Arriva il primo freddo: 10 consigli dell'Enea per risparmiare e rispettare l'ambiente

L'agenzia ha proposto 10 regole pratiche per usufruire al meglio del riscaldamento delle proprie abitazioni evitando sprechi e sanzioni.

Dopo una prima parte di autunno con temperature spesso sopra la media, soprattutto al centro-sud, l'autunno adesso sembra voler far davvero sul serio, così molti italiani stanno iniziando ad accendere i riscaldamenti. Inoltre la legge ha previsto già dal 15 ottobre la possibilità di accendere i riscaldamenti in oltre la metà degli 8mila comuni italiani, vale a dire quelli della cosiddetta zona climatica E, dove il clima è più rigido.

In vista dell'arrivo del primo freddo e poi dell'inverno, l'Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) ha pubblicato un piccolo vademecum di 10 regole pratiche per usufruire al meglio del riscaldamento delle proprie abitazioni evitando sprechi e anche per rispettare l'ambiente. 

1- Effettuare la manutenzione degli impianti. È la regola numero uno in termini di sicurezza, risparmio e attenzione all’ambienteInfatti un impianto consuma e inquina meno quando è regolato correttamente, con filtri puliti e senza incrostazioni di calcare.

2- Controllare la temperatura degli ambienti. Avere in casa temperature estive nella stagione più fredda è uno spreco, inoltre l’aria calda e secca nuoce alla salute. La normativa prevede una temperatura fino a 22 gradi, ma 19 gradi sono più che sufficienti a garantire il comfort necessario. Ogni grado in più comporta consumi di energia significativi, con conseguente aggravio in bolletta.

3- Attenti alle ore di accensione. È inutile tenere acceso l’impianto termico di giorno e di notte. In un’abitazione efficiente, il calore che le strutture accumulano quando l’impianto è in funzione garantisce un sufficiente grado di confort anche nel periodo di spegnimento. Il tempo massimo di accensione giornaliero varia per legge a seconda delle 6 zone climatiche in cui è suddivisa l’Italia: da un massimo di 14 ore giornaliere per gli impianti in zona E (nord e zone montane) alle 8 ore della zona B (fasce costiere del Sud Italia).

4- Schermare le finestre durante la notte. Chiudendo persiane e tapparelle o mettendo tende pesanti si riducono le dispersioni di calore verso l’esterno.

5- Evitare ostacoli davanti e sopra i termosifoni e non lasciare le finestre aperte a lungo. Collocare tende, mobili o schermi davanti ai termosifoni o usarli come stendibiancheria è fonte di sprechi in quanto ostacola la diffusione del calore. È invece opportuno, inserire un pannello riflettente tra parete e termosifone, specie nei casi in cui il calorifero è incassato nella parete riducendone spessore e grado di isolamento. Anche un semplice foglio di carta stagnola contribuisce a ridurre le dispersioni verso l’esterno. Inoltre, per rinnovare l’aria di una stanza è sufficiente tenere le finestre aperte pochi minuti, mentre lasciarle troppo a lungo comporta solo inutili dispersioni di calore.

6- Fare il check-up dell’immobile. La valutazione di un tecnico sul grado di efficienza di un immobile, effettuata tramite la diagnosi energetica o l’attestato di prestazione energetica (APE) consente di determinare gli interventi più convenienti per contenere consumi e costi. Il compenso per il tecnico è generalmente abbordabile e gli interventi sono ancora più convenienti grazie alle detrazioni fiscali (dal 50% all’85% in caso di sismabonus nei condomini) e agli incentivi a fondo perduto del “Conto termico”.  È detraibile perfino il costo della consulenza.

7- Impianti di riscaldamento innovativi. È sempre opportuno valutare la sostituzione della vecchia caldaia con nuovi generatori di calore dal rendimento più elevato. Anche per questo la normativa prevede che le nuove caldaie installate siano “a condensazione” o “a pompe di calore ad alta efficienza”. Sono disponibili anche caldaie alimentate a biomassa e sistemi ibridi (caldaia a condensazione e pompa di calore) abbinati a impianti solari termici per scaldare l’acqua e fotovoltaici per produrre energia elettrica. Anche per questi interventi è possibile usufruire degli sgravi fiscali.

8- Regolazione della temperatura e soluzioni tecnologiche innovative. È indispensabile dotare il proprio impianto di una centralina di regolazione automatica della temperatura che evita inutili picchi o sbalzi di potenza. La possibilità di programmazione oraria, giornaliera e settimanale garantisce un ulteriore risparmio energetico. Anche la domotica aiuta a risparmiare: cronotermostati, sensori di presenza e regolatori elettronici permettono di regolare anche a distanza, tramite telefono cellulare, la temperatura delle singole stanze e il tempo di accensione degli impianti di riscaldamento.

9- Utilizzare valvole termostatiche. Queste apparecchiature servono a regolare il flusso dell’acqua calda nei termosifoni e consentono di non superare, negli ambienti dove sono installate, la temperatura media dell’intero appartamento, specie nelle stanze esposte a Sud.

