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L’isola che c’è

  • 3 Luglio 2024

Oh my friend,

un altro mese è passato e tante nuove storie vissute o da vivere ancora hanno attraversato le nostre vite e il nostro cammino.

Ti piace la “situa”? Siamo sul mare per questo caffè speciale! Con la brezza pomeridiana che ci abbraccia, il sole che sta andando a coricarsi e che punge meno, il cielo terso e tinto di un caldo arancio, il rumore del mare che si mescola al vociare degli ultimi bagnanti.

È la nostra parentesi di relax dopo le intense emozioni e le dense giornate di lavoro che abbiamo affrontato in questo periodo. È il meritato riposo. È anche, però, la quiete prima della tempesta, l’ennesima, l’ultima prima delle tanto agognate vacanze.

Ti senti libero con i piedi che affondano nella sabbia fresca e fine? E delle good vibes che genera questo posto da favola ne vogliamo parlare? Un capolavoro, un magnifico dipinto in cui la cornice è questo curioso chiringuito dove Marisol, con instancabile passione, prende le ordinazioni, prepara e serve gente come noi, aggrappati al fascino del tramonto.

My friend, sai perché il tramonto è la parte più bello della giornata? È il momento della speranza e del “se puoi sognarlo, puoi farlo”. Il perché è semplice: se può il giorno baciare la notte fondendosi in un abbraccio tanto effimero quanto intenso, possono due linee parallele continuare a correre fino al loro incrocio, possono le persone trovare la forza di chiudere i propri cerchi e realizzare i propri sogni. E ad ogni tramonto che è il sogno che si realizza partirà un altro cerchio, un’altra corsa verso il successivo bacio tra giorno e notte.

Nella cornice del chiringuito c’è un passe-partout fatto di sabbia fine e mare cristallino, dentro una tela dipinta ad olio che raffigura noi, i nostri sorrisi e la nostra voglia di festeggiare quindi: Marisol, per noi due birre oggi! Metti in pausa i pensieri e ascoltiamo quello che la radio passa: Edoardo Bennato. Con la mano destra inforchiamo la nostra birra, rossa per te e blanche per me, con la sinistra seguiamo il ritmo de “L’isola che non c’è”. E cantiamo, dai! Che questo è l’inno di chi non molla mai e persevera nella ricerca della propria felicità.

Sul tavolino c’è anche un regalo per te, scartalo pure perché ha un senso e un motivo parlarne qui e ora. Ma quante domande oggi? Non chiedermi perché una copia dell’Odissea di Omero e non chiedermi se il sole mi ha picchiato così forte da farmi dare più numeri del solito; mai stato così lucido io e mai stato più azzeccato l’abbinamento Bennato – Omero!

Entrambi raccontano di un viaggio denso di significato: la corsa verso la propria felicità. Non importa quanto lungo e tortuoso sarà, non importa gli ostacoli che troverai, la tua isola felice è là e ti aspetta già.

La raccomandazione che ti faccio, tra un sorso di birra e l’altro, è lo stesso che Circe fece ad Ulisse prima che salpasse dalla sua isola: chi s’avvicina a loro, mal cauto, ed ascolta la voce delle Sirene, quello non mai la sua sposa ed i figli più lo vedranno tornare.

Può sembrarti strano ma le Sirene di Ulisse sono gli stessi “saggi” che canta Bennato, quei matusa che continuano a dirti che quell’isola non c’è.

E la bonaccia in cui si ritrova la nave del condottiero acheo è lo stesso pantano in cui si pianta il protagonista della canzone. In quelle situazioni di stallo, dove la forza di volontà viene un po’ meno e le forze iniziano a scarseggiare, è facile essere distolti dal proprio obiettivo, è facile sentire il soave (all’apparenza) canto delle Sirene ed è facile iniziare a dar ragione ai matusa. E allora ti lasci cullare dall’idea che è pazzia, è una favola, è solo fantasia. E chi è saggio, chi è maturo lo sa: non può esistere nella realtà.

È in questi momenti che devi essere lucido e forte, è qui che devi aggrapparti con tutte le tue forze al tuo personalissimo scopo che è l’albero maestro della tua vita, lo stesso a cui si è legato Ulisse, il fulgor degli Achivi, per resistere al richiamo irresistibile delle Sirene. E ci si è legato con le corde della disciplina, della concentrazione e della perseveranza.

È troppo pericoloso prendere e cambiare rotta nei momenti di stanca, è troppo rischioso ascoltare il parere di chi non ha mai camminato nelle tue scarpe. In questi momenti, difficili lo so, l’unica cosa che può aiutarti è la consapevolezza che quell’isola c’è!

Intanto Marisol ci ha servito altre due birre ghiacciate e il suo tempismo ci ha riportato qui al chiringuito giusto in tempo per vedere l’ultimo spicchio di sole tuffarsi in mare. Godiamoci il succo di luppolo nel brunire della sera, un nuovo cerchio sta iniziando e con esso una nuova rincorsa verso i nostri abbracci che, a questo giro, saranno a tema estivo.

Tra pochi giorni l’ultimo sprint in cui unirci in festa con la nostra grande famiglia: i Summer Party. Milano in piscina e poi tanto mare, dalla Riviera fin giù lungo l’Adriatico.

Un ultimo tuffo per festeggiare la felicità di chi ha trovato o quella di chi la sta raggiungendo.

Seconda stella a destra, questo è il cammino

E poi dritto fino al mattino

Non ti puoi sbagliare, perché

Questa è l’isola che c’è.