Mutui e surroghe: le previsioni per il nuovo anno

L'analisi de Il Sole 24 Ore: spread stabili e indici in leggero aumento con tassi ancora molto bassi. In fisiologico calo le surroghe.

Come si evolverà il mercato dei mutui nel 2020? È la grande domanda che si pongono non solo analisti ed esperti ma anche, e soprattutto, gli italiani che vogliono comprare casa e si apprestano a chiedere un finanziamento. Si stima che siano circa 250mila le famiglie che ogni anno stipulano il mutuo senza contare le migliaia di soggetti che, sull'onda lunga del 2019, proveranno a surrogare (rivolgendosi ad un altro istituto bancario) o rinegoziare (trattando con la propria banca) il proprio mutuo 

Per fare una previsionale bisogna analizzare due fattori principali: lo spread (la percentuale di margine lordo che la banca sceglie di applicare) e gli indici interbancari. dSono infatti questi due dati a determinare sostanzialmente il tasso finale a carico del debitore. Tra gli indici bisogna considerare l’Irs per il tasso fisso e l’Euribor per quello variabile. 

 

SPREAD La situazione economica degli ultimi anni ha portato gli spread praticamente a zero o poco sopra. Gli istituti bancari, infatti, preferiscono rinunciare ad ottenere utili puntando a fidelizzare il cliente per offrirgli successivamente altri prodotti. Gli esperti immaginano uno spread sostanzialmente stabile, figlio di una offerta di mutui che non dovrebbe variare e di uno spread che difficilmente potrebbe scendere ancora, anche perché con gli indici piuttosto bassi si rischierebbero dei tassi gratuiti o addirittura negativi. 

INDICI Anche gli indici interbancari hanno vissuto gli ultimi 12 mesi su valori davvero bassi, se non record. Per quanto riguarda il tasso fisso, bisogna considerare che gli Irs seguono da vicino l’andamento dei tassi del Bund tedesco che, dopo un tonfo nel corso del 2019, è risalito e gli analisti ipotizzano che possa continuare ad aumentare: la previsione per il tasso fisso è quindi di un leggero aumento (circa 20-30 punti), con tassi comunque poco oltre la soglia dell'1%. 

Per quanto riguarda il mutuo a tasso variabile, la previsione per gli Euribor a 3 mesi indicano che rimarrà intorno a -0,38% per i prossimi 12 mesi per poi risalire fino ad azzerarsi nel 2024. Chi sta rimborsando un mutuo a tasso variabile può dormire sonni tranquilli: i tassi resteranno molto bassi e senza impennate per altri 2-3 anni.

SURROGHE Nell'anno appena concluso la surroga del mutuo è stato il grande protagonista del mercato: in molti hanno approfittato dei tassi record per trasferire il finanziamento in corso da un istituto di credito tanto che si è parlato della terza grande ondata di surroghe in Italia con una impennata del 90% negli ultimi mesi del 2019. Secondo le previsioni degli esperti, le surroghe continueranno anche nel 2020 ma ci sarà un fisiologico rallentamento "dovuta al progressivo esaurimento del bacino dei potenziali mutuatari interessati".

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Mutui sospesi alle donne vittime di violenza: protocollo di Abi e sindacati

Il documento impegna banche e intermediari finanziari a sospendere il pagamento delle rate di mutui e prestiti per 18 mesi

Mutui sospesi fino a 18 mesi per le donne vittime di violenza. È quanto prevede il protocollo d'intesa sottoscritto dall'Associazione bancaria italiana e dalle Organizzazioni sindacali di settore in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne dello scorso 25 novembre.

Il documento impegna banche e intermediari finanziari che aderiranno a sospendere il pagamento della quota capitale dei mutui e dei prestiti con il corrispondente allungamento del piano di ammortamento per un periodo massimo di 18 mesi.

"Oggi, come in ogni altro giorno dell'anno, occorre mantenere alta l'attenzione alla lotta contro la violenza sulle donne - sottolinea Giovanni Sabatini, Direttore Generale di ABI. Con il protocollo sottoscritto oggi, ABI e i Sindacati di settore hanno voluto fornire una concreta forma di sostegno alle vittime di questo inaccettabile problema sociale.Una ulteriore testimonianza della sensibilità delle parti sociali del settore del credito su questo delicato argomento in continuità con quanto già realizzato nel 2017 con l'accordo sindacale che ha incrementato il congedo a disposizione delle vittime di violenza di genere".

Abi e sindacati hanno così sottolineato “l’importanza fondamentale della difesa del rispetto e della dignità delle donne, proseguendo nel percorso avviato già con il Protocollo 16 giugno 2004 sullo sviluppo sostenibile e compatibile del mondo bancario finalizzato al rispetto dei diritti umani fondamentali e del lavoro, contrastando ogni forma di discriminazione basata su razza, nazionalità, sesso, età, disabilità, opinioni politiche e sindacali“. L’accordo avvenuto oggi è perciò anche un incentivo alla diffusione di una cultura in tal senso

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Mutui, i tassi scendono ancora: nuovo minimo storico a 1,4%

Secondo i dati dell'Abi, i tassi di interesse per l'acquisto della casa è diminuito ancora. Male, invece, i finanziamenti alle imprese.

Una discesa senza fine. Secondo i dati diffusi dall'Abi (Associazione bancaria italiana), i tassi di interesse sui nuovi mutui per l'acquisto di un'abitazione è diminuito ancora, scendendo all'1,4% rispetto all'1,44% del mese precedente.

La politica monetaria della Banca Centrale Europa continua quindi a portare i suoi frutti con i tassi dei mutui che continuano a ritoccare i propri record. Il tasso attuale fa riflettere, soprattutto se confrontato con quelli, per esempio, del 2007 quando il dato si attestava al 5,72%. Sul totale delle nuove erogazioni di mutui oltre l'86% sono mutui a tasso fisso: nell'ultimo mese la quota del flusso di finanziamenti a tasso fisso è risultata pari all'86,2% (81,4% il mese precedente).

Brutte notizie, invece, per le imprese. Secondo il rapporto Abi "a seguito della riduzione della domanda di finanziamenti e nonostante tassi di interesse che permangono su livelli storicamente infimi, per i prestiti alle imprese si registra una riduzione dell'1% su base annua". Il tasso medio per i finanziamenti alle imprese è salito all’1,30% dall’1,26% precedente mentre il tasso medio sul totale dei prestiti resta fermo al 2,52%. 

Ottobre 2019 registra anche, a sorpresa, della raccolta delle obbligazioni bancarie, penalizzate in questi anni prima dalla crisi e poi dall'introduzione del bail-in. Per la prima volta da ben 7 anni (era il febbraio 2012), è salita dello 0,6% (-1,6% il mese precedente), con un aumento in valore assoluto di circa 1,5 miliardi di euro a 243,5 miliardi di euro. Notizie positive anche per quanto riguarda le sofferenze nette delle banche che scendono sotto quota 30 miliardi di euro (precisamente a 29,3 miliardi).

 

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