Press ESC to close

Hall of Fame, vince Sante delle Vergini: “La leadership è un atto di servizio”

  • 7 Maggio 2025

Ci sono traguardi che parlano da soli. Ma ce ne sono altri che, per essere davvero compresi, vanno ascoltati con il cuore. Come sempre la Hall of Fame non è solo un riconoscimento al merito professionale: è un tributo alla passione, al talento e alla resilienza che una persona non solo riesce a generare attorno a sé, ma sa anche trasmettere al proprio gruppo di lavoro e di conseguenza all’azienda. E Sante Delle Vergini incarna tutto questo.

Pluriaffiliato, punto di riferimento in Puglia e non solo, Sante ha costruito nel tempo un percorso fatto di visione strategica, relazioni autentiche e scelte coraggiose. Il suo nome è sempre stato sinonimo di esempio e solidità, ma oggi assume un significato ancora più potente: quello di un leader che ha saputo trasformare le sfide in opportunità e l’entusiasmo in una forza contagiosa per tutti coloro che lavorano al suo fianco.

Sei il primo Area Manager a entrare nella Hall of Fame: che cosa significa per te questo riconoscimento?
“Significa tantissimo. In un gruppo in continua evoluzione e crescita come il nostro, vedere riconosciuta la mia dedizione alla causa direttamente dal board nazionale, per di più durante l’evento più importante dell’anno, rappresenta il massimo riconoscimento che potessi ricevere. A livello umano è stata una carica emotiva enorme: è come se tutto l’impegno, la costanza e le scelte fatte con il cuore fossero state raccolte in un unico, grandissimo abbraccio collettivo”.

Cosa ricordi e soprattutto qual è stata la prima cosa a cui hai pensato sul palco nel momento della proclamazione?
“Ricordo un’atmosfera indescrivibile, intensa, carica di emozioni. Le parole introduttive di Nicola Amoruso, la narrazione carica di pathos di Daniele, in cui parola dopo parola iniziavo a riconoscermi… poi il mio nome, pronunciato con forza e apparso sul maxischermo del Palariccione. L’esultanza del mio gruppo, i miei soci storici che mi hanno raggiunto sul palco, il presidente Giancarlo con la targa dorata alzata al cielo. Gli abbracci, le lacrime, le parole sussurrate all’orecchio da altri dirigenti del sud e del nord che custodirò sempre con me, come: “Ci vediamo poco, ma per noi sei un esempio” o “Te lo sei meritato”.

C’è qualcuno che desideri citare o ringraziare?
“Assolutamente sì. Il primo pensiero va al presidente Giancarlo Quassia: da dieci anni condividiamo visione, strategia e una stima reciproca che ha fatto crescere entrambi. Un grazie sincero anche agli altri due fondatori, Nicola e Daniele Amoruso, due persone straordinariamente competenti, carismatiche, coraggiose, esempi concreti di leadership e visione. Ringrazio l’intero board, con cui condividiamo quotidianamente sfide e successi per rendere Iconacasa un’azienda sempre più solida. Un pensiero speciale ai miei soci: quelli con cui è iniziata l’avventura e che oggi fanno parte del gruppo sviluppo, Andrea Zizzari e Pasquale Pilone, e quelli che si sono uniti più recentemente ma che stanno dimostrando un entusiasmo e una crescita eccezionali. Ma ringrazio anche tutti gli affiliati di Foggia, Molise e Abruzzo. Infine, ma prima su tutto, mia moglie: la mia forza silenziosa, che con la sua dedizione alla nostra famiglia mi consente di dare il massimo, ogni giorno, in quello che faccio. Questo riconoscimento è anche suo”.

“La lezione che ho imparato? Circondarsi di persone entusiaste. Solo con chi sogna in grande puoi costruire qualcosa di veramente solido”

Qual è la tappa più importante del 2024 che ti ha portato a questo risultato?
“Il 2024 è stato un anno cruciale, segnato da decisioni importanti e scelte coraggiose. Abbiamo definito con maggiore precisione l’identità del nostro gruppo di lavoro, avviato progetti ambiziosi come quelli di Termoli Centro e San Salvo – realizzati grazie alla sinergia tra membri chiave del gruppo – e garantito solidità agli uffici di Vico del Gargano e San Giovanni Rotondo. È stato l’anno in cui abbiamo cominciato a raccogliere i frutti di una direzione chiara, tracciata con Iconacasa nei precedenti anni”.

