Il mattone non cresce più: prezzi fermi. Bene solo Milano, Bologna e Venezia

Secondo il report di Immobiliare.it i prezzi sono praticamente fermi; +0,1%. Crescono solo le grandi città del nord, soffre il sud.

Il mattone italiano non cresce più, se non in casi isolati. A dare un quadro decisamente negativo dell'andamento dei prezzi del mercato residenziale tricolore è l'Osservatorio di Immobiliare.it che ha messo sotto la lente d'ingrandimento il secondo semestre 2019. I numeri parlano chiaro: i prezzi richiesti per gli immobili in vendita sono rimasti praticamente fermi: +0,1%.

Per comprare casa in Italia servono mediamente 1.855 euro al metro quadrato. Significa mettere in conto di spendere poco più di 110 mila euro per un bilocale di una sessantina di metri, o circa 170 mila quando si vuole puntare a un trilocale di una novantina. 

Il report conferma anche le difficoltà soprattutto del sud: qui i costi medi hanno perso quasi 2 punti percentuali, scendendo a una media di 1.537 euro/mq. In leggero aumento le quotazioni al nord (1.946 euro/mq) mentre i costi maggiori (seppur in calo) si registrano sempre al centro, con una richiesta media di 2.235 euro/mq.

A trainare il mercato immobiliare italiano sono sempre (e solo) le grandi città del nord: Nel 2019 Milano è la città dei record: qui in un anno i costi richiesti per gli immobili in vendita sono aumentati dell'8,1%, raggiungendo la media di 3.592 euro al metro quadro. Bene anche Venezia (prezzi +6,4%) e Bologna (+4,1%). La città più cara d'Italia, però, è Firenze con una media di 3.856 euro/mq.

Tra le altre città, l'osservatorio di Immobiliare.it registra variazioni positive a Trieste e Cagliari (+3%) mentre tutte le altre (da Bari a Potenza, da Genova ad Ancona) sono in rosso. La peggiore è Palermo (-5,5%) mentre i prezzi sono praticamente fermi a Catanzaro e Torino.


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Osservatorio Nomisma: prezzi delle case col segno più dopo 10 anni

Nel tradizionale Osservatorio Immobiliare sono previsti oltre 660mila scambi a fine 2019 con prezzi in lieve aumento del +0.2%

Il mercato residenziale italiano resiste stoicamente alla congiuntura economica. A confermarlo è l'Osservatorio Immobiliare 2019 di Nomisma che ha messo sotto la lente d'ingrandimento la situazione immobiliare nelle principali città italiane. L'analisi del report è stata pubblicata da Il Sole 24 Ore.

La notizia più importante riguarda i prezzi: Nomisma infatti registra per la prima volta dopo dieci anni una variazione positiva dei prezzi nel comparto residenziale, seppur molto contenuta (+0,2%) ma comunque un ottimo risultato se confrontato con il segno meno del 2018 (-0,9%). L'aumento del valore degli immobili si registra praticamente in tutte le grandi città italiane, più marcato nelle città del nord: le performance di Milano non rappresentano un elemento di novità, mentre più sorprendenti risultano i progressi registrati a Bologna.

La maggiore spinta alle compravendite immobiliari arriva sempre dal mercato dei mutui grazie soprattutto ai tassi di interesse che toccano continuamente nuovi record al ribasso. Tuttavia Nomisma denota anche una certa fragilità reddituale delle famiglie italiane dovuta in primis alla recente recessione che spinge le banche a mantenere criteri molti rigorosi nell'erogazione dei finanziamenti e questo riduce il numero delle transazioni sostenute da mutuo, che passano dal 58,2% del 2018 al 51,8% del 2019. A favorire l’espansione delle compravendite residenziali ha dunque concorso l’incremento della componente alimentata unicamente da capitale proprio: Il resto viene comprato in contanti.

Secondo le previsioni di Nomisma, quest'anno il mercato immobiliare dovrebbe toccare quota 662mila scambi, per il 92% relativi al comparto residenziale. Rispetto al 2008 le compravendite di abitazioni nell'insieme dei maggiori mercati sono cresciute di 16.000 unità, mentre nel complesso il mercato italiano sconta ancora un differenziale negativo di 60.300 unità. Nel periodo 2008-2019, nell'aggregato dei mercati maggiori, le città con performance residenziali migliori rispetto ai livelli del 2008 sono state Milano e Bologna, alle quali si deve aggiungere Padova.

Milano continua a far registra le performance migliori  l'aumento delle compravendite nel capoluogo lombardo risulta più consistente rispetto alla media delle 13 maggiori città: nel 2019 dovrebbero superare quota 26.000 unità (+6,5% rispetto al 2018) con prezzi e canoni lievemente in rialzo. Molto bene anche Bologna che ha fatto registrare una crescita rilevante del numero di compravendite (12,3% nella prima parte del 2019 rispetto al 2018) e prezzi in salita dell'1,2%. Male invece Roma il cui mercato sembra fermo: i prezzi infatti continuano a scendere ma questo trend dovrebbe contribuire all'incremento delle compravendite.

 

 
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Immobiliare, prezzi delle case usate in leggero aumento a Ottobre: +0,3%

L'ultimo report di Idealista: salgono Campania , Marche e Lombardia. Male Umbria, Friuli e Piemonte.

Piccoli segnali di vitalità delle case usate: secondo l’ultimo report dell’ufficio studi di Idealista, infatti, i prezzi di queste abitazioni sono in leggera ripresa registrando un aumento del +0,3% grazie soprattutto al mercato delle città del nord. Un dato che però non basta a ribaltare il dato annuale fermo ampiamente in territorio negativo: -2,6%. Il prezzo medio di vendita a 1.713 euro al metro quadro. 

Per la maggior parte delle regioni, ben 11, si registra ancora una diminuzione delle valutazioni: il calo maggiore è segnalato in Umbria (-0,7%), Friuli-Venezia Giulia, Liguria e Piemonte (-0,6%). In sensibile aumento, invece, i prezzi di Campania (1,4%), Marche (1,1%) e Lombardia (0,8%). La Liguria , nonostante il calo, resta comunque  la regione con i prezzi più elevati (2.473 euro/m2)  davanti a Valle d’Aosta (2.465 euro/m2) e Trentino Alto Adige (2.343 euro/m2). 

Oltre della metà delle province sotto la lente d'ingrandimento hanno invece registrato prezzi in aumento: a livello di macroaree, i cali più sensibili si registrano a Sassari (-4,1%), Potenza (-3,5%) e Caltanissetta (-2,9%). All’opposto, i maggiori recuperi spettano a Lecco (4,8%), Ascoli-Piceno (3,5%) e Monza-Brianza (3,2%). Bolzano (3.455 euro/m2) è la provincia più cara d’Italia davanti a Savona (3.039 euro/m2) e Firenze (2.793 euro/m2). 

Per quanto riguarda i capoluoghi prevalgono i segni negativi nella maggior parte delle grandi città italiane: il calo maggiore a Teramo (-3,4%) e Potenza (-2,8%) mentre le migliori prestazioni si registrano a Fermo (5,7%), Monza (5,7%) e Lecco (3,2%). Per le grandi metropoli, si conferma la tendenza positiva per Milano (1,2%) e Bologna (1%); bene anche Venezia e Napoli (0,9%). Male invece Genova (-1%) e Torino (-1,9%). Venezia (4.487 euro/m²) rimane la piazza con i metri quadri più cari, davanti a Firenze (3.898 euro/m²) e Bolzano (3.575 euro/m²).

 

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