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Riforma condominio: stop contante, amministratori laureati e regole per morosi

  • 19 Dicembre 2025

A tredici anni dalla precedente riforma della disciplina condominiale, prende forma un nuovo intervento normativo destinato a incidere in modo significativo sulla gestione degli edifici. Il disegno di legge AC 2692 introduce un pacchetto articolato di misure che punta a rafforzare la regolarità contabile, innalzare il livello di professionalizzazione degli amministratori e rendere più trasparenti i rapporti tra condòmini, fornitori e gestori.

La laurea come requisito

Il cuore della riforma è rappresentato da una profonda revisione dei requisiti per l’esercizio della professione di amministratore di condominio. Il testo prevede l’obbligo di possedere una laurea, anche triennale, in ambito economico, giuridico oppure scientifico-tecnologico. Si tratta di una netta discontinuità rispetto al passato, quando era sufficiente il possesso di un diploma di scuola secondaria.

È prevista una clausola di salvaguardia per chi, alla data di entrata in vigore della norma, risulti già iscritto ad albi, ordini o collegi professionali dell’area economica, giuridica o tecnica. L’eccezione riguarda quindi alcune figure professionali, mentre ne restano esclusi coloro che non possiedono titoli o iscrizioni qualificanti.

A supporto del nuovo sistema verrà istituito un elenco ufficiale presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, al quale dovranno iscriversi tutti gli amministratori per poter esercitare l’attività, dimostrando il possesso dei requisiti richiesti. Allo stesso elenco dovranno iscriversi anche i revisori contabili condominiali. L’esercizio dell’attività senza iscrizione comporterà sanzioni amministrative comprese tra 1.032 e 5.160 euro.

Stop al contante e rafforzamento dei controlli

Sul piano operativo, una delle novità più incisive è il rafforzamento degli obblighi contabili. Tutti i pagamenti dovranno transitare esclusivamente attraverso il conto corrente condominiale, bancario o postale, con l’eliminazione totale dell’uso del contante. La misura punta a garantire la piena tracciabilità delle operazioni e a ridurre le aree di opacità nella gestione finanziaria.

Morosità e tempi più lunghi per i decreti ingiuntivi

Cambiano anche le regole per il recupero dei crediti. L’amministratore sarà tenuto ad avviare le azioni nei confronti dei condòmini morosi solo dopo l’approvazione del rendiconto annuale, che potrà avvenire entro 180 giorni dalla chiusura dell’esercizio, introducendo una maggiore tutela per chi è in difficoltà temporanea.

I fornitori del condominio vedono rafforzata la propria posizione. In caso di mancato pagamento, potranno rivalersi direttamente sul conto corrente condominiale e, se necessario, anche sui condòmini in regola con i versamenti, ampliando così le possibilità di recupero dei crediti.

Il revisore contabile diventa obbligatorio

Per i condomìni con oltre venti partecipanti diventa obbligatoria la nomina di un revisore contabile condominiale, incaricato per due anni non rinnovabili. Il revisore dovrà attestare la correttezza del rendiconto secondo criteri più stringenti, che in parte si estendono anche ai condomìni di dimensioni minori.

Il rendiconto annuale dovrà essere redatto secondo il criterio di cassa e accompagnato da una situazione patrimoniale e da uno stato dettagliato di ripartizione dei costi, con evidenza dei conguagli di fine esercizio e di quelli pregressi per ciascun condòmino.