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Comprare casa: ecco le tasse da pagare

Quando si compra casa ci sono una serie di oneri per l'acquirente che si differenziano a seconda della tipologia di venditore.

L'acquisto della casa porta sempre con sé una lunga trafila burocratica e, purtroppo, anche una serie di oneri per l'acquirente che molto spesso si fanno particolarmente consistenti. Un peso che si fa leggermente inferiore per chi può usufruire delle agevolazioni previste quando si tratta di prima casa.

Ma quali tasse si pagano quando si compra una casa che non è la prima? A fare un riepilogo completo delle imposte dovute durante l'acquisto di un immobile successivo al “primo” è il portale laleggepertutti.it. La compravendita si divide in due fasi ben distinte: la firma del compromesso (o contratto preliminare, che non trasferisce la proprietà ma è solo un impegno irrevocabile) e la firma del rogito notarile (o contratto definitivo, il vero e proprio atto di compravendita). Entrambe le operazioni, però, vanno registrate e quindi l’acquirente deve pagare le imposte per ben due volte.

COMPROMESSO Bisogna versare allo Stato l’imposta di registro fissa di 200 euro (a prescindere dal valore della casa e dal prezzo della compravendita) e l'imposta di bollo: 16 euro ogni 4 facciate e comunque ogni 10 righe (Se invece il compromesso è fatto con atto notarile o con scrittura privata autenticata dal notaio, l’imposta di bollo è di 155 euro).

Infine bisogna pagare l’imposta di registro proporzionale che varia a seconda del soggetto da cui si compra. Se si acquista da privato l’imposta di registro proporzionale di 0,5% delle somme previste a titolo di caparra confirmatoria e del 3% delle somme previste a titolo di acconto sul prezzo di vendita. In caso di acquisto da costruttore o partita via il trattamento fiscale del preliminare sarà differente a seconda che preveda il versamento di una somma a titolo di acconto (va fatturato con addebito dell’Iva con imposta di registro di 200 euro) di caparra confirmatoria (imposta di registro proporzionale apri al 0,50%).

ROGITO Anche quando si passa al contratto definitivo bisogna fare una distinzione. Se si acquista da un'impresa, quindi il classico caso del costruttore, l'acquirente dovrà pagare l’imposta di registro in misura proporzionale del 9%; l’imposta ipotecaria fissa di 50 euro e l’imposta catastale fissa di 50 euro. 

Se il venditore è un privato, l’acquirente dovrà pagare: l’imposta di registro proporzionale del 9%; l’imposta ipotecaria fissa di 50 euro e l’imposta catastale fissa di 50 euro. In ogni caso le imposte di registro, ipotecaria e catastale sono versate dal notaio al momento della registrazione dell’atto. Sia quando si compra da un’impresa in esenzione dall’Iva sia quando si compra da un privato, l’imposta di registro proporzionale non può comunque essere di importo inferiore a 1.000 euro.

 

Spese condominiali, chi paga? Piccola guida per inquilini e proprietari

Il grande dilemma per molti inquilini: chi paga le eventuali spese in casa? Dipende soprattutto dalla tipologia di intervento.

Se si rompe la porta di ingresso, chi deve ripararla? E a chi spetta invece la manutenzione o sostituzione dell'impianto di climatizzazione? Sono alcune delle domande che ogni giorni si pongono proprietari e soprattutto gli inquilini. Tralasciando il tradizionale canone mensile per poter usufruire dell’immobile, ci sono tutta una serie di costi accessori necessarie per mantenere un immobile in buono stato.

Senza entrare nello specifico, il criterio generale per suddividere le spese tra proprietario e inquilino è quello di individuare la tipologia di intervento. In linea di massima il proprietario è tenuto a sostenere tutte le spese per la manutenzione straordinaria mentre l'inquilino deve provvedere ai piccoli interventi di manutenzione ordinaria. 

INQUILINO Si tratta di costi derivanti da servizi di routine, come la pulizia delle scale, la manutenzione dell’ascensore, la portineria o il riscaldamento. Per decidere quale somma spetta a ciascun abitante dell’edificio, si fa riferimento alle tabelle millesimali, in modo che ciascuno versi una quota proporzionale al valore della proprietà.

PROPRIETARIO Il proprietario deve invece provvedere al pagamento delle spese straordinarie, relative a interventi una tantum sull’edificio: il rifacimento della facciata, ad esempio, così come la sostituzione della caldaia o l’installazione di un videocitofono. In generale, quando l’intervento riguarda l’intero condominio sarà il locatore a farsene carico, con un contributo calcolato anche in questo caso in base alle tabelle millesimali.

Un'eccezione può essere rappresentata da eventuali lavori urgenti. Al termine dei lavori la quota dovrà essere divisa tra tutti gli appartamenti presenti: le spese ordinarie, come la sistemazione dell’ascensore, dovrebbero essere a carico di chi è in affitto, mentre ristrutturazioni più consistenti come il rifacimento del tetto dovrebbero spettare al proprietario.

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