
Il cambio di residenza rappresenta un passaggio fondamentale per chi decide di trasferirsi in una nuova abitazione, in quanto comporta l’aggiornamento dei dati anagrafici e l’accesso a numerosi servizi, quali l’assistenza sanitaria e l’istruzione.
Quando si va a vivere in una nuova casa, però, è necessario seguire un iter burocratico ben definito, che prevede la comunicazione della variazione al Comune. In quest’ottica, il Comune non si limita a registrare il nuovo indirizzo, ma ha anche la facoltà di controllare la veridicità della dichiarazione attraverso i la Polizia Locale, al fine di evitare dichiarazioni mendaci che potrebbero essere finalizzate ad ottenere vantaggi fiscali, come l’esenzione dall’IMU.
L’iter di richiesta
Il Codice Civile, all’articolo 43, definisce la residenza come il luogo in cui una persona ha la dimora abituale, pertanto ogni trasferimento a un nuovo indirizzo o in un diverso Comune comporta l’obbligo di comunicare tale cambiamento. Per adempiere a questo obbligo, il cittadino deve inviare una richiesta ufficiale sul sito dell’anagrafe digitale utilizzando l’autenticazione con Spid.
Una volta presentata la comunicazione, il cittadino ha adempiuto agli obblighi principali, mentre il Comune, attraverso l’Ufficio Anagrafe, si occupa di registrare il cambio di residenza entro due giorni dalla richiesta di trasferimento. Dopo l’aggiornamento dei registri anagrafici, il Comune si riserva la possibilità di inviare la Polizia Municipale o addetti comunali al nuovo indirizzo per verificare la presenza effettiva dei dichiaranti. Questi controlli hanno lo scopo di accertare che i cittadini abbiano effettivamente trasferito la loro dimora abituale e che le informazioni fornite siano corrette.
Mancato controllo: che succede?
Gli agenti della Polizia Municipale operano seguendo regole ben precise: hanno a disposizione 45 giorni per effettuare i controlli e non comunicano preventivamente né il giorno né l’orario in cui effettueranno le verifiche, potendo intervenire fino a tre volte nel corso di questo periodo. Se, al termine dei controlli, risulta confermato che i dichiaranti risiedono effettivamente nella nuova abitazione, il cambio di residenza viene considerato definitivo e la pratica si conclude.
Ma che succede se i Vigili Urbani non si presentino all’indirizzo indicato? Niete paura: se entro i 45 giorni previsti dalla normativa non viene effettuato alcun controllo, il cambio di residenza viene considerato andato a buon fine automaticamente, grazie alla regola del silenzio-assenso, come previsto dal Decreto n. 5 del 2012 e convertito nella Legge n. 35/2012.