il passato con il contemporaneo, adatto sia ai nostalgici che alle anime più romantiche ma moderne. Qui le lampade possono richiamare qualche dettaglio in ottone preso dal rivestimento degli impianti elettrici, senza però trattenere la pesantezza delle vecchie soluzioni d’arredo.

Una lampada con copertura in vetro trasparente e con piccoli dettagli d’ottone può risultare la scelta più adatta, coniugando antico e moderno in un solo oggetto di design.

Però possiamo anche essere semplicemente moderni! Per gli arredamenti più di design raramente si utilizzano impianti elettrici a vista, per la loro asincronia con il resto dell’ambiente.

Questo era vero solo fino a quando Next non ha prodotto un elemento di arredo in grado di esaltare il design dell’ambiente anziché oscurandolo. Gli impianti elettrici a vista possono essere una scelta obbligata (nel caso, ad esempio, di budget ridotto) o una soluzione di design. Ma bisogna considerare che sono infatti soluzioni decisamente più delicate rispetto ad un impianto elettrico a muro, proprio per la loro esposizione esterna, dunque è necessario procedere ad un consulto professionale prima di procedere all’installazione di un impianto a vista, soprattutto per valutarne in maniera concreta i pro e i contro.

Icona Christmas: la magia di essere una grande squadra

Premiazioni, emozioni e sorprese

“Sarebbe stato meraviglioso riunire tutti gli affiliati ed il team di Iconacasa in un unico grande evento, ma siamo così tanti che per ora è veramente impossibile”.

Rimbalza come una pallina da ping pong da nord a sud, senza mai perdere il sorriso e con un entusiasmo contagioso. Giancarlo Quassia, Presidente di Iconacasa, a distanza di giorni è ancora evidentemente emozionato per gli eventi di dicembre.

“Vederli tutti insieme, la nostra casa costruita mattone su mattone nel corso di questi anni mi riempie di orgoglio. Ovviamente parlo anche a nome dei soci fondatori Daniele e Nicola Amoruso quando dico che questi momenti sono la nostra energia, il motivo che ci spinge ogni giorno a fare del nostro meglio”.

Due cene a base di premiazioni e tanta allegria che si sono tenute a distanza di soli tre giorni a Bologna, presso l’Hotel Savoia Regency, e a Canosa di Puglia presso la Corte di Opaka poco prima delle festività natalizie.  

L’occasione perfetta per ritrovarsi senza le pressioni quotidiane e godersi la magia di essere parte di una grande squadra.

Menzione speciale e premiazione per Roberto Scaffidi, primo consulente del Centro-Nord e firmatario del contratto di pre-affiliazione per una nuova avventura bolognese (nel quartiere Santa Viola) proprio durante la cena di fine anno. Standing ovation anche per Ivan Montanaro, barese doc che ha guadagnato il podio come primo consulente del Sud.

“Targhe e riconoscimenti che segnano un cammino comune – precisa Quassia – La meritocrazia è uno dei nostri valori fondamentali e dal prossimo anno metteremo nero su bianco questa convinzione”.

Il lavoro di squadra paga, lo sanno bene gli affiliati dell’ufficio di Bologna Costa Saragozza, primo nel Centro – Nord ed i colleghi dell’ufficio molfettese Centro Ponente di Maurizio Mastropierro, primo nel Sud.

Penne all’opera anche tra un flûte e l’altro, così Iconacasa chiude l’anno con 66 aperture ufficiali e ben 10 pre-affiliazioni, alcune siglate proprio durante le due serate. Entreranno nella mappa dell’immobiliare nazionale le filiali di Barletta Borgo Villa, Milano Città Studi, Bologna Bolognina, Bari Libertà, Andria (2^ apertura nel Comune stesso), Termoli, Bologna Santa Viola, Milano Loreto, Foggia Città (4^ punto vendita sulla città) e Bisceglie Centro San Francesco (2^ apertura nel Comune stesso).

Traguardi che promettono un 2019 strepitoso e che consacrano il primo quinquennio di Iconacasa.

“Cinque anni di immensi sacrifici, di sudore e fatica, di notti insonni e giornate infinite”. La voce narrante è quella di Michele De Astis, area manager in Puglia, unitamente a Leonardo Lo Cascio, direttore di Iconapubli e Michele Suriano, direttore di Iconacollege, i tre portavoce per la serata dell’intero team di Iconacasa, che hanno colto l’occasione per ringraziare i soci fondatori con un video proiettato durante la cena pugliese. Un ringraziamento per “cinque anni di gioie e soddisfazioni, di obiettivi ambiziosi e crescite entusiasmanti. Cinque anni in cui le persone hanno voluto gridare al mondo una sola cosa: PROUD TO BE ICONACASA. La fierezza di chi sa di aver fatto la scelta giusta, il coraggio di chi ha creduto in un sogno, la passione di chi ha sposato il progetto. Grazie a voi per aver realizzato il sogno di tanti imprenditori, uomini e donne fieri e appassionati”.  

La sfida per il 2019 è temeraria: gli obiettivi si inseguono e la trasformazione societaria è il primo passo verso un nuovo percorso.

Siamo arrivati alla svolta – conclude De Astis nella proiezione – ambire ad essere la migliore rete. Insieme abbiamo fatto molto ed insieme faremo ancora tanto, con coraggio e passione, uniti, come solo una famiglia sa fare”.

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