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Offida: un ricamo senza tempo tra le colline ascolane

  • 11 Marzo 2025

Si intravedono, come in un film di altri tempi, sull’uscio o dietro le finestre delle loro case. Con i loro sguardi posati sui tomboli, tradizionali strumenti di lavoro usati per la realizzazione di pizzi e merletti, e le mani ancorate ai fuselli, particolari tipi di rocchetto attorno a cui vengono avvolti i fili, sono le merlettaie di Offida, borgo marchigiano tra le valli del Tesino e del Tronto in provincia di Ascoli Piceno.

La loro preziosa arte si tramanda da madre in figlia da almeno 5 generazioni, come testimonia un monumento in bronzo all’ingresso del paese racchiuso dalle storiche mura castellane. Un lavoro paziente e meticoloso, tutto al femminile, di cui fare memoria soprattutto in questo mese in cui si celebra la Giornata internazionale della Donna.

Il Carnevale di Offida è particolarmente famoso con antiche manifestazioni che derivano dai saturnali romani. Il “Bove Finto”, è una corrida che si svolge il giorno dopo il Giovedì Grasso

Non solo. Da queste parti famoso è anche il Carnevale, caratterizzato da antiche manifestazioni che derivano direttamente dai saturnali romani. Tra queste il “Bove Finto”, specie di corrida che si svolge il venerdì dopo il Giovedì Grasso: un rudimentale bue, costituito da un’intelaiatura di legno e ferro coperta da un panno bianco, viene portato in spalla da due uomini per la città. Particolare è anche la sfilata de “I Velurd”. Come ogni anno, anche il prossimo 4 marzo, Martedì Grasso, centinaia i mascherati che, con lunghi fasci di canne accesi, tra schiamazzi e danze, percorreranno il Corso fino a raggiungere la piazza principale dove si attenderà, fino all’ultima fiamma, l’arrivo della Quaresima.

Da non perdere

Cuore di Offida, dall’insolita forma triangolare, è Piazza del Popolo su cui si affacciano edifici diversi per stile e materiale. Tra questi la Chiesa della Collegiata dove coesistono armoniosamente neoclassico, rococò e barocco, e il Teatro Serpente Aureo che, pieno di decori e illuminato da un lampadario di pregiatissimo cristallo, è soprannominato dai cittadini “La Bomboniera”.

Da non perdere, all’interno di Palazzo De Castellotti-Pagnanelli, il Museo del merletto a tombolo,che custodisce disegni, campionari, attrezzi da lavoro e piccoli tesori artigianali come tovaglie, vestiti da sposa, coperte e guanti tutti realizzati minuziosamente a mano,il Museo Archeologico “Guglielmo Allevi”, dove si può ammirare la collezione archeologica del marchese Allevi costituita da preziosi manufatti risalenti alle civiltà picena, romana e longobarda, e il Museo delle Tradizioni Popolari, divisoin vari settori quali cucina, agricoltura, artigianato, abitazione, filatura e tessitura.

Fuori dal centro abitato, su una rupe dalle pareti scoscese, merita una visita la Chiesa di Santa Maria della Rocca, imponente architettura romanico-gotica in cotto, costruita nel 1330 su un preesistente castello longobardo. Non si può lasciare Offida senza assaggiare il chichì ripieno, focaccia con tonno, alici, capperi e peperoni, e i “funghetti”, dolcetti a base di anice.

Curiosità

È in mostra al Museo del Merletto a Tombolo un abito realizzato da quattro merlettaie di Offida e indossato nel 1997 dalla modella Naomi Campbell durante una sfilata a Londra.

Il nome Offida deriva dal greco Ophis, che significa ‘serpente’. In epoca preistorica la zona, infatti, era abitata da popolazioni che veneravano il rettile. Numerosi i reperti archeologici, tra cui statue e manufatti raffiguranti serpenti, che testimoniano questa devozione. Sul palcoscenico del Teatro è conservato, poi, l’antico sipario con un dipinto di Apollo e le Muse accanto al tempio del Serpente d’Oro. Secondo una leggenda, un grande serpente dorato si snodò un giorno tra le vie di Offida seguendo un percorso che coincideva con l’attuale Corso Serpente Aureo, l’arteria principale del borgo. Il suo passaggio fu considerato un evento miracoloso dagli abitanti. Si racconta, infatti, che la mitologica creatura, la quale pare aggirarsi tuttora nel sottosuolo, portò con sé fortuna e prosperità.

Su un gradino della scalinata d’accesso alla cripta di Santa Maria della Rocca è scolpito un agnellino,nonimmediatamente visibile, che porterebbe fortuna ai visitatori che riescono a scovarlo.

Valeria De Simone