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Bce, ancora un taglio dei tassi: si scende al 2%

  • 4 Giugno 2025

La Banca Centrale Europea ha deciso di abbassare nuovamente i tassi d’interesse, riducendo di 0,25 punti percentuali il costo del credito. Di conseguenza, il tasso sui depositi scende al 2%, quello sui rifinanziamenti principali al 2,15% e il tasso sui prestiti marginali arriva al 2,40%.

In contemporanea, la BCE ha pubblicato le nuove previsioni macroeconomiche, che suggeriscono che la lunga fase di lotta contro l’inflazione elevata potrebbe essere giunta al termine. Nel comunicato diffuso dopo la decisione, l’istituto di Francoforte ha dichiarato: «La maggior parte degli indicatori dell’inflazione di fondo suggerisce che l’inflazione si stabilizzerà in modo durevole attorno all’obiettivo del 2% a medio termine», come previsto dal piano della Bce.

Il termine di un ciclo monetario

Christine Lagarde, presidente della BCE, ha sottolineato che si sta avvicinando la conclusione di un ciclo di politica monetaria che ha visto l’adozione di misure straordinarie a causa di eventi come la pandemia da Covid-19, la guerra in Ucraina e l’impennata dei costi energetici. Secondo la Lagarde, la Bce si aspetta che l’inflazione torni al target del 2% entro il 2027, con una discesa al di sotto di tale obiettivo che giustifica in parte l’abbassamento dei tassi di interesse di giugno. Se la discesa dei prezzi dovesse continuare, potrebbero essere previsti ulteriori aggiustamenti.

Le nuove proiezioni mostrano che l’inflazione potrebbe scendere al 2% medio annuo nel 2025 (rispetto al 2,3% previsto a marzo), al 1,6% nel 2026 (dal 1,9% delle stime precedenti) e tornare al 2% nel 2027. La revisione al ribasso rispetto alle stime precedenti, pari a 0,3 punti percentuali per il 2025 e il 2026, è dovuta principalmente alla previsione di prezzi energetici più bassi e a una valuta dell’euro più forte. L’inflazione core (al netto dei beni energetici e alimentari) è invece prevista crescere del 2,4% nel 2025 (rispetto al 2,2% di marzo) e dell’1,9% nel 2026 e 2027 (rispettivamente 2% e 1,9%).

Sul futuro pesa il tema dei dazi

Le previsioni sulla crescita economica sono invece rimaste pressoché invariate. La BCE prevede una crescita del PIL reale pari allo 0,9% nel 2025 (in linea con le previsioni di marzo), dell’1,1% nel 2026 (dall’1,2% stimato in precedenza) e dell’1,3% nel 2027. La previsione di crescita invariata per il 2025 riflette un primo trimestre migliore del previsto (con il dato sul PIL che potrebbe essere rivisto al rialzo, secondo quanto spiegato dalla stessa Lagarde), ma è accompagnata da prospettive più deboli per la seconda parte dell’anno.

Un tema centrale rimane quello dei dazi. La BCE ha sottolineato che l’incertezza legata alle politiche commerciali potrebbe influire sugli investimenti delle imprese e sulle esportazioni nel breve termine. Tuttavia, gli investimenti pubblici maggiori in difesa e infrastrutture dovrebbero supportare la crescita nel medio periodo. L’aumento dei redditi reali e la solidità del mercato del lavoro permetteranno alle famiglie di aumentare i consumi. Combinati con tassi di finanziamento più favorevoli, questi fattori dovrebbero rendere l’economia più resistente agli shock globali.