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Halloween a Calcata, il borgo che ti strega

  • 16 Ottobre 2024

Nessuno le ha mai viste, eppure c’è chi giura di averle sentite cantare e lanciare incantesimi, nelle notti di inverno, tra i tortuosi vicoli sferzati dal vento. Sono le streghe di Calcata, borgo che prende vita, come per incanto, in cima a uno sperone tufaceo a strapiombo sulla Valle del fiume Treja, set di diversi film western, tra cui alcuni con Bud Spencer e Terence Hill.

Avvolto dalla nebbia e da minacciose nubi nere, che contrastano con il rosso del tufo su cui si arroccano centinaia di casette, è il luogo ideale, a meno di un’ora di auto da Roma e da Viterbo, in cui trascorrere la notte di Halloween. Secondo antichissime credenze, che affondano le radici nell’antica civiltà dei Falisci, il sottosuolo di Calcata sarebbe, infatti, fulcro di forti energie primordiali. Si racconta poi che nelle grotte, utilizzate un tempo dagli Etruschi come santuari e luoghi di preghiera, si siano svolte anche terrificanti cerimonie esoteriche.

Varcando così l’unico accesso alla città, si approda all’improvviso in un mondo magico fatto di luce e tenebre.Archi ricoperti da edere si alternano a balconi adornati di fiori e a lenzuola stese al pallido sole d’autunno. Gatti miagolanti troneggiano, a mo’ di guardiani, di fronte alle colorate porte della case. Lampade variopinte e teste penzolanti (finte, si spera!), con su stampato un ghigno malefico, fanno capolino dai balconi.E poi, inaspettatamente, tra le viuzze, alcuni artisti allietano i passanti cantando e suonando brani di altri tempi, mentre altri, assorti, dipingono verdi paesaggi su bianche tele. Ottimo materiale per le stories, ma da postare sui social solo dopo essere ritornati alla realtà. Qui la rete internet, come in un film horror che si rispetti, è quasi del tutto assente. Vale però la pena tremare un po’ di paura e staccare per qualche ora dai social. Per la CNN, Calcata è infatti uno dei luoghi must see in Italy. Lascia letteralmente…stregati!

DA NON PERDERE

  • Sicuramente da non perdere, ogni anno, a partire dal pomeriggio del 31 ottobre e fino a notte fonda, è il Calcata Horror Fest. Per l’occasione case, cantine, vicoli e locali si vestono di scheletri, ragnatele, pipistrelli e zucche e la piazza si popola di maschere mostruose rendendo l’atmosfera del borgo ancor più suggestiva e tenebrosa. Si svolgono, inoltre, sfilate in costume, performance di giocolieri, laboratori di decorazione di zucche, spettacoli teatrali e pirotecnici.
  • Ma se tutto questo non vi basta, consigliato anche un giro alla Grotta Sonora, antro di origine etrusca in cui, grazie a una serie di strumenti musicali realizzati con materiali di recupero, i partecipanti possono mettersi in contatto tra loro attraverso le vibrazioni fino a sperimentare, così, un vero e proprio viaggio tra suoni. A Opera Bosco, poi, il Museo di arte contemporanea allestito nel cuore del Parco Valle del Treja, è possibile ammirare una serie di opere d’arte, realizzate con materiali naturali grezzi del bosco, che vivono in simbiosi con l’ambiente.
  • I più romantici, invece, non possono non attraversare lo strettissimo Passetto del bacio.E se il mal di stomaco non è dovuto alle “farfalle”, ma alla fame, sarà meglio allora addentare i tipici Cappellacci (che non sia un riferimento ai copricapo a punta delle streghe?). Fatti con acqua, farina e uova sono simili a una crêpe. Il loro ripieno varia da castagne, funghi e peperoncino a gorgonzola e radicchio.

CURIOSITÀ

Tra le leggende più famose diffuse a Calcata, citata sia da James Joyce nel suo Ulisse che da Josè Saramago in Vangelo secondo Gesù Cristo, è quella legata al Santo Prepuzio di Gesù. Reciso otto giorno dopo la nascita, fu poi donato da un angelo a Carlo Magno il quale lo portò a Roma dove fu custodito, nella Basilica di San Giovanni Laterano, fino a quando un lanzichenecco, durante il Sacco del 1527, lo rubò e lo nascose in una grotta a Calcata. Il cofanetto contenente la reliquia fu ritrovato solo nel 1559. Nel momento in cui fu aperto, pare che un celestiale profumo di fiori invase l’intera città donando pace e serenità a tutti i suoi abitanti. Da quel giorno, per oltre quattro secoli, ogni primo gennaio si è svolta una solenne processione in memoria di quel miracolo fino a quando, circa quarant’anni fa, il Santo Prepuzio scomparve nel nulla.

Calcata è anche noto come il paese degli artisti e degli hippie. A partire dagli anni ’60 molti artisti e artigiani (tra cui l’architetto Paolo Portoghesi, il coreografo americano Paul Steffen, la pittrice Simona Weller e lo scultore Costantino Morosin) si trasferirono nel borgo laziale in cerca di riparo dal frastuono delle città.

Nella Sala dei 101 Tè è possibile sorseggiare oltre cento tipi di infusi e ammirare 400 teiere provenienti da tutto il mondo. A dare vita a questo posto, che profuma di spezie, dolci fatti in casa e di magia, un’ex modella belga.

Valeria De Simone