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Sempre più famiglie puntano al mutuo: richieste in aumento del 6,7%

Continua il trend positivo avviato dal 2014: le richieste di finanziamenti finalizzati all'acquisto di case sono aumentate del 6,7%

Sempre più famiglie italiane provano ad accendere un mutuo per comprare casa. A dirlo sono i dati dell'ultimo report del Barometro del Credito alle Famiglie, bastato sul patrimonio informativo di EURISC, Il Sistema di Informazioni Creditizie gestito da CRIF. A incidere sono stati ovviamente i tassi record registrati che hanno dato vita a condizioni di offerta definiti "estremamente appetibili".

Analizzando i dati, infatti, si evince che l'anno scorso le richieste di finanziamenti finalizzati all'acquisto di case da parte delle famiglie italiane sono aumente del 6,7% rispetto all'anno precedente: nel dettaglio, nell'ultimo anno l'incremento è stato del +4,7% per la componente dei prestiti personali e del +8,5% per i prestiti finalizzati all'acquisto di beni e servizi. Il 2019 quindi conferma il trend positivo delle domande di mutui che ormai prosegue senza soluzione di continuità dal 2014.

Il mese in cui si è registrato il maggior incremento di richiesta è stato dicembre: con una crescita complessiva delle richieste di prestiti, pari a +5,1%, frutto del +12,8% delle richieste di prestiti personali e del +0,8% dei prestiti finalizzati, confermando una dinamica positiva che ha caratterizzato tutti i mesi dell'anno. In aumento anche l'importo medio del prestito che si è assestato a 9.512 Euro (+0,2% rispetto al 2018): è il valore medio più alto in assoluto da quando sono iniziate le rilevazioni sistematiche di CRIF. Solo dieci anni fa, l'importo medio era pari a circa 8.600 euro.



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Acquisto di una casa già affittata: i consigli per evitare brutte sorprese

Comprare un immobile già in affitto si può ma bisogna tener conto della durata del contratto di locazione. Occhio poi al bonus casa.

Stai per comprare casa ma dentro c'è già un inquilino regolamento in affitto? è possibile e, anzi, potrebbe aggiungere valore all’investimento, dal momento che chi acquista – ammesso che non abbia intenzione di abitare egli stesso nella casa che va a comprare – si assicura insieme alle quattro mura anche una fonte di reddito, rappresentata dal canone versato regolarmente dall’inquilino, a patto che si tratti di un affittuario virtuoso.

Tuttavia, prima di concludere la trattativa sia acquirente che compratore devono considerare alcuni fattori per evitare di avere sgradite sorprese o, peggio, essere costretti a dispendiose battaglie legali. 

È possibile porre fine al contratto di locazione per trasferirsi nell’abitazione appena acquistata? La risposta è "sì" ma ma con delle restrizioni. Come chiarito da una recente sentenza della Cassazione, conta la durata del contratto d’affitto: se questa è di nove anni, l’inquilino potrà opporlo al compratore.  Il nuovo proprietario non sarà dunque legittimato a mandare via il locatario se la registrazione del contratto risulterà essere anteriore al rogito. 

Se il contratto di locazione supera i nove anni, l’inquilino potrà invece opporlo all’acquirente solo se trascritto nei registri immobiliari pubblici. Ciò significa che, in caso di mancata trascrizione, il contratto sarà opponibile per massimo nove anni dall’inizio della locazione. È possibile anche che nel contratto di locazione sia inserita a priori una clausola che preveda il rispetto del contratto di locazione fino al momento della sua scadenza.

L’acquirente, se da un lato è tenuto a rispettare la locazione, dall’altro subentra, dal giorno del suo acquisto, in tutti i diritti e gli obblighi derivanti dal contratto stesso. Quindi può esigere i canoni non ancora versati alla data del rogito e quelli maturati dopo, non anche quelli anteriori. Così, ad esempio, se l’inquilino è moroso nei confronti del vecchio proprietario, il nuovo non potrà sfrattarlo se la morosità non riguarda il periodo successivo al passaggio di proprietà.

Da tenere presente anche la questione del cosiddetto "bonus casa": se l’inquilino non lascia libera la casa entro 18 mesi, può far perdere a chi acquista il diritto di beneficiare delle agevolazioni fiscali legate alla prima casa. Perché una casa risulti “abitazione principale”, infatti, occorre che chi acquista ne faccia la propria residenza entro 18 mesi dal rogito. Se in quei 18 mesi la residenza è invece in capo all’inquilino preesistente, il bonus prima casa per il nuovo proprietario rischia di decadere. 

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Ristrutturare casa: tassi bassi e bonus fanno impennare le richieste dei prestiti

Tassi sempre più bassi e la proroga delle agevolazioni fiscali anche nel 2020 fanno aumentare i prestiti per ristrutturare casa.

Il bonus mobili trascina i prestiti per ristrutturare casa. È quanto emerge dall'analisi dell'Osservatorio Prestiti realizzato da PrestitiOnline.it del 31 ottobre.
 
Il report evidenza come l'opportunità di arredare la prima casa sfruttando lo sconto fiscale del 50% ha fatto fare un bel balzo in avanti alla richiesta di prestiti per arredamento, arrivando a rappresentare il 16% del totale (nel 2018 era appena del 13,4%). Si tratta della terza finalità più richiesta dopo “ristrutturazione casa”, in calo al 20% dal 23,9% del 2018, e “auto usata”, salita al 19,6% dal precedente 19 per cento. 
 
Il bonus mobili, lo ricordiamo, permette una detrazione Irpef del 50% per l'acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A per i forni), destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione. L'agevolazione è stata prorogata dalla recente legge di bilancio anche per gli acquisti che si effettueranno nel 2019, ma potrà essere richiesta solo da chi realizza un intervento di ristrutturazione edilizia iniziato a partire dal 1° gennaio 2018.
 
Ma non c'è solo il bonus mobili a far impennare le richieste di prestiti. L'altro fattore dominante, ovviamente, è rappresentato dai tassi che restano ai minimi facendo registrare continuamente nuovi record. il credito finalizzato mostra un costo medio di mercato dell’8,97%, a fronte del 9,98% dei prestiti personali: il tasso migliore delle offerte online, invece, si attesta al 6% circa.

Per quanto riguarda i prestiti erogati, la quota di Centro, Sud e Isole scende al 55,3% dal 60% del primo semestre 2018. Sale invece il nord che passa dal 40% al 44,7% Il 54,5% dell’erogato rimane concentrato nella fascia di età compresa tra i 18 e i 45 anni (era il 55,2% nei primi sei mesi dello scorso anno) e sui dipendenti con contratto a tempo indeterminato (86,4% del totale erogato).

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