
Quante sono le abitazioni in Italia? Che tipo di immobili compongono il nostro patrimonio edilizio? E quale valore fiscale rappresentano? Il report Statistiche Catastali 2024, redatto dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare in collaborazione con i Servizi catastali dell’Agenzia delle Entrate, fotografa con precisione lo stock immobiliare nazionale aggiornato al 31 dicembre 2024.
Il totale degli immobili registrati negli archivi catastali supera i 79 milioni. Di questi, circa 68 milioni sono unità censite con rendita catastale (quindi attive sul piano fiscale), mentre oltre 3,8 milioni appartengono alla categoria “F”, che comprende strutture non attualmente in grado di generare reddito (come cantieri, ruderi, aree urbane). A questi si aggiungono oltre 7 milioni di beni comuni non censibili, come vani scala condominiali o cortili, che non producono rendita ma sono comunque registrati.
Lo stock attivo, cioè quello fiscalmente rilevante, è quindi costituito da circa 68 milioni di unità, in gran parte residenziali o legate a servizi abitativi (box, cantine, negozi, laboratori). Solo il 3% riguarda immobili speciali o di utilità collettiva, come scuole o ospedali.
Chi sono i proprietari?
La proprietà immobiliare in Italia resta saldamente in mano alle persone fisiche, che detengono circa il 90% dello stock attivo. Le persone giuridiche (società, enti, istituzioni) possiedono poco più del 10%, mentre una quota minima è rappresentata da beni comuni.
Anche il dato sulle rendite conferma questo predominio: oltre 23,5 miliardi di euro, pari a circa il 61% del totale, provengono da immobili intestati a cittadini. Le persone non fisiche rappresentano il restante 39%, con oltre 15 miliardi di euro di rendita. Complessivamente, la base imponibile è cresciuta dello 0,6% rispetto al 2023, attestandosi a 38,7 miliardi di euro.
Il cuore dello stock immobiliare
Le unità ad uso abitativo, classificate dal Catasto nel gruppo A (dalla A/1 alla A/11, esclusa la categoria A/10), sono oltre 35,6 milioni, in aumento di circa 92.700 unità rispetto all’anno precedente.
A crescere sono state soprattutto le abitazioni civili (A/2), quelle economiche (A/3), i villini (A/7) e le abitazioni tipiche dei luoghi (A/11). In calo, invece, le abitazioni signorili, le popolari, le ville, e in particolare le categorie ultrapopolari e rurali, che hanno registrato una flessione del 2,1%.
Quasi il 90% del residenziale è costituito da abitazioni classificate come civili, economiche o popolari: una distribuzione che riflette fedelmente il tessuto abitativo italiano, ancora legato alla casa di proprietà.
Quanto vale una casa secondo il Catasto?
Nel 2024, la rendita catastale media per un’abitazione è pari a 493 euro. Ma ci sono forti differenze tra le varie tipologie:
- Le abitazioni signorili e le ville superano i 2.500–3.000 euro di rendita media;
- I castelli o palazzi di pregio (categoria A/9) possono arrivare a oltre 6.700 euro, soprattutto se intestati a persone giuridiche;
- Le case popolari, rurali o ultrapopolari si mantengono invece su valori molto bassi, spesso inferiori a 100 euro.