Alla conquista della Capitale, Paolo Ferrara: "Ho sposato subito il progetto. Faremo conoscere i nostri valori ai romani"

Roma è storia, tradizione e cultura; monumenti, vicoli nascosti e piazze storiche. Roma è soprattutto uno dei sogni di Iconacasa, una delle prossime città da conquistare. E proprio in uno dei bar di quelle piazze simbolo che adornano la città millenaria che è cominciata l'avventura nella rete di Paolo Ferrara: è bastata una chiacchierata con Giancarlo in un freddo pomeriggio di inizio inverno per capire che nel suo futuro c'era Iconacasa. Un vero e proprio colpo di fulmine che in pochi mesi ha permesso l'apertura dell'ufficio di Ponte di Nona. Finita qui? Ovviamente no. Paolo è determinato, ambizioso, innamorato della sua famiglia ma anche del suo lavoro e ha già le idee chiare: aprire nuovi uffici nella Capitale e far conoscere ai romani i valori Iconacasa. 

Partiamo dall’inizio, chi eri prima di entrare nella rete? 
"La mia carriera nel mondo dell’immobiliare ha avuto inizio nel 2006: quello che è iniziato come un gioco è diventato la mia professione, posso dire che è stato amore a prima vista. Partito come consulente sono diventato responsabile ma la cosa che ho capito fin da subito è che per avere un’identità professionale sarei dovuto diventare un agente di affari in mediazione. Quel giorno è arrivato il 11 Novembre 2012: fu un'emozione unica, mi sono sentito realizzato e felice perché dal quel momento potevo presentarmi al mondo come agente immobiliare. La mia carriera è poi proseguita come responsabile di un'agenzia immobiliare dove mi sono tolto delle soddisfazione sia dal punto di vista economico che da quello personale ma ho sempre saputo che quella non era la mia dimensione definitiva". 

La tua avventura in Iconacasa, invece, è iniziata di recente. Raccontaci come è andata.
"Ricordo perfettamente il giorno in cui conobbi Giancarlo Quassia: era il 18 Dicembre 2018, in un bar di piazza Re di Roma. Io per natura sono una persona empatica, mi fido delle prime sensazioni e posso dire con certezza che anche questa volta non mi hanno tradito. L’entusiasmo con cui mi ha raccontato del progetto Iconacasa mi ha da subito convinto che quella era l’occasione che aspettavo da sempre. Siamo rimasti seduti a parlare per un'ora e mezza ma dopo i primi 5 minuti avevo già sposato il progetto. La mia certezza è diventata assoluta quando ho partecipato alla riunione del nord Italia: sono stato accolto con grande energia e Daniele Amoruso ha speso parole importanti in cui i valori dell’azienda erano alla base di ogni concetto. Tornato a Roma, mia moglie Giada mi ha da subito appoggiato e spinto verso questa nuova avventura e oggi se sono qui lo devo molto anche a lei perché mi sostiene ogni giorno e per chi fa il nostro mestiere avere accanto una persona cosi è fondamentale".    

"L’entusiasmo con cui mi ha raccontato del progetto Iconacasa mi ha da subito convinto che quella era l’occasione che aspettavo da sempre"

Hai da poco aperto l’ufficio di Ponte di Nona, ti fermerai qui? O nel mirino c’è la “conquista” della Capitale?
"Sono entrato in Iconacasa per essere parte integrante dello sviluppo dell’azienda e sono pienamente allineato con la nostra Mission “Mille Giovani Sì“. Il mio obiettivo è quello di far conoscere alla mia città i nostri valori: fiducia, lealtà, curiosità intellettuale, coraggio e passione, aprendo nuovi punti vendita sul territorio. L’ufficio di Ponte di Nona è solo un punto di partenza, non il traguardo". 

Perché un imprenditore dovrebbe affiliarsi a Iconacasa? spiegalo in 3 motivi
"Prima di tutto perché stiamo parlando di un’azienda giovane e dinamica: passare da 4 uffici nel 2013 e chiudere il 2019 con ben 100 agenzie è sinonimo di crescita e solidità. Poi perché parliamo di un gruppo basato su dei veri principi e valori umani importanti che mette al primo posto il benessere di ogni singolo componente di questa fantastica famiglia e ti fa sentire parte integrante del progetto: questo è un concetto trainante, ti dà ogni giorno lo spunto e la motivazione a fare sempre meglio. Infine perché è un'azienda strutturata, che continua ad investire sui servizi per metterci in condizione di di poter lavorare nel migliore dei modi. Ogni affiliato è consapevole che dietro ha un'azienda pronta a risolvere ogni problema, che non gli volterà mai la spalle".

Secondo te cosa non deve assolutamente mancare all’interno di un’agenzia?
"Così come nel matrimonio mi sono impegnato a sposare mia moglie ogni giorno, allo stesso modo si deve scegliere di abbracciare ogni giorno i valori cardine su cui si basa Iconacasa. A i miei collaboratori cerco sempre di trasferirli tutti, non a caso la prima cosa che ho messo in ufficio è la striscia valori. Noi siamo ciò che in cui crediamo, questo è quello su cui si basa il mio ufficio".  

