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Il Nido di Uccello di Pechino: dove l’architettura incontra il cielo

  • 2 Luglio 2025

Imponente come una montagna d’acciaio, leggero come un ricamo nell’aria: lo Stadio Olimpico di Pechino è una di quelle architetture che lasciano senza fiato. Lo si scorge da lontano, come un oggetto alieno piovuto sulla terra, ma appena ci si avvicina si scopre che è parte integrante del paesaggio urbano della capitale cinese. Il suo intreccio di acciaio racconta una storia di ambizione, cultura e rinascita. È un simbolo, un’icona globale nata per celebrare un evento planetario: le Olimpiadi del 2008. Ma è anche molto di più: un’opera d’arte abitabile, un esperimento di forma e funzione che continua a far parlare di sé.

Dietro questa meraviglia c’è la firma di Herzog & de Meuron, il celebre studio svizzero noto per la sua capacità di trasformare i limiti della tecnica in bellezza architettonica. In collaborazione con l’artista cinese Ai Weiwei, i due architetti hanno disegnato un edificio che potesse fondere la monumentalità necessaria a un impianto olimpico con una forte carica espressiva e culturale. L’obiettivo? Creare una struttura riconoscibile a livello globale, ma anche profondamente cinese.

BEIJING-JULY 28. Bird’s Nest on a summer day. The Bird’s Nest is a stadium in Beijing, China, especially designed for use throughout the 2008 Summer Olympics and Paralympics. Beijing, July 28, 2013.
Storia e costruzione

Lo Stadio Olimpico è stato concepito in occasione della candidatura di Pechino per le Olimpiadi del 2008. Il progetto è stato selezionato attraverso un concorso internazionale nel 2002, e la costruzione è iniziata ufficialmente nel dicembre 2003. Dopo una breve sospensione dovuta a valutazioni di bilancio, i lavori sono ripresi con forza e lo stadio è stato completato nel marzo del 2008, pochi mesi prima dell’inaugurazione dei Giochi. Il cantiere ha coinvolto migliaia di operai e ingegneri, in una delle operazioni più complesse e ambiziose mai realizzate nel campo dell’edilizia sportiva.

Struttura e particolarità

Il “Nido” si distingue immediatamente per il suo intreccio apparentemente caotico di travi in acciaio, che si incrociano come rami intrecciati a formare una grande ciotola aperta. In realtà, questa trama è il risultato di una complessa ingegneria strutturale, che consente allo stadio di resistere a terremoti, venti forti e grandi variazioni climatiche. La copertura non è continua, ma aperta, e ciò permette alla luce naturale di entrare abbondantemente, creando giochi di ombre sempre diversi.

Lo stadio può accogliere fino a 91.000 spettatori e ospita un anello di tribune ondulato, che offre una visibilità ottimale da ogni punto. Il vuoto centrale, ampio e solenne, dialoga con il cielo e dà respiro alla struttura.

Beijing, China – April 11, 2024: National Olympic Stadium Bird’s Nest modern architecture portrait format in Beijing, China.
Materiali e utilizzo

L’elemento dominante è l’acciaio: sono state utilizzate oltre 42.000 tonnellate di acciaio, saldato e assemblato in modo da creare una maglia tridimensionale autoportante. I materiali sono stati scelti non solo per la loro resistenza, ma anche per l’effetto estetico. La superficie esterna è lasciata a vista, non mascherata, affinché la struttura stessa diventi il linguaggio architettonico dell’edificio. Internamente, il cemento armato offre la solidità necessaria, mentre le finiture privilegiano materiali semplici e durevoli, nel rispetto dell’uso intensivo previsto.

Dopo il grande evento del 2008, lo stadio ha continuato a vivere, anche se con alterne fortune. È stato utilizzato per eventi sportivi nazionali e internazionali, concerti e cerimonie, e ha ospitato anche la cerimonia di apertura e chiusura dei Giochi Olimpici Invernali del 2022. Negli ultimi anni, si è cercato di rilanciare la sua funzione attraverso mostre, visite guidate e spettacoli, trasformandolo in un polo di attrazione turistica e culturale. Resta tuttavia simbolo di un’epoca e di un sogno olimpico: un monumento alla modernità cinese e alla forza comunicativa dell’architettura.