Esistono in (quasi) tutte le nostre città, quasi sempre in periferia, ma quasi nessuno conosce la loro origine ma soprattutto perché si chiamano così. Parliamo delle famose “Zone 167”, inizialmente una risposta alle esigenze abitative delle fasce di popolazione a reddito medio-basso, adesso aree fortemente rivalutate ricche di servizi e infrastrutture.
Tutto nasce nel 1962
Le zone 167 devono il loro nome proprio alla legge che le ha istituite: quella del 18 aprile 1962, n. 167 appunto. Parliamo quindi degli anni Sessanta, un periodo di forte crescita economica e demografica per l’Italia. Queste aree del territorio italiano sono state destinate alla costruzione di abitazioni a costi contenuti, per garantire l’accesso alla casa a chi altrimenti ne sarebbe escluso.
La normativa offriva ai comuni la possibilità di espropriare terreni a prezzi calmierati, da destinare a edilizia pubblica o convenzionata. Grazie alla Legge 167, fu possibile pianificare interventi di edilizia economica e popolare, favorendo l’accesso a una casa dignitosa e affrontando l’emergenza abitativa con una visione sociale e inclusiva.
Questo strumento legislativo si proponeva due obiettivi principali: Contrastare la speculazione edilizia, limitando il rincaro dei terreni. Rispondere al fabbisogno abitativo, specialmente nelle aree urbane più densamente popolate. Dal punto di vista urbanistico, le Zone 167 sono state progettate per offrire non solo spazi residenziali, ma anche una rete di servizi pubblici e infrastrutture includendo Scuole e aree verdi, strutture sportive e ricreative, ma anche servizi di quartiere come negozi, uffici pubblici e centri comunitari.
Dal pubblico al privato
Gli edifici presenti nelle Zone 167 sono vari per tipologia, rispecchiando le esigenze delle diverse fasce di popolazione. Si va dalle case popolari agli appartamenti convenzionati, fino a villette a schiera in alcuni contesti. Nonostante i costi contenuti, molte abitazioni sono state costruite secondo standard di edilizia di qualità, per garantire un equilibrio tra economicità e vivibilità.
Con il passare del tempo, molte abitazioni nelle Zone 167 sono state vendute a privati, trasformandosi da immobili pubblici a proprietà private. Questo cambiamento ha portato a una rivalutazione di alcuni quartieri, specialmente in aree ben servite da infrastrutture e collegamenti. Tuttavia, non tutte le realtà hanno beneficiato di questa evoluzione:
Le Zone 167 sono un esempio significativo di politica abitativa che ha cercato di rispondere alle esigenze collettive in modo strutturato e inclusivo. Nate per far fronte alla crisi abitativa degli anni Sessanta, continuano a essere rilevanti, offrendo opportunità abitative a costi accessibili. Tuttavia, per valorizzare appieno queste aree, è necessario un impegno continuo nelle politiche di riqualificazione e manutenzione, garantendo così che restino all’altezza del loro scopo originario.