"Noi siamo ciò che in cui crediamo, questo è quello su cui si basa il mio ufficio" 

Parliamo della Convention appena conclusa, come hai vissuto il primo grande evento nazionale?
"Con grandissima emozione perché non solo era la prima di Iconacasa ma anche la mia prima convention in assoluto. Sono stati giorni in cui c’è stato modo di confrontarsi con i colleghi di tutto il territorio oltre che passare delle ore piacevoli e divertenti. Ma la cosa che mi rimarrà sempre dentro è stato quando sono sceso nella sala centrale e vedere tutti con l’abito istituzionale: mi ha tolto il fiato ed ha sigillato in me un meraviglioso senso di appartenenza. Per questo faccio veramente i complimenti all’azienda per aver organizzato un evento speciale, grazie di cuore". 

Lasciamo per un attimo il lavoro: chi sei al di fuori dell’ambito lavorativo? Quali sono le tue passioni?
"Prima di essere uomo cerco di essere un buon marito. Dedico molte ore al mio lavoro e questo non sarebbe possibile se non avessi con me mia moglie Giada. Le poche ore che rimangono cerco di dedicarle a lei, anzi a noi. La mia passione è la boxe, mi piace molto perché in ogni incontro due persone si sfidano con lealtà e coraggio consapevoli che alla fine vincerà il migliore ma soprattutto da ogni sconfitta ripartono più forti di prima con la voglia di riprovare a vincere. Tutto questo lo vedo molto affine con la nostra attività. Poi chiaramente ci sono il mare e la montagna e appena possiamo cerchiamo di evadere qualche giorno per rilassarci e goderci quegli attimi sacrosanti in famiglia".

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Iconacasa diventa rock con Santamato: "La musica mi scorre nelle vene, la Convention è stata un mix di emozioni"

Il ritmo nelle vene e Iconacasa nel futuro. Se è vero che "il mondo senza musica e poesia sarebbe un luogo inospitale privo di fantasia" allora possiamo dire senza dubbio che Massimiliano Santamato è uno dei tasselli indispensabili all'interno dell'azienda: lui è infatti il punto di riferimento del franchising a Terlizzi ma anche l'anima rock & roll di Iconacasa: fuori dall'agenzia la sua grande passione è la musica e lo ha dimostrato sul palco della prima Convention nazionale dove ha dato sfoggio del suo talento insieme a Domenico Rizzi del team Iconapubli.

Partiamo dall'inizio, chi eri prima di entrare in Iconacasa e come sei entrato nella rete?
"Vuoi conoscere la verità o la leggenda? A livello professionale la mia avventura è iniziata in un'altra realtà immobiliare molti anni fa, era forse il 1997. Poi per un po' ho cambiato mestiere e infine sono tornato al grande amore, il settore immobiliare. Dico spesso che amo il mio lavoro e credo che questo sia una fortuna". 

Spiegaci i tre motivi per cui un imprenditore dovrebbe sposare il progetto Iconacasa
"Mi sono avvicinato ad Iconacasa perché ho percepito che si muoveva sulla mia stessa linea d'onda. Il know how è lo stesso che ho appreso dai miei maestri molti anni fa. Facendo parte di un franchising è un po' come se si facesse parte di una famiglia".

Cosa non deve deve assolutamente mancare all’interno di un’agenzia?
"Non devono mancare professionalità, onestà e lealtà, ma anche il lavoro di squadra, obiettivi comuni, dedizione e spirito di sacrificio. Riagganciandomi alla domanda precedente, dico che non deve mancare anche un po' di divertimento".
"Dico spesso che amo il mio lavoro e credo che questo sia una fortuna"

Meno di due settimane fa si è chiusa la prima Convention, cosa ha significato per te?
"Un pulsare di emozioni. I tre presidenti dal palco ci hanno rivolto parole appassionate, frutto della loro dedizione a questo lavoro e devozione all'azienda. Loro tre, partendo dal niente, hanno creato questa realtà, che sta diventando sempre più importante e presente sul mercato. Io e tutti gli altri colleghi abbiamo colto la grande opportunità di entrare a far parte della rete Iconacasa e stiamo crescendo insieme a lei".

Nella tre giorni di Pesaro sei anche salito sul palco insieme al “nostro” Domenico, che esperienza è stata?
"Salire sul palco di Iconacasa è stata un'esperienza bellissima e divertente. Mi ha fatto piacere suonare per la mia azienda portando, come mi dice ogni volta Giancarlo Quassia, un po' di “rock & roll”. É stata una sorpresa trovare Domenico Rizzi, del team Iconapubli, che condivide con me l'amore per la musica. Noi siamo riusciti a fare un duo, ma sono certo che se si ripresentasse l'occasione altri musicisti si farebbero avanti, per creare una vera Iconaband".

