Quando si pianifica un viaggio nel cuore dell’Europa, la scelta sembra sempre limitarsi a due grandi nomi: la magica Praga o l’elegante Vienna. Ma se si è alla ricerca di una destinazione fuori dalle rotte più battute, la risposta è una sola: Telč, gioiello ceco, dal 1992 patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, incastonato a metà strada tra le due capitali.
Dopo un devastante incendio nel XVI secolo, il nobile Zachariáš z Hradce decise di ricostruire il borgo fino a trasformarlo in una “città ideale” ispirata ai modelli italiani. Così, ancora oggi, la Piazza di Zachariáš z Hradce è un palcoscenico a cielo aperto con muri colorati in stile rinascimentale e barocco, eleganti portici e tetti a punta. Ogni casa è una piccola opera d’arte, spesso decorata con la tecnica dello sgraffito, una sorta di ricamo su pietra, che dona alla facciate un aspetto tridimensionale.
“Telč è circondato da tre laghi artificiali, un tempo parte di un ingegnoso sistema idrico”.
Ma non solo. Telč è circondato da tre laghi artificiali, un tempo parte di un ingegnoso sistema idrico. Oggi questi specchi d’acqua riflettono le case e il castello, creando un’atmosfera rilassante, perfetta per passeggiate tranquille. Sempre, però, che non si aggirino strane creature! Si narra infatti che il lago Štěpnický fosse un tempo abitato da un drago, poi sconfitto da un eroe locale.
Ma non è l’unica leggenda che si tramanda a Telč. Si dice che al castello si aggiri il fantasma della Dama Bianca, Perchta di Rožmberk, una nobildonna del XV secolo condannata a errare senza pace a seguito di una maledizione. Anche le fontane storiche della piazza, in particolare quella vicino alla Colonna della Peste, sono al centro di una credenza popolare: bere la loro acqua, in silenzio e con il cuore puro, pare possa far avverare i desideri più segreti.

Diario di bordo
La nostra avventura inizia da Hlavní Nádraží, la stazione centrale di Praga. Saliti a bordo di un treno, lasciamo alle spalle le guglie gotiche e i ponti affollati della città. Il viaggio, che prevede un cambio a Jihlava, ci regala l’occasione di ammirare il paesaggio che scorre fuori dal finestrino: verdi campagne, piccoli villaggi e rigogliose foreste.
Dopo circa 3 ore scendiamo nella tranquilla stazione di Telč da cui, in pochi minuti a piedi, raggiungiamo il centro storico. È subito amore a prima vista: Piazza di Zachariáš z Hradce si apre davanti a noi in tutta la sua perfezione pittorica. Le luci di Natale iniziano ad adornare le vie, l’aria si riempie di profumi di vin brulé e dolci speziati mentre piccoli fiocchi di neve cadono giù dolcemente. Troviamo così riparo in una delle accoglienti trattorie locali sotto i portici dove ordiniamo un confortante guláš accompagnato da morbidi knedlíky (gnocchi di pane), annaffiato da una pinta di ottima birra ceca.
“Dopo un devastante incendio nel XVI secolo, il borgo fu ricostruito e trasformato in una “città ideale” ispirata ai modelli italiani.”.
Dopo pranzo ci incamminiamo verso il Castello di Telč che sorge imponente a un’estremità della piazza. Ci perdiamo tra le sue sale sontuose, ammirando gli affreschi magnificamente conservati e gli arredi d’epoca che raccontano la vita sfarzosa dei nobili del passato. Ritornati in piazza, ci soffermiamo sulla Colonna della Peste, un magnifico monumento barocco del XVIII secolo. Le sue sculture dettagliate, dedicate alla Vergine Maria e ai santi protettori, narrano storie di fede e speranza, erette in segno di gratitudine dopo la fine di devastanti epidemie.
La giornata prosegue con una visita al Museo di Telč, che si rivela una miniera di curiosità e dettagli affascinanti sulla storia del borgo, dalle sue origini medievali alla sua gloriosa trasformazione rinascimentale. Prima di tornare a Praga ci concediamo un’indimenticabile passeggiata lungo i laghi sotto la tenue luce di novembre.
Valeria De Simone