La convinzione di chi sa di aver fatto la scelta giusta. Il sorriso di chi sa di essere nel posto giusto al momento giusto. Un amore viscerale per la propria azienda. L’emozione di chi ha raggiunto il traguardo più grande, ma al tempo stesso non vuole fermarsi, anzi, vuole alzare ancora di più l’asticella. È davvero difficile raccontare il turbinio di emozioni che ha caratterizzato l’Iconvention del Direttore Iconapubli Leonardo Lo Cascio. Una congiunzione astrale, come lui stesso l’ha definita, che lo ha portato a ricevere il riconoscimento più ambito nell’evento più importante dell’azienda che lo ha fatto crescere e brillare, circondato dalle persone che ama e con le note del suo gruppo preferito in sottofondo. La perfezione non esiste, ma qui ci siamo andati molto vicini.
Iniziamo dal momento simbolo dell’Iconvention. Siamo agli attimi finali, sul palco i presidenti Giancarlo, Nicola e Daniele stanno proclamando la Hall of Fame e si avvicinano a te, quasi minacciosi. Cosa hai provato?
“In realtà ricordo poco. Sicuramente ho provato stupore. In quel momento ho rivissuto la mia vita professionale in timelapse. Ho rivisto tutta quello che mi è accaduto, nel bene e nel male, da quando ho iniziato la mia avventura nel mondo immobiliare ad oggi. Poi è stata un’esplosione di felicità. Probabilmente ancora oggi non ho pienamente contezza di quanto accaduto”.
Fughiamo subito un dubbio: è stata una vera sorpresa! È rimasto tutto top secret fino all’ultimo secondo.
“Vero, anzi, è stata una doppia sorpresa. La prima, perché Iconapubli ha architettato un piano perfetto per depistarmi con successo. Un piano oserei dire diabolico. La seconda sorpresa è che Iconacasa si è confermata letteralmente rule-breaker: ha rotto un’altra regola, quella che estrometteva i direttori dei servizi dalla corsa alla hall of fame”.
“In quel momento ho rivissuto la mia vita professionale in timelapse. Ho rivisto tutta quello che mi è accaduto, nel bene e nel male, da quando ho iniziato la mia avventura”
Sappiamo che questo era un traguardo proibito, ma tanto desiderato e sognato. Cosa rappresenta e a chi vuoi dedicarlo?
“Sì, l’ho sempre desiderata. Ogni convention, durante le ore di preparazione, il pensiero andava sempre all’idea che un giorno potessi avere l’opportunità di ricevere questo riconoscimento. Non rappresenta, però, l’obiettivo finale, ma solo una tappa intermedia come tutte le pietre miliari lungo il mio percorso professionale. Chi ringraziare? Prima di tutto la presidenza, che ha posto grande fiducia in me, assecondando la mia idea di cambiamento del nostro modo di comunicare. Mi ha dato carta bianca, che diventava sempre più bianca man mano che arrivavano conferme che la strategia fosse quella giusta. Poi, si dice che dietro ogni grande uomo c’è una grande donna, ma a me non piace questa definizione. Per me accanto ad ogni uomo c’è una grande donna. Mia moglie mi ha permesso di essere ovunque senza farmi pesare il fatto di essere poco presente in alcuni momenti. Infine un doveroso ringraziamento va alle altre persone che mi stanno accanto, il team Iconapubli. Grazie a loro ho raggiunto questo traguardo e anche grazie a loro Iconacasa è quello che è oggi”.
Parliamo del tuo discorso. Sappiamo che c’è stata tanta preparazione, ed eri visibilmente emozionato. Vuoi raccontarci come è nato?
“In realtà ho impiegato pochissimo tempo per scriverlo perché ho semplicemente descritto il mio percorso in Iconacasa, l’azienda che mi ha dato il privilegio di poter trasformare la mia passione in lavoro. La grande preparazione è dovuta alla volontà di trasmettere al meglio questo messaggio. La parte che mi piace di più è quella della luce: Iconacasa è una galassia in cui ogni stella è libera di brillare quanto vuole, dipende tutto dalla propria volontà. Se vuoi esprimere il tuo potenziale sei libero di farlo come e quando vuoi”.
E proprio alla fine del tuo discorso c’è stato l’abbraccio con tutto il team Iconapubli
“L’abbraccio non era previsto, è stato spontaneo perché penso che ci sia reciprocità. Nutro profondo amore per i miei collaboratori e sono convinto che sia reciproco. Era doveroso mostrare al mondo chi c’è dentro Iconapubli ed era giusto che ognuno di essi ricevessero un’ovazione. Questo fa capire che stiamo lavorando bene”.
