Press ESC to close

La cosa più rivoluzionaria è essere te stess*

  • 12 Giugno 2025

Oh my friend,

questa volta ti ho portato con me in un posto speciale!

Sai perché siamo qui? Perché Polignano è un esempio vivente di coraggio e orgoglio. È una città costruita dove sembrava impossibile costruire. Stretta tra le rocce e sospesa sul mare, si è sviluppata in un luogo impervio, sfidando la logica e le difficoltà. Eppure, con determinazione, ha scelto di esistere, di essere unica, dirompente. Oggi si manifesta al mondo in tutta la sua bellezza, come solo chi ha lottato per essere sé stesso può fare.

Siamo qui, seduti sul Belvedere di San Michele, con il mare che si apre davanti a noi come un sipario d’infinito. Il sole sta calando piano e colora le onde di riflessi dorati e rosa. Tra le mani, il nostro immancabile caffè, caldo e forte, come i pensieri che ci attraversano.

Sai, oh my friend, ci sono momenti in cui il mondo sembra volerci dire chi dobbiamo essere, come comportarci, persino cosa sentire. Ma arriva un giorno in cui impari a liberarti di tutto questo. Arriva il giorno in cui scegli di essere semplicemente te stesso. E non è un atto di ribellione. È un atto di amore.

Nel mese del Pride voglio dirti questo: sii fiero di chi sei. Di chi sei stato, anche se ci sono state cadute, errori, momenti di buio. Sii fiero di chi sei adesso, perché stai lottando, ogni giorno, per evolverti. E sii fiero di chi sarai, perché il futuro lo stai costruendo con il coraggio di chi non si nasconde.

Essere fieri di sé non significa dimenticare le proprie fragilità. Anzi. Vuol dire riconoscerle, abbracciarle, trasformarle in forza. Essere fieri significa sapere che ogni cicatrice racconta una storia di resistenza, ogni passo falso ha portato un insegnamento, ogni rinascita è partita da un crollo. Vuol dire guardarsi allo specchio senza cercare di assomigliare a nessuno, senza rincorrere l’approvazione degli altri, ma solo il nostro riflesso più autentico.

E non importa quanto gli altri abbiano cercato di etichettarti, di dirti che non andavi bene, che eri troppo o troppo poco: troppo sensibile, troppo silenzioso, troppo colorato, troppo diverso. Oh my friend, tu non sei mai stato un errore. Tu sei un’opera in costruzione e ogni giorno aggiungi un pezzo nuovo, più vero, più tuo.

Sorseggiamo l’ultimo sorso di caffè, ci alziamo e ci incamminiamo verso Lama Monachile. Scendiamo i gradini, tra le rocce, fino alla spiaggia. Ci sediamo sui ciottoli, osservando il panorama mozzafiato. Lì, in quel momento sospeso, inforchiamo le cuffie. Play. Parte la canzone.

“Born This Way” di Lady Gaga riempie timpani e le parole scorrono nelle cuffie mentre il vento ci scompiglia i pensieri:

I’m beautiful in my way, ‘cause God makes no mistakes, I’m on the right track, baby, I was born this way. Sono bello a modo mio, perché Dio non commette errori. Sono sulla strada giusta, baby, sono nato così.

Questa frase, più che un ritornello, è un inno. Lady Gaga non ci sta solo cantando una canzone: ci sta offrendo uno specchio dove vederci, finalmente interi. Essere nati così è una benedizione, non una condanna. Non serve cambiare, piegarsi, fingere. Serve solo riconoscersi, accettarsi, amarsi. I’m on the right track significa che, anche se il cammino è difficile, è comunque quello giusto se porta verso la nostra verità.

E allora sì, sii orgoglios*. Di ogni tua sfumatura, di ogni battaglia silenziosa, di ogni passo avanti, anche se piccolo. L’orgoglio non è arroganza, è gratitudine per il proprio percorso. È la consapevolezza che stai dando il meglio di te con gli strumenti che hai, nei limiti del momento che vivi.

Penso a quei versi di Walt Whitman, dalla sua celebre Song of Myself, che lessi in silenzio e che oggi risuonano con più forza che mai:

“I celebrate myself, and sing myself,

And what I assume you shall assume,

For every atom belonging to me as good belongs to you.”

Mi celebro e canto me stesso,

E ciò che io assumo, lo assumerai anche tu,

Perché ogni atomo che mi appartiene, è buono quanto uno che appartiene a te.

In questi versi c’è un messaggio profondo: l’autenticità è un dono, non solo per noi, ma per l’umanità intera. Ogni volta che celebriamo la nostra unicità, stiamo celebrando anche quella degli altri. Ogni atomo della nostra esistenza è parte di un disegno più grande. Non siamo soli. Non siamo sbagliati. Siamo interi, preziosi, degni.

Oh my friend, se solo sapessi quanta bellezza c’è in te, nei tuoi pensieri, nei tuoi silenzi, nelle tue contraddizioni. La vita non ti chiede di essere perfett*. Ti chiede di essere ver*. E la verità è il seme più potente che possiamo piantare dentro di noi.

In questo nostro momento sospeso tra cielo e mare, sento forte il bisogno di dirtelo: non giudicare e non farti giudicare. Smetti di pesarti con la bilancia degli altri. Credi nella tua unicità come si crede in un’alba nuova. E, soprattutto, guarda con occhi gentili anche chi ti sta intorno. Nessuno ha bisogno di essere salvato, ma tutti abbiamo bisogno di essere visti.

Allora, oh my friend, cammina a testa alta. E se il mondo ti guarda con occhi storti, tu rispondi con un sorriso sincero. Perché chi si ama, chi si rispetta, chi ha fatto pace con sé stesso, ha già vinto.

Io, seduto qui con te, ti dico: sii te stess*, sempre. Con orgoglio e con coraggio.

Non c’è niente di più rivoluzionario. Non c’è niente di più potente.

Al prossimo caffè

Leonardo Lo Cascio