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Celle San Vito: un angolo di Provenza in Puglia

  • 9 Gennaio 2025

La strada provinciale 126 si restringe fino a diventare erta e tortuosa. Ma quei pochi chilometri che ci separano dalla meta, a una altitudine di 735 metri, vale davvero la pena percorrerli, seppur con la dovuta prudenza. Così lontano dall’immaginario collettivo, quando si parla di Puglia, Celle San Vito, in provincia di Foggia, al confine con quelle campane di Avellino e Benevento, è uno scrigno prezioso di storia e cultura, immerso tra i monti dauni, nella valle del torrente Celone.

Con soli 140 abitanti, è il borgo meno popoloso della regione. Ma non è solo questo il suo primato. Insieme alla vicina Faeto, e alcune località del Piemonte e della Valle d’Aosta, è uno dei pochi paesi di Italia dove si parla ancora una lingua antichissima: il franco provenzale, dal 1999 minoranza linguista riconosciuta dallo Stato Italiano. I più antichi documenti scritti sembrano risalire a oltre settecento anni fa. Tra questi, il più importante, è un editto di Carlo I d’Angiò del 1268. Ed è proprio al conte di Provenza e poi re di Sicilia, a cui la città ha reso omaggio con una statua bronzea, che è indissolubilmente legata la storia di … Celle de Sant Uite.

Con soli 140 abitanti, Celle San Vito è il borgo meno popoloso della Puglia. Insieme a Faeto è uno dei pochi paesi in Italia dove si parla il franco provenzale

Siamo nei primi secoli dell’anno 1000. Nei pressi del torrente Freddo, lungo la via Francigena, c’è il piccolo convento di San Vito gestito dai monaci del Monastero di San Nicola, nato per accogliere e difendere i pellegrini in viaggio verso la Terra Santa. Abbandonato e caduto in rovina nel corso degli anni, viene poi “ripopolato” verso la fine del 1200 da una colonia di provenzali, mercenari di Carlo d’Angiò, che liberano la vicina città di Lucera dai Saraceni. Proprio da queste celle occupate dai soldati, e da ciò che rimane del convento, si sviluppa, nel tempo, il borgo di Celle San Vito il quale, con le sue casette in pietra, conserva ancora oggi un’impronta tipicamente medievale che ci fa viaggiare nel passato.

Da non perdere

A farci ritornare nel 2025 i QR code che, disseminati qui e là, rimandano a link con informazioni utili sul luogo. Dall’Arco dei Provenzali, via d’accesso al borgo costituito da due portali a tutto sesto, si snodano silenziosi vicoli, adornati con fiori variopinti e decorazioni di ogni tipo, antichi lavatoi e fontane da cui sgorga acqua proveniente dalle montagne circostanti. All’ingresso, in alto, un cartello ne indica il nome in entrambe le lingue, italiano e franco provenzale: Via Castelluccio – Vì de castellicce, Via dell’ospedale – Ruwe de lu spettà, Via la croce –  Vi de la cruàje.

Camminando, si incontrano il Museo della Civiltà Contadina Francoprovenzale, dove poter ammirare una raccolta di attrezzi della civiltà contadina e artigianale, l’antica Croce dei Provenzali in pietra, risalente al XII secolo, e la Chiesa Santa Caterina, in stile neoclassico, le cui due torri campanarie gemelle spiccano anche da lontano.  

Non solo arte ma anche natura. Numerosi i sentieri che consentono di esplorare a piedi, in mountain bike o addirittura a cavallo il territorio ricco di boschi e casali. Un percorso attrezzato permette inoltre agli appassionati di trekking di arrivare fino alla vicina Faeto o di scendere verso Castelluccio Valmaggiore. Celle San Vito è poi attraversata dalla Via Francegena del Sud (che coincide con l’antica Via Traiana), lungo la quale si possono ancora osservare la Taverna e la Posta, utilizzati in antichità per il riposo dei cavalieri e dei pellegrini, e la chiesetta di San Vito Martire.

Da non perdere, dopo il tour, il pancotto, piatto nato dalla cucina povera dei contadini e riproposto oggi nei ristoranti, a base di pane raffermo, patate, verdure stagionali di campagna, olio, aglio e peperoncino.

Curiosità

Nel piccolo borgo in provincia di Foggia si svolge ogni anno, solitamente nei primi giorni di agosto, la Festa del vicino, manifestazione di origine francese che, lanciata nel 1999 a Parigi dal vice sindaco Atanase Périfan, si sta diffondendo sempre più in altre città europee. Tra le vie del paese vengono allestite lunghe tavolate conviviali: ognuno porta qualcosa, dalle sedie al dolce. La serata è allietata da gruppi musicali popolari.

Celle San Vito è il paese dei cani: da un’indagine condotta nel 2022 dal servizio veterinario di sanità animale di Troia (Fg) è emerso che ci sono 100 cani (per un totale di 140 abitanti). Molti di loro portano i nomi di personaggi famosi di fantasia come Lupin e Rocky e di cantanti come Califano, Vasco, e Bob Marley.

Sempre nel 2022 il Comune ha conferito la cittadinanza onoraria a Celle Ren Melfi, bambino nato da una coppia canadese che ha scelto per il proprio piccolo il nome della città natale del bisnonno paterno.

Valeria De Simone