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Palmanova: la stella del Friuli Venezia Giulia

  • 10 Settembre 2024

Calcola la somma delle ampiezze dei nove angoli sapendo che…Appena varcato il perfetto perimetro ennagonale sembra di essere catapultati in uno dei problemi di geometria che tanto ci facevano arrovellare a scuola. Fossati e terrapieni, tunnel segreti e ponti levatoi. Nulla è lasciato al caso in questo angolo della pianura friulana. Tutti i dettagli, anche i più piccoli, si intersecano armonicamente in un gioco di simmetrie e di leggi fisiche. Un ordito senza pari, avvolto da un alone di mistero, che affonda le radici nel lontano 1593.

È il 7 ottobre, giorno di Santa Giustina (che diverrà poi patrona della città), ma anche anniversario della vittoria della Lega Santa a Lepanto contro le flotte dell’Impero ottomano (7 ottobre 1571). La Repubblica di Venezia è una delle principali potenze del Mediterraneo. Temendo l’avanzata degli austriaci da nord e dei turchi da est, decide di costruire, in una posizione strategica, quello che sarebbe stato uno dei più impenetrabili fortini al mondo: Palmanova.

Una stella a nove punte, regolare come una ragnatela. È così che appare la città, che conta oggi poco più di 5mila abitanti, in una visione aerea. Ma le sua sembianze nulla hanno a che fare con l’estetica o con l’astronomia. Ogni elemento ha, o meglio aveva, una finalità bellica ben precisa.

Le punte dell’astro altro non sono che baluardi, così costruiti per deviare la traiettoria delle palle dei cannoni. La lunghezza di 400 metri di ogni lato, poi, è proporzionata alla gittata dei cannoni in modo che l’intero perimetro fosse difeso da attacchi esterni. Allo stesso modo, gli edifici all’interno sono più bassi delle mura per far sì che i punti nevralgici della roccaforte non fossero visibili ai nemici. Persino il campanile del Duomo Dogale, dedicato al SS. Redentore, ha un’altezza ridotta che lo rende sproporzionato rispetto al resto della struttura.

CURIOSITÀ

  • La chiesa domina l’esagonale piazza Grande attorno a cui si sviluppa l’intera Palmanova alla quale si accede attraverso le tre porte monumentali che prendono il nome della città verso cui sono rivolte: Porta Aquileia, Porta Udine, Porta Cividale.
  • La prima, ingresso di rappresentanza, è la più ricca di fregi e di decorazioni. La seconda, costruita nel 1605, conserva ancora due grandi ruote che servivano per il sollevamento del ponte levatoio. Da non perdere, all’esterno di Porta Udine, il bianco ponte veneziano, l’acquedotto cinquecentesco che approvvigionava la città con l’acqua della Roggia di Palma. In pietra d’Istria, è ornato da una lapide centrale che ritrae una pelle di leone tra le due figure allegoriche Igea e Sorgente. All’interno della parte superiore di Porta Cividale, è stato, invece, allestito il Museo Storico Militare con testimonianze di varie epoche.
  • Non si può lasciare la città senza visitare alcune delle gallerie che collegano tuttora le fortificazioni della cinta muraria e assaggiare la Palmatorta aromatizzata al rum. Realizzata a partire dal 2023 dalla Pasticceria Nonna Pallina, in occasione dei suoi 30 anni di attività, è fatta con farina di mais e farina di nocciola. Sulla confezione spicca, dorata, la pianta storica della città stellata.

CURIOSITÀ

Palmanova è costruita interamente attorno al numero 3 e a suoi multipli: 3 sono le cerchia di mura, 3 le porte di ingresso, 9 i bastioni e 18 le strade, di cui 6 convergenti verso la piazza centrale.

Secondo una leggenda una squadra di provveditori di Venezia fu inviata nella pianura friulana alla ricerca del luogo adatto dove costruire la fortezza. Durante una pioggia intensa, questa trovò riparo in una piccola cappella dove una folata di vento fece cadere sul pavimento una ragnatela. I provveditori lo considerarono un segno e decisero quindi di realizzare Palmanova proprio ispirandosi a quella forma perfetta.

Sull’antico stemma della città è raffigurata una palma alla cui ombra riposa un leone. Il significato allegorico è che sotto la protezione di Palma (nome originario della fortezza) il leone, simbolo di Venezia, poteva stare tranquillo. E rimase tale fino al 1797, quando gli Asburgo, a più di 200 anni dalla fondazione della città, la conquistarono in maniera piuttosto bizzarra. Due ufficiali austriaci bussarono alle porte di Palmanova dicendo di avere un appuntamento con il provveditore della città. Il guardiano di turno li accolse. Ma quando il ponte levatoio si alzò, entrarono oltre 1000 soldati che si erano nascosti dietro quegli stessi terrapieni che avrebbero dovuto difendere la città e che invece, ironia della sorte, contribuirono alla sua disfatta.

Seguì poi la dominazione francese. Dobbiamo a Napoleone, che fece costruire una terza cerchia difensiva, la pianta definitiva della città. Fu ancora lui ad aggiungere il termine nova a Palma, a indicare che per la città stava per iniziare una nuova epoca. 

Valeria De Simone