Testa dura e cuore caldo. Francesco Grillo, 31 anni, è uno degli affiliati della città di Bologna dove guida con entusiasmo e energia l’ufficio in zona Zanardi. Francesco non ha preso scorciatoie: ha costruito il suo percorso in Iconacasa passo dopo passo, prima da consulente e poi da imprenditore, sbagliando, imparando e scegliendo ogni giorno di fare sul serio.
Chi eri prima di entrare nel mondo immobiliare? Come sei entrato in azienda?
“Ero un ragazzo con tanta voglia di fare, ma senza un vero contesto dove farlo bene. Avevo energia, ambizione e bisogno di concretezza. Quando ho conosciuto Iconacasa ho capito che poteva essere il posto giusto per mettermi in gioco sul serio. Non cercavo solo un lavoro, volevo costruirmi una strada. E qui ho trovato le basi per farlo”.
Da consulente ad Affiliato: ti va di raccontarci il tuo percorso.?
“All’inizio ho fatto tutto quello che c’era da fare: errori compresi (tanti), ma ogni passo mi ha insegnato qualcosa. La vera svolta è arrivata quando ho capito che la crescita partiva da me, non da fuori. Il momento più difficile? Gestire le responsabilità vere, quelle che non puoi più delegare. Il più bello? Vedere un ufficio rinascere grazie all’energia giusta, alla visione e al lavoro di squadra”.
“Iconacasa è una miccia. Se l’accendi bene, puoi esplodere davvero”
C’è una persona che desideri ringraziare per il tuo percorso?
“Ho tatuato sul petto ‘mea culpa’. Credo che tutto quello che mi accade dipenda da me: se sbaglio, mi prendo la colpa. Se ottengo un risultato, me ne prendo il merito. Ma questo non toglie il valore di chi mi ha spinto, supportato ed è rimasto sempre al mio fianco. Grazie a Danilo (l’area manager Danilo Ferraro, ndr), al mio team e a chi c’è stato nei momenti chiave, anche in silenzio”.
Parlaci del mercato della tua zona: pregi, difetti, differenze, strategia.
“Bologna è una città tosta. C’è concorrenza vera, ritmi alti, aspettative esagerate. Ma io lì ci sguazzo. La mia strategia è semplice: ascolto, trasparenza e presenza costante. Le persone capiscono se fai sul serio. E se ti riconoscono come punto di riferimento, sei già avanti”.

Quanto è importante il supporto del franchisor?
“Il supporto di Iconacasa è stato fondamentale. Mi ha dato metodo, formazione e la possibilità concreta di costruire il mio percorso imprenditoriale. È un ambiente che ti spinge ad alzare l’asticella ogni giorno. E se hai la mentalità giusta, puoi andare davvero lontano”.
Come convinceresti un ragazzo come te a entrare in Iconacasa?
“Gli direi che qui puoi cambiare tutto, ma solo se hai fame vera.” Se vuole restare fermo, non è il posto giusto. Se vuole crescere, non ne troverà uno migliore”.
“Iconacasa mi ha dato metodo, formazione e la possibilità concreta di costruire il mio percorso imprenditoriale”.
Se dovessi lasciare Bologna per aprire altrove, dove andresti?
“Non ho mai considerato l’idea di lasciare Bologna, ma se proprio fossi costretto probabilmente andrei fuori Italia. Mi piacerebbe prendere quello che ho imparato e testarlo in un altro mondo, con altre regole. Non per fuggire, ma per alzare ancora il livello. E portare un po’ del nostro metodo dove ancora non esiste”.
Qual è il momento che preferisci e quello che odi in ufficio?
“Quando ci viene affidato un incarico: è il momento in cui il cliente ti affida davvero qualcosa di suo, ed è un riconoscimento che vale più di tante parole. Quello che mi pesa di più? Quando manca concretezza. Mi piace l’azione, le cose fatte bene e con un senso”.
Cosa ti diverte del tuo lavoro e cosa cambieresti?
“Mi diverte il fatto che ogni giorno sia diverso, mai noioso. Parli con persone vere, in momenti importanti della loro vita. Quello che cambierei? Le giornate in cui si fa tanto fumo e poco arrosto. Non voglio sembrare impegnato, voglio essere efficace”.
Chi sei fuori dall’ufficio?
“Sono una persona che ama la vita vera. Sciare, viaggiare, stare con gli amici, la mia ragazza, e ogni tanto anche il silenzio. Sono curioso, mi appassionano le persone, i dettagli e le sfide fuori dagli schemi”.