Una vUna vecchia Renault 4 blu cobalto, targata Perugia, è accostata a un muretto di uno dei vicoli in fiore sulle sponde del Trasimeno, proprio dove un tempo Annibale, famoso condottiero cartaginese, annientò l’esercito romano. Sempre lì, secoli dopo, avrebbero combattuto guelfi contro ghibellini, per poi cedere lo spazio, in seguito, a personaggi del calibro di Niccolò Macchiavelli e di Leonardo da Vinci. A lasciare, ancora, le loro impronte prima i soldati napoleonici e poi i tedeschi e gli alleati durante la Seconda Guerra mondiale.
Ha molto da raccontare Castiglione del Lago, piccolo borgo umbro di origine etrusca, al confine con la Toscana, sorto su un promontorio calcareo, anticamente isola, insieme alle tuttora staccate dalla terraferma Polvese, Maggiore e Minore.
Circondato da mura medievali (è proprio nel Medioevo che raggiunge il suo massimo splendore sotto la guida della famiglia Corgna, imparentata con Papa Giulio III) vi si accede tramite 3 porte: la Perugina (risalente al XIII secolo), la Fiorentina (del XVI secolo) e la Senese (ricostruita nel ‘900), ingresso principale del paese.
DA NON PERDERE
Prima tappa, una volta addentrati nel borgo, Palazzo della Corgna, oggi sede degli uffici comunali, ma concepito inizialmente (fu costruito nel 1563) come una piccola reggia. Suggestive le sue sale affrescate per lo più dal Pomarancio (pittore vissuto a cavallo tra il ‘500 e il ‘600, noto soprattutto per aver realizzato opere in diverse chiese di Roma e nella Basilica di San Pietro).
Attraverso un’ antica via di fuga si raggiunge la Rocca del Leone che svetta sull’azzurro Trasimeno adagiato tra dolci colline. Fatta erigere dall’imperatore Federico II di Svevia nei primi decenni del 1200 è di pianta pentagonale irregolare sulla falsariga della costellazione del Leone. Da qui il nome non solo della Fortezza ma della città stessa. Il borgo infatti da Clusium Novum, ossia Nuova Chiusi, (poi sostituito da Castula o Castellio) iniziò a chiamarsi Castellum Leonis da cui poi Castiglione, cioè Castello del Leone.
Piccola, ma non meno importante, è anche la barocca Chiesa di San Domenico fatta costruire nel 1636 da Fulvio II, ultimo duca della Corgna, per ottemperare a un voto fatto al santo di Guzmàn affinché la moglie, Eleonora de Mendoza, guarisse da una grave cancrena al braccio (sono tuttora conservati gli strumenti che servirono per l’operazione. Una riproduzione dell’arto si trova, invece, nel museo di San Domenico, accanto alla chiesa). Corredata da un soffitto ligneo a cassettoni, conserva al suo interno la tombe del poeta italiano del ‘500 Cesare Caporali oltre che del duca Fulvio II.
Dopo l’intenso tour culturale è obbligatorio concedersi un po’ di relax. Diverse sono le spiagge attrezzate dove poter contemplare, in tranquillità, la bellezza del paesaggio. Da assaggiare, nel frattempo, due antichi piatti di pesce di lago: il Brustico, persico abbrustolito sulla brace di canna lacustre, la cui origine pare risalga agli Etruschi, e il Tegamaccio, zuppa di diverse varietà di pesce cotta per almeno 3 ore, a fiamma bassissima, in pentola di terracotta.
Una volta ricaricate le energie, ci si può dedicare ad attività quali lo sci d’acqua, l’acquascooter, il windsurf, o il kitesurf. Altrimenti, è possibile raggiungere, tramite traghetto, la graziosa isola Maggiore, con le sue chiesette, i resti romani e il mulino a vento.
CURIOSITÀ
Durante la Seconda Guerra mondiale Castiglione del Lago fu attraversata dalla Linea Albert, detta in gergo Linea del Trasimeno, sorta a scopo difensivo, a opera dell’esercito tedesco, durante il 1944.
Nella frazione di Villastrada si trova uno tra gli ulivi più antichi. Risalente a 2500 anni fa, ha resistito a guerre, invasioni e gelate, tra cui quelle del 1929, del 1956 e del 1985, che hanno distrutto ulivi e altri alberi. Ma non è l’unico albero degno di nota. Famoso, perché pare sia il più grande al mondo con i suoi 1080 metri di lunghezza e 50 di larghezza, è quello di Natale allestito sulle acque del lago, durante le festività natalizie, a partire da dicembre 2019.
Meno recente è la Festa del Tulipano, appuntamento fisso nel mese di marzo, durante cui si tiene la sfilata di carri allegorici addobbati interamente con petali di tulipano ispirati, proprio come quelli del Carnevale, a temi di ogni genere. L’usanza di questa festa affonda le sue origini nel 1956. Alcune famiglie olandesi, provenienti perlopiù da Haarlem e Leida, trasferitesi nel borgo umbro, decisero di festeggiare l’arrivo della primavera, addobbando la città con tulipani, divenuti simbolo dell’Olanda a partire dal secondo dopoguerra.
Valeria De Simone