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Matteo, Omar e Danilo: nuove responsabilità, stesso spirito

  • 16 Luglio 2025

Tre colleghi, tre amici, tre storie che si intrecciano. Matteo Marozzo, Danilo Ferraro e Omar Usalla, area manager di Emilia Romagna e Puglia, condividono origini comuni, ma anche passioni che li uniscono dentro e fuori l’ufficio: il calcio, la buona cucina, le risate genuine, la voglia di stare insieme e soprattutto una fame di crescita che non conosce sosta.

Tre anni fa erano giovani promesse del Gruppo Sviluppo. Oggi li ritroviamo come imprenditori affermati, componenti del Board e leader di team affiatati. Le scrivanie sono cambiate, le responsabilità sono cresciute, ma lo spirito è rimasto lo stesso: un’amicizia autentica, una visione condivisa e un entusiasmo contagioso.

In due anni siete passati dal gruppo sviluppo al board: come avete vissuto il vostro percorso di crescita?

M: “Possiamo racchiudere ciò che è successo con un nostro ‘mantra’, che è anche la nostra vision: ‘crescere e contribuire’. Il percorso è sempre un Sali e scendi di emozioni, confrontarsi nel tavolo del Board è sfidante, ma soprattutto ti fa capire che puoi dare sempre di più”.

O: “Personalmente sono fiero e orgoglioso del cammino in questi due anni e di tutti quelli precedenti. Un percorso che mi ha portato ad avere l’onore e l’onere di far parte del Board e di contribuire alla crescita dell’azienda soprattutto nella mia amata Puglia”.

D: “È stato un grande traguardo. Essere nel Board mi permette di arricchirmi ogni giorno, stando accanto a persone di grande esperienza da cui posso apprendere nozioni e consigli preziosi”.

“L’apertura del mio primo ufficio mi ha responsabilizzato molto e mi ha formato. Ricordo la mia prima riunione affiliati: in quel momento ho capito veramente chi volevo essere e dove volevo arrivare”

Voi rappresentate un po’ la vecchia guardia, come è cambiata l’azienda?

M: “Come vecchia guardia vigiliamo sul rispetto del metodo in modo che sia la guida per tutti gli Affiliati, nuovi e vecchi. Sicuramente abbiamo visto una crescita esponenziale del social e del digitale sicuramente, dobbiamo evitare di restare i dinosauri del mondo immobiliare”.

O: “Ricordo ancora la prima cena titolari, non eravamo oltre 20 persone. Si respirava un’aria familiare, cosa che si riesce a percepire ancora oggi nonostante gli oltre 200 uffici. Sicuramente l’azienda si è evoluta e ci ha sempre sostenuto per poter svolgere il nostro lavoro al meglio”.

D: “Iconacasa è cresciuta tanto, siamo passati da 50 a 200 uffici in poco tempo! Ma non parlo solo di numeri: è proprio cambiato il modo di pensare e l’approccio. Adesso ragioniamo da grande azienda”.

E voi invece, come siete cambiati come professionisti e come persone?

M: “Sono totalmente cambiato. Vi ricordate la prima intervista? Ecco, rileggendo quell’articolo e guardandomi oggi noto una grande differenza, nella persona ma soprattutto nel professionista che è cresciuto”.

O: “Dopo 10 anni mi sento un’altra persona, il mio cammino è andato oltre quello che potevo immaginare! L’apertura del mio primo ufficio mi ha responsabilizzato molto e mi ha formato caratterialmente. Ricordo la mia prima riunione affiliati: in quel momento ho capito veramente chi volevo essere e dove volevo arrivare”.

D: “Sono cresciuto profondamente, in primis come persona e parallelamente anche come professionista. Uno dei traguardi più significativi è stato l’apertura del nostro primo ufficio in Spagna. Tutto questo è stato possibile grazie a Iconacasa”.

Avete mai pensato “mollo tutto”? E se sì, cosa vi ha fatto restare?

M: “Può sembrare scontato, ma non mi è mai balenata l’idea di mollare tutto. Riprendo una frase detta qualche tempo fa: Iconacasa è per me un porto sicuro. Restare è un dovere nei confronti della rete e nei confronti delle persone che confidano in me. Mollare sarebbe un tradimento e Matteo non tradisce!”

O: In un percorso tanto soddisfacente quanto difficile, qualche periodo negativo fa parte del gioco. Ciò che mi ha spinto sempre ad andare avanti è stato ricordare tutta la fatica, le soddisfazioni e i traguardi conquistati. I periodi difficili si affrontano con la massima lucidità e si superano con slancio. E poi, in Iconacasa, non sei mai solo!

D: “I momenti difficili non sono mancati, sono normali. Ma è proprio in quei momenti che ho potuto contare sul sostegno della rete, sulla guida dei dirigenti e sulla vicinanza dei presidenti. Ho coosciuto non solo colleghi, ma veri e propri amici. Mollare? Non è mai stata un’opzione”.

