Osservatorio Nomisma: prezzi delle case col segno più dopo 10 anni

Nel tradizionale Osservatorio Immobiliare sono previsti oltre 660mila scambi a fine 2019 con prezzi in lieve aumento del +0.2%

Il mercato residenziale italiano resiste stoicamente alla congiuntura economica. A confermarlo è l'Osservatorio Immobiliare 2019 di Nomisma che ha messo sotto la lente d'ingrandimento la situazione immobiliare nelle principali città italiane. L'analisi del report è stata pubblicata da Il Sole 24 Ore.

La notizia più importante riguarda i prezzi: Nomisma infatti registra per la prima volta dopo dieci anni una variazione positiva dei prezzi nel comparto residenziale, seppur molto contenuta (+0,2%) ma comunque un ottimo risultato se confrontato con il segno meno del 2018 (-0,9%). L'aumento del valore degli immobili si registra praticamente in tutte le grandi città italiane, più marcato nelle città del nord: le performance di Milano non rappresentano un elemento di novità, mentre più sorprendenti risultano i progressi registrati a Bologna.

La maggiore spinta alle compravendite immobiliari arriva sempre dal mercato dei mutui grazie soprattutto ai tassi di interesse che toccano continuamente nuovi record al ribasso. Tuttavia Nomisma denota anche una certa fragilità reddituale delle famiglie italiane dovuta in primis alla recente recessione che spinge le banche a mantenere criteri molti rigorosi nell'erogazione dei finanziamenti e questo riduce il numero delle transazioni sostenute da mutuo, che passano dal 58,2% del 2018 al 51,8% del 2019. A favorire l’espansione delle compravendite residenziali ha dunque concorso l’incremento della componente alimentata unicamente da capitale proprio: Il resto viene comprato in contanti.

Secondo le previsioni di Nomisma, quest'anno il mercato immobiliare dovrebbe toccare quota 662mila scambi, per il 92% relativi al comparto residenziale. Rispetto al 2008 le compravendite di abitazioni nell'insieme dei maggiori mercati sono cresciute di 16.000 unità, mentre nel complesso il mercato italiano sconta ancora un differenziale negativo di 60.300 unità. Nel periodo 2008-2019, nell'aggregato dei mercati maggiori, le città con performance residenziali migliori rispetto ai livelli del 2008 sono state Milano e Bologna, alle quali si deve aggiungere Padova.

Milano continua a far registra le performance migliori  l'aumento delle compravendite nel capoluogo lombardo risulta più consistente rispetto alla media delle 13 maggiori città: nel 2019 dovrebbero superare quota 26.000 unità (+6,5% rispetto al 2018) con prezzi e canoni lievemente in rialzo. Molto bene anche Bologna che ha fatto registrare una crescita rilevante del numero di compravendite (12,3% nella prima parte del 2019 rispetto al 2018) e prezzi in salita dell'1,2%. Male invece Roma il cui mercato sembra fermo: i prezzi infatti continuano a scendere ma questo trend dovrebbe contribuire all'incremento delle compravendite.

 

 
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Mercato immobiliare: i prezzi delle case usate tornano a salire dopo 13 anni

Secondo l'Osservatorio Immobiliare di Nomisma, nel primo semestre i prezzi sono tornati timidamente a salire (+0.2%)

Eppur si muove. Per la prima volta da 13 anni il valore delle case usate in Italia è aumentato su base semestrale: si tratta di un primo timido rialzo, ma è un segnale positivo che potrebbe indicare un’inversione di tendenza per il mercato immobiliare italiano. Il dato emerge dal secondo Osservatorio Immobiliare di Nomisma che ha preso in esame i dati di 13 grandi città italiane.

Il primo semestre del 2019 potrebbe essere quello della svolta: negli ultimi anni, infatti, e in particolare negli ultimi mesi, tutti gli osservatori hanno evidenziato una buona vitalità del real estate tricolore con compravendite abbondantemente in territorio positivo, ma era dall'ormai lontano 2013 che Nomisma non aveva più registrato segnali positivi sul fronte quotazioni. 

Nel primo semestre 2019 i prezzi delle abitazioni usate sono aumentate del +0.2% mentre si mantiene negativa, seppur in recupero, la variazione dei prezzi di negozi (-0,3%) e uffici (-0,5%). Analoga tendenza sul fronte dei canoni di locazione, con variazioni semestrali positive nel segmento abitativo (+0,3%) ed una accentuazione positiva nel non residenziale. Invariati i canoni per uffici e negozi (-0,1% sul semestre).

Continuano a essere positivi dati sul numero di compravendite con una variazione tendenziale degli scambi pari al +8,8% ma con grandi difformità territoriali: Bologna e Genova hanno registrato la crescita più elevata (rispettivamente+15,2% e +12,9%), Roma e Milano sono oltre l'11% mentre le uniche città in territorio negativo sono Firenze e Napoli con -5,2% e -1,3%.

La prudenza resta comunque inevitabile: "I rischio di un nuovo ripiegamento – commenta Nomisma in una nota –non può dirsi del tutto scongiurato, soprattutto se la prospettiva economica del prossimo biennio dovesse confermarsi debole come paventato.
La fragilità del quadro economico non sembra compromettere le capacità di risalita del settore immobiliare, che dopo la pesantissima crisi che lo ha colpito sta ora faticosamente recuperando le posizioni perse durante la lunga parentesi recessiva".

 

 

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Nomisma: il mercato residenziale vale oltre 94 miliardi di euro

Secondo un'indagine della società di consulenza, la maggior parte delle famiglie punta a comprare o sostituire la prima casa. 

Quanto vale il mercato residenziale italiano? Nel 2018 oltre 90 miliardi di euro, per la precisione 94,3. Sono i numeri che emergono dal 12esimo Rapporto sulla Finanza Immobiliare 2019 di Nomisma pubblicato sul quotidiano Il Sole 24 Ore.

In questo segmento di mercato il 74,8%, pari a 1,8 milioni di famiglie, si dichiara intenzionato a fare un acquisto per la “prima casa” o di “sostituzione prima casa”. In leggero calo le intenzioni d'acquisto per investimento, sia da mettere a reddito che da utilizzare, che vale il 13,9% dal 15,4% del 2018. Questa componente, infatti, fino ad ora era stata spinta dal successo degli affitti brevi, un mercato che dopo un boom sta entrando in una fase discendente.

Per quanto riguarda i mutui, aumenta sempre di più la quota di famiglie che lo utilizza per comprare casa. Sempre dall'indagine di Nosmisma, emerge che negli ultimi 12 mesi sono state circa 157mila le famiglie che hanno fatto richiesta di mutuo ipotecario senza però ottenerlo a causa di una condizione economica non soddisfacente. Il dato è più contenuto rispetto al 2018 (0,6% contro 1,4%) a conferma dell'allentamento delle restrizioni messo in atto dal sistema bancario.

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