Come è stata la Iconvention nel suo complesso? Come l’hai vissuta con il tuo team?
“La Iconvention 2025 è stata l’ennesima prova di quanto Iconapubli sappia superare ogni aspettativa. Un evento organizzato con attenzione maniacale, che ha coinvolto, emozionato e ispirato tutti i partecipanti. Con il mio team l’abbiamo vissuta come un momento di pura condivisione e festa: abbiamo celebrato le nuove affiliazioni del 2024 – Lucera, Termoli Centro e San Salvo – l’ingresso nel gruppo sviluppo di Andrea Zizzari e Pasquale Pilone, i successi delle coordinatrici Michela Tusino e Daniela Cicchitti. E, ovviamente, abbiamo vissuto insieme il momento magico del mio ingresso nella Hall of Fame: un’emozione che ha unito tutti”.

Guardando al tuo percorso in Iconacasa, qual è stata la decisione più difficile che hai dovuto prendere… e cosa ti ha insegnato?
“Una delle decisioni più coraggiose – che mi piace definire di “sana follia” – è stata l’apertura del secondo punto vendita a Campomarino. È stato il nostro trampolino verso il Molise e l’Abruzzo. Più che difficile, è stato sfidante. Le vere difficoltà arrivano quando ci si trova tra persone che ostacolano la crescita di altre: questo è qualcosa che, insieme a Iconacasa, cerchiamo sempre di evitare. La lezione più grande che ho imparato? Circondarsi di persone entusiaste, capaci di vivere sotto pressione senza perdere la visione. Solo con chi sogna in grande puoi costruire qualcosa di veramente solido”.

Se potessi tornare indietro al tuo primo giorno in Iconacasa, cosa diresti al ‘te’ di allora?
“Gli direi ciò che oggi ripeto ai ragazzi che entrano nel nostro network con lo sguardo pieno di ambizione: Corri. Corri veloce. Trova un mentore nel tuo team, ascolta con attenzione e lascia che a parlare siano i tuoi risultati. Se sei disposto a metterci tutto te stesso, Iconacasa ti costruirà davanti un’autostrada a otto corsie”.

Il ruolo di Area Manager richiede visione strategica e contatto diretto con ogni ufficio: come trovi l’equilibrio tra strategia e relazione?
“L’equilibrio nasce dalla consapevolezza che una strategia, per essere efficace, deve essere condivisa e compresa. Le relazioni con gli affiliati sono alla base del mio lavoro: le nutro ogni giorno attraverso un dialogo diretto, trasparente, in cui condivido chiaramente obiettivi e aspettative, sempre in linea con la visione di Iconacasa. Non si può guidare un gruppo senza costruire un rapporto autentico con ogni suo membro.

“Non si tratta solo di carisma, ma di fiducia costruita con coerenza, presenza e responsabilità”

A ogni evento il tuo nome viene acclamato dal tuo gruppo. Leadership, carisma, capacità di farsi seguire: è questa una delle tue forze?
“Credo che il mio gruppo percepisca la mia totale dedizione: al lavoro quotidiano, al benessere e alla crescita di ciascuno. E credo che riconoscano in me un senso di appartenenza autentico a Iconacasa. Non si tratta solo di carisma, ma di fiducia costruita con coerenza, presenza e responsabilità. La leadership, per me, è un atto di servizio”.

Guardando al futuro, quale nuova vetta sogni di scalare ora che sei nella Hall of Fame?
“Il futuro è già iniziato. Stiamo lavorando a progetti ambiziosi per il 2025, nuove follie sane e stimolanti. Il mio sogno è contribuire attivamente, ogni giorno, alla realizzazione del sogno Iconacasa. Continuare a crescere, come persona e come riferimento per i giovani talenti, e fare la mia parte nel raggiungimento di un obiettivo che ormai ci unisce tutti: portare Iconacasa a contare 1000 punti vendita nei prossimi anni”.