Un settore in forte e continua crescita con un incremento dei volumi pari al 45% negli ultimi 10 anni. È la fotografia dei servizi immobiliari in Europa che emerge dal “Rapporto sulla filiera dei servizi in Europa e in Italia”, elaborato da Scenari Immobiliari in collaborazione con le principali realtà del settore.
Parliamo di tutte quelle attività professionali che supportano il ciclo di vita di un immobile, dalla sua progettazione alla gestione, passando per la compravendita, la locazione e la manutenzione. Questi servizi sono erogati da professionisti e società specializzate che operano nel settore immobiliare e possono riguardare sia il mercato residenziale sia quello commerciale e industriale.
La crescita sfiora il 10%
Nel 2023, il fatturato dei servizi immobiliari ha raggiunto i 40 miliardi di euro, segnando un incremento del 9,6% rispetto al 2022. Inoltre, il fatturato medio per dipendente è aumentato del 26,5%, evidenziando un significativo potenziale di crescita per il settore. Inoltre negli ultimi dieci anni, il settore dei servizi immobiliari in Europa ha mostrato una crescita superiore rispetto al comparto delle costruzioni, con un aumento del +60% rispetto al +55% delle costruzioni.
In Italia, il contributo combinato di costruzioni e attività immobiliari al PIL ha continuato a crescere, superando il 19,5% e allineandosi alla media europea del 19,4%. Tra il 2015 e il 2023, il contributo delle costruzioni e delle attività immobiliari italiane al PIL è cresciuto di 2,5 punti percentuali, con un balzo superiore a 3,5 punti tra il 2018 e il 2023.
Costruzioni: in Italia +10% di occupati
Il settore delle costruzioni rappresenta una delle maggiori fonti di occupazione in Europa, coinvolgendo circa 14 milioni di lavoratori, pari al 5,5% della forza lavoro complessiva. Le imprese attive sono 3,4 milioni, con una media di 3,6 addetti per azienda.
In Italia ci sono ben 1,54 milioni di occupati nel settore (+10,3% dal 2015) distribuiti in 518 mila imprese, il Paese si caratterizza per la dimensione media aziendale ridotta (3 addetti per impresa), in avvicinamento alla media spagnola.