Secondo gli ultimi rilevamenti statistici, una parte significativa del patrimonio abitativo italiano risulta oggi non utilizzata. L’ISTAT ha evidenziato che in Italia quasi una casa su tre è vuota, un dato che fotografa un fenomeno profondo e ricco di conseguenze per l’economia e la società del Paese. Anche lo studio IFEL del 2025, “L’offerta di abitazioni in Italia”, conferma e approfondisce questo scenario, offrendo un quadro dettagliato dello stato degli immobili e della loro distribuzione sul territorio.
Nel nostro Paese, nonostante la crescente difficoltà nell’accesso a soluzioni abitative moderne, confortevoli e sostenibili, un numero elevato di immobili rimane inutilizzato, spesso in stato di obsolescenza o bisognoso di interventi strutturali. Dai dati ISTAT emerge che:
- solo il 27,2% del patrimonio è effettivamente occupato;
- gran parte delle abitazioni vuote si concentra nel Sud e nelle Isole;
- la Valle d’Aosta è la regione con la percentuale più elevata;
- la Lombardia, invece, vanta una densità abitativa di 234,7 case per km², ben al di sopra della media nazionale (116,8).
Secondo l’analisi IFEL, alcune delle principali città italiane presentano quote particolarmente alte di immobili non utilizzati. In alcune aree urbane, quasi un’abitazione su tre è vuota. Le città con le percentuali più elevate sono:
- Reggio Calabria (circa 40%)
- Messina (circa 40%)
- Palermo (circa 32%)
- Catania (circa 27%)
- Genova e Venezia (circa 26%)
Accanto all’età degli edifici si aggiunge un altro elemento critico: l’inefficienza energetica. Circa il 60% delle abitazioni italiane non risponde agli standard di sostenibilità richiesti oggi, incidendo negativamente su consumi, valore di mercato e possibilità di riqualificazione del patrimonio edilizio nazionale.
I motivi delle case vuote
Le motivazioni alla base del fenomeno sono diverse e spesso tra loro collegate: il progressivo spostamento verso le città per studio e lavoro ha svuotato piccoli centri e territori rurali; molte abitazioni sono in mano a proprietari anziani o risultano ereditate ma non abitate stabilmente; scarse convenienze economiche rendono poco appetibile mettere sul mercato immobili che necessitano di investimenti per essere ripristinati o adeguati agli standard attuali.
Gli effetti sul territorio non sono marginali. Gli immobili sfitti contribuiscono alla svalutazione generale del patrimonio immobiliare, aggravano il degrado urbano, possono generare situazioni di insicurezza e riducono la domanda di nuove costruzioni, con impatti diretti sul mercato e sulle politiche urbanistiche locali.
Il numero di immobili inutilizzati in Italia
Il dato complessivo varia a seconda delle fonti analizzate:
- ISTAT (Censimento 2021): 9,6 milioni di case non occupate, pari al 27,3% del totale nazionale, di cui circa 7 milioni potenzialmente vuote;
- IFEL (2025, su dati MEF): nelle sole Città Metropolitane si contano 5,7 milioni di immobili a disposizione delle famiglie, pari al 16,2% dello stock abitativo urbano.
Il fenomeno delle case vuote, dunque, è un elemento centrale nella fotografia dell’Italia contemporanea: rivela le difficoltà legate all’invecchiamento del patrimonio edilizio, ai cambiamenti demografici, a modelli economici che stanno trasformando città e territori. È una sfida che chiama in causa politiche di rigenerazione, incentivi, agevolazioni economiche e una riflessione culturale su come vogliamo vivere le nostre città nel futuro.