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Non dimenticare mai di dire “grazie”

  • 13 Ottobre 2025

Oh my friend,

Siamo di nuovo a terra. La crociera è finita, ma la sua eco vibra ancora dentro di noi. Il porto di Napoli ci accoglie come un grande abbraccio, vivo e pulsante, mentre i passi lenti ci conducono giù dalla Costa Fascinosa, che ci ha ospitato nei giorni più intensi dell’anno. Eppure non è stata una crociera come le altre: non mare e svago soltanto, ma un viaggio interiore ed esteriore, fatto di promesse e di legami.

Il Giuramento è stato questo, oh my friend: un rito intimo e denso di significato, una cerimonia che ha unito le voci e i cuori di chi vive l’ecosistema Iconacasa. Non un semplice evento, ma un momento di verità: la conferma di un patto reciproco, di una responsabilità condivisa, di un legame che va oltre le parole. È stato il sigillo che ci ha ricordato che nessuno di noi cammina da solo, che le nostre storie sono fili intrecciati in un tessuto più grande.

Adesso, con la città di Napoli che si apre davanti a noi, facciamo il nostro solito rituale. Un caffè bollente al volo, forte e aromatico, che sa di rinascita e appartenenza. Ci sediamo sul molo, il Vesuvio sullo sfondo che sembra vegliare su ogni cosa.

Ora, come sempre, tra un sorso e l’altro, respirando aria che profuma di caffè e salsedine, è il momento del nostro riutale: una cuffia a te ed una a me. Play.

Partono le prime note eteree di “Shine On You Crazy Diamond” dei Pink Floyd. L’inno scritto per Syd Barrett, il genio fragile che bruciò troppo in fretta, ma che rimase per sempre nel cuore dei suoi compagni. La musica ci avvolge, e le parole sembrano scolpite per questo momento: “Shine on you crazy diamond…” –  brilla, diamante folle.

Syd non è più lì con loro, eppure la sua presenza è eterna, perché riconosciuta, celebrata, onorata. Ecco il senso profondo della riconoscenza: non lasciare che ciò che ha dato luce cada nell’ombra. Riconoscere i meriti, custodire i legami, tenere viva la scintilla.

Oh my friend, il monito è chiaro: riconoscere sempre. Riconoscere chi si impegna, chi sviluppa il proprio potenziale, chi si trasforma con coraggio. Ma riconoscere anche – e forse soprattutto – chi ti ha trasmesso quella scintilla, chi ti ha dato fiducia quando ancora non sapevi di poter brillare, chi ha creduto in te prima ancora che tu lo facessi. Perché senza questa reciprocità, tutto rischia di spegnersi.

Pensa ai napoletani, alla loro terra. Sono nati in uno dei luoghi più belli e ricchi del mondo, e ne hanno consapevolezza. Lo sanno, oh my friend, e lo celebrano ogni giorno: celebrano Napoli, la sua arte, la sua musica, la sua cucina, la sua anima. La celebrano con fierezza, con ostinazione, con amore. E ogni volta che la celebrano, Napoli ricambia: si offre ancora più viva, più generosa, più bella. È la legge della reciprocità.

Allo stesso modo, nell’ecosistema Iconacasa – come in ogni comunità, in ogni squadra, in ogni famiglia – non basta sviluppare talenti. Bisogna riconoscerli. Non basta trasferire consapevolezza: bisogna alimentarla. Perché il rischio, oh my friend, è concreto. Senza riconoscenza, il talento che hai coltivato e fatto fiorire può sentirsi spaesato, può pensare di dover cercare altrove un terreno più fertile. E allo stesso modo, chi ha dato, chi ha trasmesso fiducia e visione, in assenza di riconoscenza può sentirsi escluso, inutile, dimenticato. Può decidere di cambiare aria.

La riconoscenza è un patto silenzioso che tiene unito il tutto. È il collante che impedisce alle crepe di diventare voragini. È il respiro che tiene viva la fiamma. Senza di essa, ogni sistema rischia di collassare. Con essa, ogni sistema diventa eterno.

E così, proprio come Napoli e i suoi figli che si amano e si riconoscono a vicenda, anche noi dobbiamo imparare a celebrare continuamente chi cammina con noi. Non per formalità, ma per necessità. Perché nella celebrazione reciproca c’è la linfa della crescita. Riconoscere significa nutrire. E nutrire significa crescere insieme.

Shine on, oh my friend. Brilla della tua luce, senza paura. Ma mentre lo fai, ricorda sempre chi ti ha aiutato a lucidare quel diamante. E se sei tu ad aiutare un altro a brillare, non smettere mai di guardarlo con orgoglio e di riconoscere il valore che porta con sé. È così che il cerchio si chiude, ed è così che nessuno resta indietro.

Il porto di Napoli è il simbolo perfetto per questo pensiero. Da qui sono partite e arrivate navi da secoli. Ogni approdo è una storia nuova, ma ogni partenza porta con sé ciò che si è ricevuto. Napoli vive di questa reciprocità da sempre: accoglie e restituisce, dona e riceve, riconosce e celebra. E per questo, non muore mai, ma rinasce ogni giorno.

Oh my friend, portiamo via da questa crociera, dal Giuramento e da questo porto affollato un monito semplice ma eterno: non dimenticare mai di dire “grazie”. A chi ti ha reso ciò che sei, a chi cammina al tuo fianco, a chi ti affida la sua fiducia, a chi ti dà la possibilità di essere parte di qualcosa di più grande. Perché senza riconoscenza non c’è futuro. Con la riconoscenza, invece, c’è luce. Sempre.

E allora, brilla e fai brillare, oh my friend. Brilla senza smettere mai di riconoscere, perché è nella reciprocità che troverai la tua vera grandezza.

Al prossimo caffè insieme.