Immobiliare, primo semestre 2019 positivo: compravendite +12%

Secondo i dati pubblicati da Scenari Immobiliari, entro fine anno sono previste oltre 670mila compravendite.

Un mercato vivace dal punto di vista degli scambi ma stagnante per quanto riguarda i prezzi. A confermare una tendenza che si trascina ormai da mesi, è il rapporto pubblicato dal portale Scenari Immobiliari durante la presentazione del Forum "W City: la città delle donne" che si terrà a settembre Santa Margherita Ligure. 

Secondo l'Istituto, nel primo semestre di quest'anno le compravendite sono state 325mila con un incremento del 12,1% rispetto allo stesso periodo del 2018. E anche per il 2019 nel suo complesso le previsioni sono positive con una crescita annuale stimata del 9,8% per un totale di 670mila compravendite. Roma è in decisa ripresa con un 12,5 per cento in più di compravendite e, nell’ultimo anno, ha fatto meglio di Milano, dove gli scambi sono aumentati del 12,3 per cento. 

Come detto, però, dal punto di vista dei prezzi la situazione è diametralmente opposta: come già ribadito dall'Istat, il calo è del 0,5% a livello nazionale. Secondo i dati raccolti da Idealista.it, inoltre, col segno meno ci sono molte grandi città come Roma, Napoli, Cagliari (-0,5%), Palermo (-2,9%) e soprattutto Bari (-4,8%). Prezzi in aumento soltanto in pochi casi come Milano, dove i prezzi sono cresciuti del 4,6%, Bologna (4,5%) e Firenze (3,3%). 

“La domanda immobiliare – ha commentato Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, presentando il Forum 2019 – è in progressivo aumento. Per il sessanta per cento è spinta dal ‘miglioramento abitativo’, per un venti per cento da necessità o passaggio dalla locazione, mentre per il restante vento per cento da investimento, per sé o per i figli. La grande domanda di miglioramento abitativo si scontra con una offerta in calo, con tante case usate che hanno uno stato di manutenzione spesso mediocre se non cattivo. Inoltre, la maggior parte del prodotto in vendita è collocato in posizioni poco appetibili, per zona come per piano del palazzo. Quindi il potenziale acquirente spesso rimane deluso e rinvia l’acquisto. Il mercato è anche dominato da uno stock importante di case nuove non finite o prossime ad essere completate: almeno 400mila alloggi”.

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I prezzi delle case non si risollevano, dal 2010 calo senza fine: -17%

L'ultimo rapporto Istat segnala un ulteriore calo nel primo trimestre 2019. Scende soprattutto il valore delle abitazioni esistenti

Continua la crisi dei prezzi delle case italiane. È quanto emerge dalle stime preliminari dell'Istat per quanto riguarda il primo trimestre 2019: l’indice dei prezzi delle abitazioni (IPAB) acquistate dalle famiglie, per fini abitativi o per investimento, è infatti diminuita dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e dello 0,8% nei confronti dello stesso periodo del 2018. Il tasso di variazione acquisito dell’IPAB per il 2019 è negativo e pari a -0,8%.

Secondo i dati dell'istituto di statistica, "la flessione tendenziale dell’IPAB è da attribuire unicamente ai prezzi delle abitazioni esistenti che registrano una variazione negativa pari a -1,3%". Andamento opposto, invece, per i prezzi delle abitazioni nuove che risultano in aumento su base tendenziale dell'1,7% mostrando un’accelerazione del +0,6% rispetto al quarto trimestre del 2018.

Rispetto a 9 anni fa, cioè da quando è disponibile la serie storica dell’IPAB, "nel primo trimestre 2019 i prezzi delle abitazioni sono diminuiti del 17,2%, a causa esclusivamente delle abitazioni esistenti i cui prezzi sono diminuiti del 23,7% mentre per quelli delle abitazioni nuove si registra complessivamente un aumento, seppur debole (+0,8%).

Numeri quindi ancora piuttosto negativi, nonostante la grande vivacità del mercato immobiliare tricolore: gli ultimi dati sulle compravendite, infatti, parlando di un +8,8% di incremento tendenziale sempre nel primo trimestre del 2019. Un aumento dei volumi che però non basta ancora a sanare le ferite lasciate dalla profonda crisi economica e immobiliare degli scorsi anni.

 

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Mercato immobiliare: aumenta la quota di famiglie che possono acquistare casa

Tre i fattori che hanno inciso: tassi d'interesse ai minimi, prezzi ancora in discesa e aumento del reddito disponibile.

Sempre più italiani possono permettersi di comprare casa. È quanto emerge dall’affordability index, l'indice elaborato dall'ufficio studi dell'Abi, dal Ministero del Lavoro e dall'Agenzia del Territorio che esprime l'accessibilità all'acquisto di un'abitazione residenziale da parte di una famiglia, con un focus particolare su quelle che non possiedono un'abitazione di proprietà. 

Secondo i dati analizzati da Il Sole 24 Ore: la quota di famiglie che possono acquistare un immobile nel 2018 è salita al 78%, un dato particolare positivo se si paragona al 2012 quando, in piena crisi, solo il 47% dei nuclei poteva permettersi l’acquisto. Tra i fattori che hanno permesso questo aumento ci sono i mutui con tassi d’interesse ai minimi, i prezzi in discesa da anni e l'aumento (seppur lieve) del reddito disponibile.

Non mancano le differenze territoriali e la discriminante maggiore è quella del prezzo: a fronte di un indice di accessibilità medio del 14,6%, le regioni con quotazioni più elevate sono a fondo classifica, come per esempio Liguria, Lazio e  Lombardia. Al contrario, si piazza in alto in graduatoria una regione con prezzi non molto alti come il Molise. Fondamentale il contributo dei mutui, che hanno riguardato circa la metà degli acquisti, in crescita di quasi il 9% sul 2017.

 

 

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