Gli italiani preferiscono il consulente immobiliare: uno su due compra casa in agenzia

L'indagine condotta da Nomisma per conto di Fimaa-Confcommercio fa emergere il ruolo centrale dell'agente immobiliare.

Nonostante app e siti web, un italiano su due preferisce parlare con un agente immobiliare per acquistare o vendere casa. Questo, in breve, il risultato dell'indagine 2019 “Il ruolo dell'agente immobiliare” realizzata da Nomisma per conto di Fimaa-Confcommercio (Federazione Italiana Mediatori Agenti d'Affari).

Dallo studio emerge che negli ultimi tre anni il 48% degli italiani in cerca di un immobile si è rivolto immediatamente a un'agenzia immobiliare mentre il 47% ha provato a procedere in autonomia utilizzato app (23%), passaparola (13%) o consultando direttamente il costruttore (8%). Ma non solo: il 52% di chi effettivamente acquista casa, al rogito arriva grazie all'intermediazione di un agente. Le dinamiche sono simili per quanto riguarda la vendita: il 64% degli italiani si è affidato da subito al mediatore, mentre il 36% ha gestito la pratica in autonomia.

Sempre secondo l'indagine, tra i motivi principali che spingono il cliente verso l'agenzia troviamo la capacità di selezionare l'offerta in base alla disponibilità monetaria. Nel caso di vendita, invece, la scelta è trainata soprattutto dalla conoscenza di informazioni sulla performance dell'agenzia. Dai dati emerge anche un ottimo livello di preparazione dei consulenti: fra gli acquirenti, 7 su 10 dichiarano che in caso di future necessità tornerebbero a fare riferimento al professionista. Tra gli agenti risulta invece fondamentale la formazione: secondo l'85% degli intervistati servono costanti e innovativi corsi di aggiornamento.

Un dato positivo, quindi, per la categoria degli intermediatori immobiliari: "Di fronte all'imperversare dei nuovi fenomeni di disintermediazione, con piattaforme online che vorrebbero sostituire gli operatori, l'agente immobiliare rimane la figura centrale dell'intermediazione. L'esperienza dei consumatori, infatti, conferma che nessuna piattaforma potrà mai sostituire la conoscenza, la competenza, la professionalità e la capacità negoziale di un operatore in carne e ossa" ha commentato il presidente di Fimaa, Santino Taverna.

 

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Il frigorifero è l'elettrodomestico che consuma di più: lo stand-by vale l’8% della bolletta

ABenergie ha stilato una classifica degli apparecchi che pesano di più sulla bolletta: sul podio lavastoviglie e illuminazione.

Lo stand by di apparecchi ed elettrodomestici che abbiamo in casa "brucia" l'8% della nostra bolletta dell'energia. L'interessante dato arriva da un’indagine condotta da ABenergie, produttore e fornitore italiano di energia elettrica rinnovabile e gas naturale che ha cercato di stimarne i consumi medi annui di energia nelle case degli italiani.

Lo studio ha analizzato i consumi di mille famiglie-tipo di 4 persone prendendo in considerazione i valori medi di utilizzo per elettrodomestico su classi energetiche medie.  

L'elettrodomestico che consuma di più, almeno secondo questa analisi, è il frigorifero che pesa sulla bolletta per il 21% con circa 566 kw/h. Al secondo posto la lavastoviglie (15% con 400 kw/h) e illuminazione (10%, "solo" 277 kw/h). E proprio lo stand by si piazza subito dopo il podio, al quinto posto con 220 kw/h alle spalle della televisione.

Altri apparecchi notoriamente più energivori come per esempio ferro da stiro e forno, restano nelle parti basse di questa speciale classifica, rispettivamente all'ottavo e al nono posto a causa del loro minor utilizzo. Lontani dal podio anche i nostri fidati dispositivi (Pc e tablet) che consumano circa 159 kw/h e il router che da inattivo cosuma 61 kw/h mentre da attivo addirittura meno (59 kw/h). 

Sempre ABenergie ha quindi conteggiato che sarebbe possibile ottenere un risparmio di energia pari fino al 18% dei consumi semplicemente facendo attenzione al modo in cui si utilizzano gli elettrodomestici. 

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Gli italiani vogliono cambiare casa: uno su due non è contento della propria abitazione

Secondo la ricerca condotta dalla Doxa i più insoddisfatti sono i giovani e le famiglie che abitano appartamenti.

Un italiano su due non è soddisfatto della casa in cui abita. Il dato arriva da un'indagine condotta dalla Doxa nell'ambito dell'Osservatorio Nazionale sugli italiani e la casa che ha preso in considerazione un campione di circa 7 mila famiglie. I risultati sono stati pubblicati su Repubblica.

I numeri parlano chiaro: dalla ricerca emerge che il 48% degli intervistati è "poco o parzialmente soddisfatto" dell'abitazione in cui vive. A essere insoddisfatto è il 64% dei locatari ma anche il 44% dei proprietari di casa. Chi sono gli italiani meno contenti della propria abitazione? Soprattutto i giovani, circa il 52% dei millennials, le famiglie con reddito netto mensile inferiore ai 2.000 euro (53%) e chi vive in appartamenti (53%). Più bassa, invece, la soglia di chi abita in ville o case indipendenti (43%).

A rendere insoddisfatti gli italiani sono in particolare gli aspetti strutturali degli edifici in cui vivono: per esempio l'aspetto esteriore, la dimensione, la distribuzione degli spazi interni e qualità dei materiali. Come era prevedibile, la quota di italiani insoddisfatti è altissima (oltre il 50%) tra quelli che abitano in immobili più vecchi (costruiti prima del 1990) mentre cala vistosamente al 18% tra quelli che vivono in edifici nuovi, costruiti dopo il 2015.

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