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Gesualdo, l’Epifania la magia del Natale non porta via

  • 9 Dicembre 2024

Bimbi attoniti e letterine cariche di desideri. Rintocchi di vecchi orologi e cori gospel. Cascate di luci e di cioccolato. Il maestoso castello, illuminato di rosso e contornato da un filo d’oro, si staglia contro il limpido tramonto sulla Val Calore. Nel cuore dell’Irpinia è già Natale.

Siamo a Gesualdo, sull’Appennino lucano, a 35 chilometri da Avellino, dove dal 2022 si rinnova l’appuntamento con The Magic of Christmas. Mercatini, stand enogastronomici con prodotti artigianali del territorio, spettacoli ricchi di effetti speciali, mostre d’arte, addobbi, presepi e laboratori didattici rendono l’atmosfera magica fino all’incontro, nell’antico maniero, con Babbo Natale e i suoi aiutanti elfi indaffarati a fabbricare sogni e giocattoli.

La favola, cominciata già il mese scorso, proseguirà tutti i sabati e le domeniche di dicembre e il giorno di Santo Stefano.

DA NON PERDERE

Finite le feste, l’Epifania la magia non porta via. Quell’atmosfera suggestiva rimane sedimentata tra le case in pietra, gli archi, i portici in stile gotico, le fontane seicentesche e l’imponente castello, depositari, nei secoli, di storie dal gusto leggendario.

Una tra tutte quella del cavaliere longobardo Ghiz Wald (da qui il nome del borgo) il quale, a metà del VI secolo d.C., si distinse in maniera talmente eroica, durante il conflitto tra longobardi e bizantini per il controllo dell’Italia meridionale, che il duca di Benevento decise di donargli i terreni dove sorge l’attuale castello. La dinastia del cavaliere regnò così per quattrocento anni fino alla venuta dei Normanni per poi farvi ritorno, dopo lo scontro tra Aragonesi e Angioini, nel XV secolo, con il principe Carlo Gesualdo di Venosa.

Membro della nobiltà del Regno di Napoli, vi si rifugiò, dopo aver assassinato la prima moglie, Maria d’Avalos, e il suo amante, Fabrizio II Carafa, con l’intenzione di redimersi. Durante il suo soggiorno trasformò via via il castello, da fortezza, in una sontuosa residenza rinascimentale, che accolse molti artisti e poeti tra cui Torquato Tasso, ed egli stesso divenne tra i più raffinati compositori di madrigali e musica sacra (motivo per cui Gesualdo è anche nota come “Città del Principe dei Musici”). Ogni anno, in suo onore, il borgo ospita il Festival di Gesualdo, appuntamento di grande prestigio che richiama appassionati e musicisti da tutto il mondo.

Altra tradizione secolare è il Volo dell’angelo, sacra rappresentazione che si svolge l’ultima domenica di agosto durante i festeggiamenti in onore di San Vincenzo Ferrer. Tutti gli anni, dal 1841, un bambino vestito da angelo viene legato a una fune d’acciaio tesa fra la torre del castello e il campanile della Chiesa del SS. Rosario, dove è custodita la statua del santo. Il piccolo angelo “vola” fino al centro della sottostante piazza dove, da un palco, emerge un uomo vestito da diavolo. Ha così inizio una disputa tra i due personaggi. Conclusa la recita, l’angelo, una volta giunto al campanile, ripercorre il tragitto al contrario nel simbolico ritorno al cielo.

CURIOSITÀ

A Gesualdo è inoltre possibile visitare una tra le più belle cantine della Campania: Caggiano Tarausi, dove è possibile passeggiare tra migliaia di bottiglie conservate in nicchie ricavate tra le pareti di pietra.

Celebrato il 6 dicembre, santo patrono di questo incantevole borgo è San Nicola, che, caso vuole, sia proprio l’ispiratore della figura di Babbo Natale, ormai divenuta una star del luogo.

Tipica di Gesualdo è la varietà locale, dolce e croccante, del sedano che, grazie alla costante esposizione al sole dei terreni, ha le coste di un colore verde acceso.

Noti sono anche i marmi che qui vi si estraggono. Simili all’alabastro, di tenue color giallognolo e con lucide venature, furono utilizzati da Vanvitelli nella Reggia di Caserta.

La musica di Carlo Gesualdo ha dato il nome a una celebre orchestra polifonica londinese, il “Gesualdo Consort of London”.

Valeria De Simone