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Anche il meteo estremo influenza il valore degli immobili

  • 4 Luglio 2025

Gli eventi meteo estremi iniziano ad influenzare il mercato immobiliare commerciale. Secondo un nuovo studio della Banca Centrale Europea (BCE), gli immobili per uffici situati in aree soggette a eventi climatici estremi – come alluvioni, ondate di calore e innalzamento del livello del mare – hanno subito una riduzione media del 24% nel loro valore rispetto a quelli non esposti, tra il 2007 e il 2022.

Questa perdita di valore riflette una crescente consapevolezza degli operatori economici, che iniziano a valutare più attentamente i rischi ambientali. Nonostante ciò, il mercato ha mantenuto stabilità e liquidità, evitando reazioni impulsive o vendite forzate.

Il rapporto intitolato “Pricing or panicking?”, pubblicato a maggio 2025, rappresenta la prima analisi sistemica della BCE sull’impatto dei rischi climatici nel comparto immobiliare commerciale dell’area euro, con particolare attenzione agli edifici adibiti a ufficio. L’indagine copre il periodo 2007-2023 e si concentra sia sui rischi fisici – legati direttamente ai fenomeni climatici – sia su quelli di transizione, collegati all’evoluzione normativa verso la sostenibilità.

Edifici a rischio: sconti, ma nessun panico

Lo studio evidenzia che un quarto degli uffici venduti nell’area euro presenta un’elevata esposizione a rischi climatici fisici. A partire dal 2012, il mercato ha iniziato ad applicare una sorta di “penalità ambientale” sul prezzo di questi immobili, che si è tradotta in un deprezzamento progressivo. Tuttavia, la dinamica di aggiustamento è avvenuta in modo graduale: gli immobili continuano a essere scambiati e non si sono registrati segnali di instabilità o contrazioni nella liquidità.

La sensibilità ai rischi fisici varia ampiamente tra i Paesi europei. Alcune economie hanno cominciato prima a incorporare i fattori ambientali nei prezzi, altre sono ancora in fase di transizione. Ciò evidenzia la necessità di politiche e standard comuni a livello europeo.

Edifici obsoleti sempre più penalizzati

Negli anni più recenti, l’attenzione si è spostata anche sui cosiddetti rischi di transizione: quelli derivanti dall’adeguamento del mercato alle nuove normative ambientali e ai più stringenti standard energetici. In assenza di dati puntuali sull’efficienza energetica, lo studio utilizza l’età dell’edificio e il tempo trascorso dall’ultima ristrutturazione come indicatori. I risultati mostrano che gli edifici più vecchi e meno aggiornati vengono valutati con crescente prudenza.

Gli immobili più recenti, considerati più allineati alle normative green, sono premiati con valutazioni superiori. Al contrario, quelli più datati faticano a essere venduti e rischiano di trasformarsi in stranded assets, ossia beni immobiliari che perdono progressivamente valore e diventano difficilmente commerciabili.