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Prospettive urbane: il sistema del verde

  • 22 Luglio 2024

Una città contemporanea si compone di tantissimi elementi e sistemi come abbiamo visto finora. Abbiamo parlato di Smart Cities, di quartieri urbani, di “quartieri verticali”, del sistema infrastrutturale. Ma qual è il sistema più importante per una città davvero sostenibile?

Senza ombra di dubbio è il Sistema del Verde, ossia l’insieme di tutte le aree e percorsi verdi che hanno uno scopo importantissimo per la vita dell’essere umano: garantire il corretto equilibrio tra ambiente costruito e ambiente naturale o più semplicemente tra uomo e natura.

È dimostrato e confermato da numerosi studi scientifici che la qualità dell’ambiente urbano ha una enorme incidenza sulla salute e sulla qualità di vita delle persone. La presenza di aree con vegetazione è associata a riduzione di stress, protezione contro ansia e depressione, diminuzione delle malattie respiratorie e cardiovascolari e miglioramento della concentrazione. Inoltre alberi e piante assorbono CO2 e producono ossigeno; sono i più grandi alleati nella lotta all’inquinamento atmosferico e nel miglioramento della qualità dell’aria in città.

Una città sostenibile sceglie quindi un modello insediativo incentrato sul Sistema del Verde. Sarà un centro urbano ricco di aree e parchi urbani di varie dimensioni (da semplici giardini pubblici a vere e proprie riserve naturali) e da arterie verdi (viali alberati e piste ciclabili).

Sin dall’800, il parco urbano è stato concepito come un luogo di aggregazione, un insieme di spazi destinati ad aree ricreative, culturali, di incontro e collettività. Il polmone verde della città. Nasce dalla matrice del giardino, ma si differenzia da esso per la capacità di interagire e fondersi con il contesto circostante. Il primo parco urbano nasce in Inghilterra, per poi diffondersi in Europa e negli stati Uniti con la realizzazione del più famoso polmone verde, Central Park. Central Park rappresenta non solo il punto di partenza, ma è il vero e proprio simbolo del concetto di spazio verde nella città.  Dagli ultimi decenni del Novecento fino ad oggi si introduce sempre più nell’uomo, la consapevolezza della salvaguardia ambientale, delle problematiche ecologiche, della necessità di uno sviluppo sostenibile e della ricerca, sempre più forte, di un rapporto costante tra uomo e natura. Da qui parte dunque il concetto di parco urbano come lo conosciamo oggi, non solo come luogo di incontro per la collettività – luogo in cui tutti hanno pari diritti – ma anche come la ricucitura del tessuto urbanizzato.

Ma quali sono in  termini pratici gli effetti sulla città di un parco urbano?

Riduzione dell’effetto isola di calore. Per effetto isola di calore si intende un surriscaldamento locale, nelle città, con conseguente innalzamento di temperatura fino a 5 gradi rispetto alle zone rurali, sia in estate che in inverno. Ovviamente in estate l’aumento anche di soli 4 gradi si percepirà molto di più e dunque la conseguenza più plausibile sarà l’utilizzo di condizionatori, climatizzatori e ventilazione meccanica. Tutto ciò comporta un aumento del consumo di energia e di inquinamento. Dunque la realizzazione di aree verdi urbane, comporta un miglioramento del microclima ed una diminuzione dell’inquinamento con conseguente miglioramento della qualità dell’aria e dell’acqua.

Il contrasto al consumo del suolo. Perché è importante contrastare il consumo di suolo incontrollato? Il suolo è una delle risorse primarie del pianeta, la base di tutta la vita, il punto di incontro tra terra, aria e acqua. È un sistema essenziale e multifunzionale che, se correttamente gestito e conservato, garantisce numerosi servizi ecosistemici quali la sicurezza alimentare, la sicurezza energetica, la sicurezza idrica, la biodiversità, la qualità ambientale. La perdita del suolo o un cambiamento delle sue funzioni naturali, spesso dovuto a dinamiche insediative e infrastrutturali, comporta urbanizzazione incontrollata, forti aumenti dei consumi di energia e innalzamento delle temperature.

Riduzione dell’impermeabilità del suolo. L’impermeabilizzazione del suolo è un tema di grande importanza, tipico delle aree densamente urbanizzate. Le nostre città sono infatti senza dubbio “ troppo costruite”. Asfalto per le strade e cemento per gli edifici sono infatti troppo spesso i materiali prevalenti. Materiali prevalenti e impermeabili che limitano parzialmente o anche totalmente le funzioni naturali del terreno. Questo comporta una alterazione degli equilibri naturali del suolo e un conseguente aumento di inondazioni, frane e in generale di scompensi idrici. La realizzazione di parchi urbani restituisce seppur parzialmente l’equilibro originario del suolo urbanizzato del centro urbano tramite un corretto deflusso dell’acqua piovana nel sottosuolo.                                                                            

Miglioramento del microclima locale e della qualità dell’aria. Come già anticipato, la realizzazione di parchi urbani e di aree verdi contribuisce a creare un miglioramento del microclima nelle aree circostanti, con un conseguente risparmio energetico (minore necessità di impianti di climatizzazione) e un tasso di umidità regolato naturalmente. Inoltre, le piante presenti nei parchi contribuiscono all’assorbimento di alte quantità di anidride carbonica e micropolveri e alla produzione di ossigeno, garantendo un notevole miglioramento della qualità dell’aria.                                                                                

Aumento degli spazi all’aperto. I parchi offrono, a chi vive la città ed è abituato ad un ritmo di vita molto frenetico, dei momenti di relax e allo stesso tempo di collettività. Favoriscono infatti la socializzazione e permettono di praticare attività fisica all’aria aperta. 

CURIOSITÀ

Qual è il primo parco urbano della storia? Il primato è inglese, nei pressi di Liverpool. Progettato da Joseph Paxton, a Birkenhead nel 1847. Siamo nell’epoca del paesaggismo inglese che si oppose, per la prima volta, agli stereotipi del giardino classico geometrico, favorendo forme sinuose e irregolari. Per la prima volta vediamo l’inserimento di piccoli laghetti, percorsi naturalistici e boschetti che richiamano ad un ambiente il più possibile naturale e incontaminato. Ben presto,  si diffuse in tutta Europa e negli Stati Uniti anche perché il costo di manutenzione risultava essere molto ridotto.

Qual è il parco più grande del mondo? In questo caso il primato lo hanno gli States con Central Park. Aperto nel 1856, con i suoi 4 km di lunghezza e 800 m di larghezza è il parco urbano più grande in assoluto. Progettato dagli architetti Frederick Law Olmsted e Calvert Vaux e soprannominato “polmone verde” di New York, anche se sembra naturale è quasi tutta opera dell’uomo.

E in Italia? Sul podio della classifica al primo posto troviamo il Parco Regionale dell’Appia Antica, a Roma. Si tratta di un polmone verde nel cuore di Roma, e anche uno tra i più belli di Italia. Si estende per oltre 3290 ettari. Un luogo davvero unico dove la storia incontra la natura.

Architetto Mirco Ciarlante