10- Contabilizzazione del calore. Consente di gestire in autonomia il riscaldamento del proprio appartamento e permette al singolo utente di risparmiare e di pagare solo in base al consumo effettivo. Per usufruirne è necessario installare dispositivi di misura del calore sui radiatori o nei tubi di collegamento dell’appartamento all’impianto di riscaldamento centralizzato e valvole termostatiche nei singoli radiatori. La legge ne ha reso obbligatoria l’installazione nei condomini e negli edifici polifunzionali riscaldati da impianto centralizzato.

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Consumi energetici negli uffici: il 57% dipende dalla climatizzazione

I dati di uno studio di Enea e Assoimmobiliare: dopo la climatizzazione si spende di più per apparecchi elettrici e illuminazione.

Più della metà dell'energia degli uffici italiani viene consumata per la climatizzazione. È il dato più evidente che emerge dal rapporto "Benchmark di consumo energetico degli edifici per uffici in Italia" realizzato da Assoimmobiliare ed Enea che ha preso in esame un campione di 118 edifici direzionali in tutto il Paese.

Secondo i dati pubblicati, infatti, la climatizzazione pesa per il 57% sui consumi energetici negli edifici ad uso ufficio, seguita dalle apparecchiature elettriche (26%) e dall’illuminazione (17%), con una spesa media annua al metro quadro di circa 15 euro per la climatizzazione estiva e invernale, di 6,40 euro per le apparecchiature e di 4,40 euro per l'illuminazione.

Dallo studio emergono comunque variazioni significative tra le regioni del Nord, dove si registranoconsumi mediamente maggiori, rispetto a quello delle altre regioni italiane del Centro e soprattutto del Sud dove la differenza appare ancora più marcata.

“Con questo studio vogliamo fornire un contributo per stabilire standard univoci per le diagnosi energetiche nel settore immobiliare a uso direzionale - ha dichiarato Federico Testa, Presidente ENEA - Una delle grandi sfide in cui l’ENEA è impegnata, anche in qualità di Agenzia nazionale per l’efficienza energetica, è gettare le basi per un parco immobiliare ad alta efficienza, con vantaggi innegabili dal punto di vista ambientale, economico e occupazionale. Considerando che il patrimonio edilizio italiano risale in molti casi agli anni ‘50, 60 e 70, sono presenti ampi margini per la messa in efficienza, con conseguenti significativi risparmi in bolletta che possono arrivare fino al 60%”.

“Assoimmobiliare è in prima linea su tutte le tematiche relative all’efficienza energetica - ha invece detto Silvia Maria Rovere, Presidente di Assoimmobiliare - ed è impegnata in un costante lavoro di ricerca e innovazione, anche grazie alla proficua collaborazione con ENEA, finalizzato a fornire agli operatori del settore nuovi strumenti tecnici in grado di supportarli nella realizzazione e riconversione di un patrimonio immobiliare sostenibile. L’efficienza energetica è oggi uno dei driver principali per la realizzazione di interventi di rigenerazione urbana più che mai necessari per rilanciare la competitività del Sistema Paese e apre nuove strade all’applicazione di nuove tecnologie nell’industria immobiliare, sia agli edifici che ai servizi coinvolti”.

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Migliora la qualità energetica degli edifici italiani: nelle prime tre classi compravendite +6%

Nel 2018 sono aumentate le compravendite degli immobili classificate nelle categorie energetiche A+, A e B.

Sempre più italiani puntano su una casa efficiente e "risparmiosa". Il dato viene a galla chiaramente dal monitoraggio delle dinamiche del mercato immobiliare frutto della collaborazione tra l’Enea, l’Istituto per la Competitività (I-Com) e la Federazione Italiana degli Agenti Immobiliari Professionisti (Fiaip). Dall'indagine si può evincere che dopo anni di scarsa attenzione, il settore immobiliare inizia a riconoscere la valenza strategica dell’efficienza energetica.

Analizzando i dati del 2018, il numero di compravendite che riguardano immobili delle categorie migliori è cresciuto del 6%: in totale la percentuale di immobili di elevata qualità energetica (A+, A e B) rappresenta il 77% degli immobili di nuova costruzione venduti nel 2018, continuando il trend di crescita evidenziato negli anni precedenti ed interrotto solo dal dato del 2017. 

Relativamente stabile, invece, la situazione per gli immobili in buone condizioni e da ristrutturare, per cui la percentuale di edifici nelle prime tre classi energetiche rappresenta rispettivamente il 11% e il 5% del totale. Positivi anche i segnali che vengono dal segmento degli edifici ristrutturati per i quali si è passati dal 10% del 2017 al 22% del 2018 nelle percentuali di edifici appartenenti alle classi energetiche più performanti (A+, A e B).

Di pari passo continua invece la discesa degli immobili che ricadono nella classi peggiori. Quelli appartenenti all'ultima categoria (la G) nel 2018 risultano al di sotto del 50% mentre la percentuale di immobili compravenduti appartenenti alle ultime quattro classi energetiche (dalla D alla G) è invece scesa all’80% a fronte di un valore superiore al 90% nel 2017. 

Emerge in maniera sempre più evidente quindi una diversa percezione da parte degli italiani dei vantaggi economici e di comfort che possono derivare dall’acquisto o dalla vendita di un immobile di classe energetica più elevata. 

 

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