Nel cuore di Oxford, tra le vie acciottolate e le torri gotiche, sorge uno dei luoghi più emblematici della cultura europea: la Bodleian Library, una delle biblioteche più antiche e prestigiose del mondo. Ma non è solo un tempio della conoscenza: è anche un capolavoro architettonico, una testimonianza vivente dell’evoluzione del linguaggio costruttivo inglese, dal tardo gotico fino alle più recenti incursioni contemporanee.
Visitare la Bodleian non significa solo sfogliare antichi manoscritti: significa attraversare cinque secoli di architettura, immergersi in un sistema edilizio stratificato, in cui ogni pietra racconta un’epoca, ogni sala un diverso ideale di spazio e funzione.
IL PROGETTO E IL SUO AUTORE
La Bodleian Library prende il nome da Sir Thomas Bodley, erudito e diplomatico del XVI secolo, che nel 1598 decise di rifondare la biblioteca dell’Università di Oxford, in un periodo in cui il sapere classico rischiava l’oblio. La sua visione fu chiara: costruire una “Bibliotheca Universalis”, accessibile agli studiosi di ogni disciplina.
Il primo nucleo architettonico del complesso, noto come Duke Humfrey’s Library, risale al 1488, ma fu il progetto di Bodley a gettare le basi di una delle biblioteche accademiche più imponenti al mondo. I lavori vennero affidati agli architetti della corona, tra cui Thomas Holt, che realizzò la celebre Divinity School e il magnifico soffitto a volte fanate — uno degli esempi più alti di gotico perpendicolare inglese.

UNA STORIA DI AMPLIAMENTI E CONTINUITÀ
Nel corso dei secoli, la Bodleian si è ampliata in più direzioni, dando vita a un sistema edilizio diffuso che oggi comprende oltre una decina di edifici interconnessi, tra cui il Clarendon Building, il Radcliffe Camera, il Weston Library (originariamente New Bodleian), fino ai più recenti spazi di archiviazione sotterranei.
Ogni ampliamento ha rappresentato una sfida: rispettare l’identità storica del complesso, pur rispondendo alle esigenze contemporanee di conservazione, digitalizzazione e accessibilità. La Weston Library, ristrutturata dallo studio WilkinsonEyre e riaperta nel 2015, è l’ultimo esempio di questa tensione tra passato e presente: un progetto di restauro e riconversione che ha saputo valorizzare la struttura modernista preesistente, aprendo il complesso alla città e alla luce.
La Bodleian Library è un organismo complesso, che alterna spazi monastici — silenziosi, introversi, protetti — a volumi pubblici e monumentali, come la rotonda della Radcliffe Camera o l’atrio della Weston. I percorsi interni sono pensati per facilitare la consultazione ma anche per rappresentare simbolicamente l’ascesa al sapere: scale, torri, saloni e logge sono elementi di un racconto spaziale che ha radici rinascimentali ma visioni futuribili.

MATERIALI DELLA CONOSCENZA
Il materiale dominante è la pietra calcarea di Headington, un classico della tradizione costruttiva oxoniana, capace di acquisire con il tempo una patina dorata che conferisce monumentalità e calore. Le nuove sezioni alternano vetro, acciaio e rovere chiaro per stabilire un linguaggio sobrio, ma capace di rispettare la gravitas dell’insieme storico.
L’uso intelligente dei materiali moderni non si limita all’estetica: risponde anche a esigenze di conservazione climatica, sicurezza e fruizione pubblica. Le sale della Weston sono oggi esempio di architettura sostenibile e conservazione attiva.