La casa è il bene più importante: gli immobili degli italiani valgono 5 miliardi

Secondo il report "Gli Immobili in Italia" il 75% delle famiglie risiede in una casa di proprietà: quasi il 50% è concentrato al nord

Per gli italiani la casa resta sempre il bene più importante: è quanto emerge da "Gli Immobili in Italia", il report biennale realizzato da Agenzia delle Entrate e Dipartimento delle Finanze del Ministero dell'Economia. Lo studio, pubblicato su Il Sole 24 Ore, analizza i dati relativi al 2016 e scatta una fotografia del mercato residenziale del nostro Paese.

Dall'analisi spicca un dato: il 75,2% delle famiglie italiane risiede in una casa di proprietà per un valore complessivo, includendo anche le relative pertinenze, di 5.526 miliardi di euro. A tanto ammonta il valore delle abitazioni possedute da persone fisiche, mentre il valore complessivo del patrimonio abitativo supera i 6mila miliardi.

Quasi il 50% di questi immobili è concentrato nelle regioni del nord, mentre la restante metà è divisa tra centro, sud e isole. Il 34,2% delle case, parliamo di circa 19 milioni di unità, è adibito ad abitazione principale, a cui si somma un ulteriore 23,3% relativo alle pertinenze (cantine, soffitte, box o posti auto), circa 13,3 milioni di unità. Sono invece 6 i milioni di immobili che risultano affittati mentre altri 6 milioni sono quelli lasciati a disposizione. Circa il 2% del totale (1,2 milioni di unità) sono gli immobili concessi in uso gratuito a familiari o ad altri.

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Qualità della vita 2019, ecco dove si vive meglio: in testa si conferma Milano

La classifica de Il Sole 24 Ore premia il capoluogo lombardo: sul podio Bolzano, Trento e Aosta. Male le province del sud.

Milano ancora al top. Il capoluogo lombardo non solo continua a essere cuore pulsante del mercato immobiliare, ma si conferma anche come città dove si vive meglio in Italia: è questo il risultato di Qualità della vita 2019 la speciale classifica de Il Sole 24 Ore, giunta alla trentesima edizione, che analizza il tasso di benessere nelle città italiane.

Lo studio, quest'anno in versione ampliata, mette sotto i riflettori ben 90 indicatori divisi in sei macro aree tematiche che indagano altrettante componenti dello star bene. Le classifiche di tappa sono: "Ricchezza e consumi", "Affari e lavoro", "Ambiente e servizi", "Demografia e società", "Giustizia e sicurezza", "Cultura e tempo libero".

Dallo studio emergono tante conferme e alcune alcune sorprese. In testa, come anticipato, c'è Milano che conquista la vetta per il secondo anno consecutivo grazie soprattutto agli indicatori di "Affari e lavoro", "Ricchezza e consumi" e "Cultura e tempo libero". Dietro il capoluogo lombardo ci sono le piccole località dell’arco alpino che fin dalle prime edizioni hanno popolato i vertici della classifica: Bolzano, Trento e Aosta

A completare la top ten troviamo anche Trieste (5ª) e Treviso (8ª), Monza che sale di 17 posizioni fino alla sesta, Verona che ne guadagna sette e infine Venezia e Parma che salgono rispettivamente di 25 e 19 piazzamenti. Male, invece, alcune province del Mezzogiorno: in particolare Caltanissetta, che occupa l'ultimo posto per la quarta volta da quando esistono le rilevazioni, preceduta da Foggia (105 ) e Crotone (106).

Prestazioni positive, invece, di tutte le province delle grandi città da nord a sud: Roma, diciottesima, sale di tre posizioni rispetto alla classifica dello scorso anno. Napoli, pur essendo nella metà inferiore della classifica generale (81°), sale di 13 posizioni. Sulla stessa linea le performance di Cagliari, che fa un balzo di 24 posizioni (20°), Genova sale di 11 gradini (45°), Firenze di sette (15°) e Torino è 33esima (+ 5 sul 2018). Infine, Bari mette a segno un incremento di 10 posizioni, raggiungendo il 67° posto. 

 

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Tasse sulla casa: in Italia sono meno alte rispetto alla media europea

Secondo la Commissione Ue, in Italia le tasse sugli immobili sono una voce importante ma in Europa ci superano ben 6 Paesi.

Avere una casa in Italia costa? Sì, ma anche all'estero non scherzano. Secondo l'ultimo studio condotto dalla Commissione dell'Unione Europea e pubblicato da Il Sole 24 Ore, in Italia le tasse sugli immobili sono una voce importante in rapporto al Pil, ma in Europa ci sono Paesi con livelli di tassazione anche più alti.

Secondo il report della Commissione Ue, che prende in esame sia le tasse “ricorrenti” (Imu) sia le altre tasse di proprietà (come quelle sui trasferimenti), in Italia il peso delle tasse sulla casa è del 2,3% che posiziona il nostro Paese "solo" al settimo posto. Davanti troviamo Francia, dove il prelievo fiscale sugli immobili è del 4,9%, Gran Bretagna (3,1%), Belgio (3,6%), Grecia (3,3%), Spagna (2,7%) e Danimarca (2,4%). I prelievi sono sotto l’1% in Paesi piccoli e poco abitati come Estonia, Lituania, Slovenia e Ungheria.

La media dell'Ue è pari al 2,6%, con l'Italia che si piazza quindi addirittura sotto la media, seppur di poco. Da questi dati è evidente che le tasse sugli immobili restano un pilastro del prelievo fiscale in Europa. Sulla media europea, sono passate dal 2,2 % del 2005 al 2,6% del 2017. E se in Italia rappresentano, oggi, il 5.9% del Pil, in Francia superano il 10%, anche se la Francia, in estate, scorso ha annunciato proprio l’eliminazione, dal 2020, della tassa sulla prima casa.

Nonostante questi dati, sempre più famiglie italiane preferiscono comprare casa all'estero. Secondo uno studio condotto da Scenari Immobiliari, il 2018 si è chiuso con un record di 48mila compravendite fuori dai confini nazionali, soprattutto in Europa (vista come un porto sicuro in uno scenario geo-politico incerto) dove gli acquisti sono più che raddoppiati dal 2010. I Paesi preferiti dai nostri connazionali sono soprattutto Spagna (35% degli acquisti complessivi per il 2018) e Portogallo.

 

 

 

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