Lupi e serpenti. Cascate e boschi di faggio. Meno di 900 abitanti, ma ben 1407 gradini che si insinuano tra le casette scavate nelle pietra. E ancora, candidi fiocchi di neve che, silenziosi, ricoprono la Maiella. La favola, dal sapore tutto invernale, è a Pretoro, borgo tra i più belli di Italia, a circa 25 chilometri da Chieti, noto per i suoi esperti fusari, artigiani del legno che realizzano minuziosamente gli strumenti per la filatura della lana.
Conosciuto anche come Paese del lupo, ospita dal 2003 una speciale area faunistica in cui vive ed è protetto il predatore, personaggio indiscusso delle fiabe, che da queste parti è una vera star.
Non solo per la famosa Torta del lupo (dolce al cioccolato fondente e vino rosso imbevuto di rum e ripieno di gianduia) realizzata dalla signora Paola Alimonti nel suo laboratorio, “Dolcezze del Parco”, nel 2009. Ma anche e soprattutto per Lu Lope, rappresentazione scenica con cui, ogni prima domenica di maggio, si fa memoria del miracolo di San Domenico Abate, monaco benedettino di Foligno che fondò monasteri ed eremitaggi tra il Lazio e l’Abruzzo.
Leggenda narra che il santo, colpito dalla disperazione di una coppia di boscaioli a cui un lupo aveva strappato il figlioletto, riuscì ad ammansire l’animale che riportò indietro sano e salvo ai suoi genitori il bambino (interpretato tradizionalmente dall’ultimo nato di sesso maschile in paese).
Durante la giornata vengono poi benedetti dei braccialetti di cotone e fili colorati, realizzati con l’uncinetto dalle donne del paese, simbolo della protezione di San Domenico dai morsi dei serpenti. Al termine della cerimonia, si dà, infatti, avvio alla processione dei serpari i quali portano in corteo i serpenti catturati ad aprile nei boschi di montagna. A conclusione, vengono premiati quanti hanno raccolto i serpenti più lunghi.
DA NON PERDERE
Leggende e antiche tradizioni, ma solo. A rendere affascinate Pretoro sono anche le stazioni sciistiche. Nella vicina Passolanciano-Majelletta, scendendo dalla piste, si rimane estasiati di fronte alle neve che, all’orizzonte, si infrange contro l’azzurro del cielo e del mar Adriatico.
Per chi, invece, predilige gli slalom tra le bellezze artistiche, ci sono almeno tre monumenti da non perdere in città e fuori dal centro. Prima di tutto la chiesa di Sant’Andrea Apostolo che, posta sulla parte più alta del borgo. A due navate e a pianta irregolare, perché adattata alla roccia, è di stile neoclassico con lievi influssi di barocco. Dalle forme tardorinascimentali, ma costruita su un nucleo romanico, è invece la chiesa di San Nicola dove, oltre al vescovo di Myra, si venera anche il patrono della città, san Domenico Abate. A circa 7 chilometri dal borgo, poi, sui monti, c’è l’eremo della Madonna della Mazza (così chiamato per via dello scettro regale con cui è raffigurata la Vergine) fondato, probabilmente nel ‘300, dai monaci benedettini cistercensi provenienti dalla Francia.
La chiesetta è frequentata solitamente in estate e soprattutto la prima domenica di luglio quando la Madonna, dopo essere stata lasciata per due mesi nella chiesa di Sant’Andrea, viene riportata qui in processione.
CURIOSITÀ
È nata a Pretoro nel 1944 Anna Maria Pellegrini, soprano italiana famosa al mondo. Emigrata con la famiglia in Canada, nel 1963, debuttò con la “Canadian Opera Company” nel ruolo della sacerdotessa nell’Aida di Verdi.
L’attuale borgo medioevale è sorto intorno al 1600 a seguito della distruzione del castello di Pretoro, il “Castrum Pretorii de Theti”, arroccato sull’estremità della roccia e allora presidiato da uno scudiero e 12 servitori.
Il toponimo Pretoro potrebbe derivare dal latino Praetorium (“luogo di raduno di soldati”) e indicherebbe un punto di osservazione e vigilanza dei passaggi nella valle Peligna. Un’altra plausibile origine del nome è il termine “preta”, che in dialetto abruzzese indica la pietra di cui abbonda l’area.
Uno dei personaggi più importanti del paese è stato Antonio Palmerio, conosciuto come Mastro Tonino, ma noto anche come Uomo di legno e Geppetto d’Abruzzo per aver realizzato in legno innumerevoli esemplari di Pinocchio. Tornitore fin dall’infanzia, è morto nel 2021 all’età di 90 anni. La sua bottega ha custodito meraviglie e almeno un secolo di storia del paese.
Valeria De Simone