L’anno scorso una tempesta perfetta si è abbattuto sull’evento più importante, quest’anno è stata la stessa Iconvention a trasformarsi in tempesta perfetta. Che voto dai all’evento?
“Come organizzatore do un 9 pieno. Chi mi conosce sa bene che è il voto più alto che posso dare perché altrimenti non si potrebbe migliore. È stato un bellissimo evento e sono contento per come è stato concepito, pianificato, organizzato e poi eseguito. E quel senso di collaborazione e di squadra che ha pervaso tutta la settimana in cui siamo stati in location è qualcosa che mi porterò nel cuore. Non c’era nulla che potesse destabilizzarci: erano pronti il piano B, C e anche D”.
E a livello personale?
“Da uomo l’evento ha un valore inestimabile, va oltre qualsiasi numero immaginabile. Si sono allineati i pianeti, c’è stata una congiunzione astrale. Non cambierei nulla di quello che è avvenuto in quei giorni”.
Nel tuo percorso professionale, ad un certo punto hai scelto di lasciare la tua zona di comfort per intraprendere una avventura ambiziosa, ma complessa diventando Direttore Marketing a tempo pieno. Come è stato questo cambiamento?
“Sicuramente c’era paura. Ma se la paura è la cartina al tornasole della propria ambizione, era giusto averne. È stato un po’ un tuffo nel buio, ma alla fine era un rischio calcolato perché mi fidavo e mi fido tutt’ora delle persone che avevo attorno. Quella scelta ha ripagato tutti i sacrifici e tutte le rinunce, non solo in termini economici. Chi mi conosce sa che il guadagno non ha una posizione apicale nella mia piramide di valori. Mi è stata fata una promessa che è stata mantenuta, ho fatto una promessa che sto cercando di mantenere. Ho trovato la mia pace interiore perché faccio quello che ho sempre sognato di fare. Ho trovato il mio posto”.
Quelle persone che ti hanno permesso di fare il famoso salto nel buio sono sicuramente i soci fondatori. Come si è evoluto il rapporto con loro?
“Il rapporto con Giancarlo Quassia, Nicola e Daniele Amoruso è nato 20 anni fa e come in una qualsiasi relazione viscerale ha avuto tanti alti e qualche basso. Le crisi non arrivano se non c’è un rapporto vero! Di base c’è stato sempre un amore viscerale, anche quando per un breve periodo siamo stati distanti. Quando hai loro al tuo fianco, ogni tua paura non è giustificata: è bello sapere che puoi pensare in grande avendo sempre loro a proteggerti. È una loro peculiarità e che stanno trasmettendo a tutta la rete. Iconacasa è un ecosistema che innanzitutto protegge e poi mette in condizione di crescere”.
“Quando hai i Presidenti al tuo fianco, ogni tua paura non è giustificata: è bello sapere che puoi pensare in grande avendo sempre loro a proteggerti.”
C’è mai stato un momento in cui ha pensato: ‘Ma chi me lo ha fatto fare?’
“Ogni maledetto giorno. E non sto scherzando. Però, il fatto di non sentirmi mai appagato mi permette di alzare sempre più l’asticella, di spingere sempre più lontano il traguardo. Ed è quello che cerco di trasmettere a tutti i miei collaboratori: quando uno pensa di essere arrivato al limite, c’è Leo che con la sua insoddisfazione spinge quel limite un po’ più la”.
C’è un episodio della tua vita professionale che ti è rimasto nel cuore?
“31 marzo 2021. Nella sede di Bari c’è stato un pranzo che ha rappresentato al tempo stesso un saluto al mio passato da agente immobiliare e un virtuale abbraccio al futuro da direttore a tempo pieno di Iconapubli. Penso che a quel tavolo erano presenti persone che mi volevano bene e me ne vogliono ancora oggi. La vita è come un boomerang, tutto quello che lanci ti ritorna: se lanci bene, il bene ritorna con gli interessi”.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi? Magari una seconda Hall of Fame?
“Ho sempre avuto la voglia di fare meglio quindi sì, rientra nei miei obiettivi quella di vincere di nuovo la Hall of Fame in futuro. A stretto giro l’obiettivo è sicuramente lo sviluppo della rete, in Italia ma anche in Europa. E poi rendere Iconapubli la miglior agenzia di comunicazione del settore immobiliare a livello nazionale, se non europeo in modo tale da offrire alla nostra rete il miglior supporto possibile. Con chi mi vedo? Amo definirmi un nomade, ma la mia famiglia resta il fulcro attorno al quale deve ruotare tutto. Mi vedo circondato dalle stesse persone di oggi, perché le ho scelte io. O meglio, stessi individui ma cresciuti, perché dobbiamo continuare a crescere tutti insieme”.