“Iconacasa è per me un porto sicuro. Restare è un dovere nei confronti della rete e nei confronti delle persone che confidano in me. Mollare sarebbe un tradimento e Matteo non tradisce!”

Qual è la decisione che ha stravolto la vostra vita professionale?

M: “Sono una persona molto ponderata, che osa poco. Ad oggi quella decisione che mi ha stravolto totalmente la mia vita professionale ancora non c’è stata. Appena ci sarà mi intervistate di nuovo!”

O: “Il momento chiave è stato sicuramente quella di diventare pluriaffiliato, abbracciando il progetto del mio socio Alessandro Sgaramella con Matera Nazionale e acquisendo l’ufficio di Bitetto. È stato difficile gestire quel momento, ma mi ha regalato soddisfazioni straordinarie e mi ha aperto una visione totalmente nuova”.

D: “La decisione più difficile, ma anche la più stimolante, è stata senza dubbio quella di avviare il progetto in Spagna. Ci siamo trovati davanti a un mercato completamente nuovo, con regole diverse e abitudini differenti. È stata una scelta forse un po’ folle, ma la rifarei altre cento volte”.

Il Gruppo Sviluppo si è rinnovato con nuove figure, alcune le conoscete bene: dategli un consiglio!

M: “Ascoltate e confrontatevi, sempre. Quel tavolo è un trampolino di lancio di crescita sia come imprenditori sia come uomini. Bisogna ascoltare i consigli e le strategie di tutti e tirare fuori il meglio di voi stessi. Siete nel posto giusto, nel momento giusto”.

O: “Conosco bene il Gruppo Sviluppo, in particolare i miei due soci Alessandro Sgaramella e Gianfranco Caggianelli, due ragazzi dal talento straordinario e di una costanza invidiabile. Il consiglio che mi sento di dare ad ognuno di loro è di continuare a non risparmiarsi, a dare sempre il meglio, perché Iconacasa premia il talento e il lavoro”.

D: “Persone splendide, tutti grandissimi imprenditori. Per essere li vuol dire che hanno già quel qualcosa in più, non hanno bisogno di consigli! Direi solo di continuare così perché Iconacasa continuerà a crescere anche grazie al loro contributo”.

Che cosa diresti al tuo “io” di 3 anni fa?

M: “Ancora qua sei? (ride, ndr). Scherzi a parte, volevo dirti bravo per quello che hai fatto, per quello che sei diventato. Sono orgoglioso della tua maturità e della tua crescita. Sicuramente potevi fare qualcosa in più, ma ci penso io ad osare di più rispetto a te. Ci vediamo fra 3 anni!”

O: “Gli direi di fermarsi più spesso a godere dei traguardi raggiunti, di essere meno severo con sé stesso. Sul lavoro pretendo sempre tanto, sia da me stesso che dal mio gruppo. Quindi molte volte, 5 minuti dopo aver raggiunto un grande risultato sono già a pensare a quello successivo”.

D: “Gli farei i complimenti per i risultati raggiunti e di continuare sulla strada intrapresa perché è sicuramente quella giusta!”

“Mi sono innamorato di Iconacasa così com’è e quindi non mi viene in mente niente da cambiare. È tutto perfetto!”

Una cosa che vi accomuna, professionalmente o personalmente

M: “Sicuramente il rapporto di amicizia nasce dal fatto che siamo bene o male della stessa pasta: persone senza peli sulla lingua che esternano le proprie emozioni e a cui piace condividere i momenti con le persone a cui si vuole bene. E poi ci lega la passione per il calcio e siamo tutti e 3 delle ottime forchette a tavola, se qualcuno vuole invitarci, siamo a disposizione!”

O: “Prima di tutto siamo tre ragazzi del sud. Ci accomuna soprattutto la voglia di stare insieme, scherzare e ridere molto. E ho sempre visto in Danilo e Matteo la mia stessa voglia di vedere crescere i propri gruppi di lavoro”.

D: “Siamo tre persone molto testarde, quando puntiamo qualcosa la raggiungiamo. Ci accomuna lo sport, il calcio (e il fantacalcio). Inoltre chiacchierare mentre mangiamo. Siamo sempre quei 3 ragazzi di tre anni fa”.

Domani vi svegliate e Iconacasa vi affida carta bianca per rivoluzionare tutto. Qual è la prima regola pazza che introdurreste?

M: “Due cambiamenti: i nuovi colori aziendali devono essere il rosso e il blu. Il logo resta uguale, ma tutti gli affiliati al posto della spilletta devono avere l’immagine del lupo della Sila attaccata sul petto… Forza Cosenza!”.

O: “Ho provato già a suggerire al direttore Lo Cascio il pantalone di lino per le giornate estive più calde, ma l’idea è stata bocciata sul nascere! Per ora mi accontento della divisa estiva, polo e sneakers bianche!”.

D: “Mi sono innamorato di Iconacasa così com’è e quindi non mi viene in mente niente da cambiare. È tutto perfetto!”