La musica è quindi la tua più grande passione, come è nata?
"La musica mi scorre nelle vene perché mi è stata trasmessa da mia madre che suonava il pianoforte. Peraltro, nella mia famiglia la stragrande maggioranza è composta da musicisti. Forse è diventata la mia più grande passione quando ho sentito il primo accordo di Smoke on the water dei Deep Purple. Da vecchio e nomade musicista consiglierei a tutti i ragazzi di avvicinarsi alla musica perché è un exploit di emozioni e ti apre la mente. Ed è anche un'ottimo antistress per staccare dal duro lavoro!"

"La musica mi scorre nelle vene. È diventata la mia più grande passione quando ho sentito il primo accordo di 'Smoke on the water' dei Deep Purple"

Torniamo a Iconacasa, quali sono le prospettive per il futuro?
"Come i miei colleghi, vorrei aprire altri punti vendita, contribuendo alla mia crescita professionale insieme a quella dell'azienda". 

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Da Bitetto a Ciampino con gli occhi puntati su Roma, Benedetto Pepe: “La missione è espanderci nel Lazio”

Partito dalla periferia ma adesso al centro del progetto Iconacasa. Benedetto Pepe è il protagonista della nostra ormai tradizionale rubrica che ci permette di scoprire tutti i personaggi della rete. La sua storia in Iconacasa è iniziata in un paese dell'hinterland barese ma è presto "decollata" verso latitudini più alte: Ciampino quindi, ma inevitabilmente anche Roma. Il franchising punta infatti su di lui per la crescita nel Lazio e Benedetto è già pronto a espandere il proprio business portando alto il vessillo dei valori Iconacasa.

Torniamo indietro a 6 anni fa. Chi eri prima di entrare in Iconacasa?
"Sin da piccolo sono stato sempre dedito al lavoro seguendo le campagne dei miei nonni a Bitetto. Proprio qui è cominciata la mia carriera, o meglio gavetta, nel campo immobiliare".

Come è partita l’avventura nella rete? Raccontaci il tuo percorso
"Ho iniziato a lavorare nell’agenzia Iconacasa di Bitetto a 20 anni, subito dopo aver ottenuto il Diploma da geometra. Tutto è iniziato da un semplice volantino di ricerca personale che mi ha permesso di conoscere il titolare, nonché il mio attuale socio, Roberto De Francesco che ha creduto subito in quel ragazzo dalla giovane età. Per tre anni sono stato consulente e nel 2015 sono diventato titolare dell’agenzia di Bitetto dove sono passati tanti giovani che poi hanno fatto tanta strada nella rete. Nell’ottobre del 2017 è invece iniziato un nuovo capitolo della mia vita intitolato Roma: ho aperto il mio ufficio a Ciampino, città che sin dal primo giorno mi ha colpito e conquistato".

"Nell’ottobre del 2017 è iniziato un nuovo capitolo della mia vita intitolato Roma: ho aperto il mio ufficio a Ciampino, città che sin dal primo giorno mi ha conquistato"

Perché hai scelto Iconacasa? Cosa ha fatto la differenza rispetto ad altre realtà?
"Non è stata una scelta. Sono praticamente nato all'interno della grande famiglia Iconacasa. Tutti i giorni l’azienda è accanto ad ogni affiliato, sostiene ogni consulente e ogni coordinatrice, dal primo all'ultimo arrivato. In Iconacasa ho visto e continuo a vedere un'azienda in forte espansione, ma una crescita sana, basata su valori importanti".

Facciamo un gioco. Sei davanti a un potenziale nuovo affiliato e devi persuaderlo a entrare nella rete: convincilo con tre motivi.
"Prima di tutto per quei valori appena citati: fiducia, lealtà, coraggio, che chi entra deve sposare fin da subito. Poi Iconacasa è un'azienda fondata sui giovani e i giovani fanno la differenza". 

"Non è stata una scelta, sono nato all'interno della grande famiglia Iconacasa. Ho visto e continuo a vedere un'azienda in forte espansione basata su valori importanti"

Chi è Benedetto Pepe fuori dalle sue agenzie? Quali sono le sue passioni?
"Al di fuori dell'ambito lavorativo dedico il mio tempo alle persone a cui voglio bene, vicine e lontane. Nel tempo libero i miei hobby sono soprattutto il calcio e la musica". 

Maggio è il mese della Convention. Cosa rappresenta per te e quali sono le prospettive per il futuro?
"Siamo pronti. Stiamo facendo il countdown perché sarà la nostra prima Convention nazionale e sicuramente ci saranno tante sorprese e momenti di condivisione con i colleghi. Nel futuro l’obiettivo è sviluppare la rete nel Lazio: Roma è la Capitale, è una città importante e ci sarà tanto lavoro da fare. Il mio invito è rivolto soprattutto ai giovani: devono sfruttare la loro età per crearsi un percorso di crescita all'interno di Iconacasa".

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