Mercato immobiliare, compravendite +4,7%: il mattone torna ai livelli del 2010

A comunicarlo è l'Istat: nel quarto trimestre le transazioni sono aumentate del 7,6%, il livello più alto degli ultimi due anni.

Il mercato del mattone italiano torna ai livelli di 9 anni fa. A comunicarlo è l'Istat che ha reso noti i dati degli ultimi mesi del 2018 spiegando che "l'indice destagionalizzato delle compravendite ha registrato un'accelerazione della crescita del mercato immobiliare che, a livello nazionale, raggiunge i valori medi del 2010 trainato dalle transizioni rilevate al nord".

Il tutto è dovuto a un quarto trimestre decisamente brillante. Secondo l’Istat le compravendite di unità immobiliari sono aumentate del 4,7% rispetto al trimestre precedente, con un incremento del 4,4% per il settore abitativo e del 10,5% per l’economico. Rispetto al quarto trimestre del 2017, le transazioni immobiliari aumentano complessivamente del 7,6%, il livello di crescita più alto degli ultimi due anni. L’espansione riguarda sia il settore abitativo (+7,8%) sia l’economico (+4,6%). Il 2018 registra quindi, rispetto all’anno precedente, una ripresa del 4,7% delle compravendite (+5,5% il settore abitativo e -5,8% l’economico) e del 3,6% per i mutui.

L’incremento congiunturale interessa tutte le aree del Paese sia per il settore abitativo (Nord-ovest +5,5%, Nord-est +4,7%, Centro +4,4%, Sud +2,8% e Isole +1,8%) sia per l’ economico (Nord-ovest +22,1%, Isole +8,2%, Sud +6,7%, Centro +4,6% e Nord-est +3,9%). Stesso discorso per l’incremento tendenziale per l’abitativo: Isole (+10,1%), Nord-est (+9,9%), Centro (+9,7%), Nord-ovest (+7,4%) e Sud (+2,8%). 

Bene anche i mutui. Le convenzioni notarili per finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare sono cresciute del 2,2% rispetto al trimestre precedente e dell’8,4% su base annua. Tali convenzioni registrano un aumento su tutto il territorio nazionale, sia su base congiunturale (Centro +3,5%, Nord-est e Isole +2,1%, Sud +1,7% e Nord-ovest +1,6%) sia su base annua (Centro +12,3%, Isole +10,6%, Nord-est +9,1%, Nord-ovest +6,7% e Sud +4,9%). Rispetto alla tipologia dei comuni, la crescita riguarda sia le città metropolitane (+9,8%) che i piccoli centri (+7,3%).

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Le case italiane valgono sempre meno, Istat: "Dal 2010 crollo del 17%"

Secondo l'istituto la colpa è delle case già esistenti il cui valore è sceso del 23%. Soffre soprattutto il centro, meno il sud.

Le case italiane valgono sempre meno. A certificarlo è l'Istat che ha messo a confronto i prezzi e i valori delle case del nostro Paese dal 2010, penultimo anno prima dell'arrivo dell'Imu, ad oggi. E il quadro non è molto confortante.

Rispetto al 2010, e cioè da quando è disponibile la serie storica dell’Ipab, i valori delle abitazioni sono diminuiti del 16,9%. La causa principale è da ricercare soprattutto nella diminuzione dei prezzi delle abitazioni già esistenti che hanno registrato una caduta in picchiata del -23,2%. Va appena meglio per le nuove abitazioni i cui prezzi sono timidamente aumentati del +0,7%. 

Una tendenza negativa che ormai si conferma ormai da tempo. Sempre dall'indagine dell'istituto di statistica, negli ultimi 9 anni solo in due occasioni l'indice dei prezzi delle abitazioni tricolore è risultato positivo: nel 2011 (+1,4%) e nel 2016 (appena +0,3%). Negli altri anni c'è stato sempre il segno meno con veri e propri tonfi nel 2013 (-6,5%) e 2014 (-4,7%). 

A livello territoriale, rispetto al 2010 continua a essere il centro la ripartizione che accusa la flessione più marcata dei prezzi delle abitazioni (-22,6%), il sud e isole la più contenuta (-8,8%) anche a causa di valori immobiliari qui mediamente più bassi già nel 2010. 

 

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Istat, prezzi delle case ancora giù: -0.6%

Il rapporto dell'istituto di statistica: nonostante l'accelerazione delle compravendite i prezzi continuano a frenare.

Le compravendite aumentano ma i prezzi delle case continuano a scendere. È questo il quadro che emerge dai dati Istat pubblicati e analizzati da Il Sole 24 ore. Secondo l'istituto di statistica, i prezzi degli immobili in Italia negli ultimi mesi del 2018 sono scesi del -0,6% su base annua e del -0,2% rispetto al periodo precedente. Dato che attesta l’intero anno passato su un dato definitivo del -0,6%.

Una flessione causata soprattutto dal calo dei prezzi delle abitazioni già esistenti (-0,7%), ma che non beneficia nemmeno delle nuove costruzioni dove, dopo un terzo trimestre 2018 decisamente positivo (+1,6%) si è registrata una brusca frenata con quotazioni medie sostanzialmente stabili.

Secondo il quotidiano economico, quindi, "continua l’anomalia di un mercato che, nonostante da alcuni anni sia tornato in salute per numero di transazioni (+9,3% nel quarto trimestre del 2018 dall'Agenzia delle Entrate) e che si mostra dinamico sul fronte affitti almeno nelle grandi città, rimane stagnante per quel che riguarda i prezzi". Un'unica eccezione sarebbe rappresentata dalle grandi città, Milano in testa.

Quali sono le cause? Un fattore molto importante è la domanda debole e troppo dipendente dai mutui. Ma anche la congiuntura economica ci ha messo del suo non sostenendo la ripresa. Sul mercato italiano, anche a causa dell’aumento di tassazione sulle seconde case avvenuta con l’introduzione dell’Imu, sono mancati soprattutto gli acquisti per investimento che a quanto pare risultano meno convenienti rispetto al passato.

 

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