Imu e Tari, moratoria per chi non può pagare: stop sanzioni e niente interessi

Il Governo studia una moratoria di sanzioni e interessi per chi salta le rate. Pronto un fondo per i Comuni in difficoltà.

Stop sanzioni e niente interessi per chi salta i pagamenti. È questa la misura scelta dal Governo per andare in contro a cittadini e famiglie in difficoltà in vista delle imminenti scadenze fiscali. Una specie di sospensione dei tributi locali, quindi, che però arriverà sotto forma di moratoria di sanzioni e interessi per chi salta le rate.

La questione riguarda in primis la "nuova Imu" (che, ricordiamo, da quest'anno accorpa le vecchie Imu e Tasi) in scadenza il prossimo 16 giugno, ma anche la Tari (La tassa sui rifiuti) e gli altri tributi locali minori.

L'Esecutivo, attraverso un nuovo Decreto, sta mettendo a punto un meccanismo che permetterebbe agli enti locali di sospendere Imu, Tari e altri tributi locali fino al 30 Luglio (è l'ipotesi più accreditata). Le decisioni spetteranno comunque ai sindaci, che potranno sospendere le penalità per i ritardatari senza rischiare di vedersi contestare il danno erariale.

C'è però anche un altro tema che non riguarda direttamente i cittadini ma gli enti locali, in particolare i Comuni. L'emergenza sanitaria e la crisi economica, infatti, stanno svuotando le casse e gli amministratori locali temono che in molti non potranno adempiere alle imminenti scadenze fiscali. Governo ed enti locali hanno quindi trovato l'accordo su un fondo per compensare un crollo di entrate che comincia già a farsi sentire. "Il Sole 24 Ore" parla di 3 miliardi ai Comuni,  500 milioni alle Province e circa 2 miliardi alle Regioni

 

 
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Fisco e casa: le novità del Decreto di aprile

Dopo il Decreto "Cura Italia", il Governo ha approvato nuove misure per dare ulteriore sostegno a lavoratori e famiglie.

Una manovra di più ampio respiro, tale da abbracciare una platea più grande di contribuenti e dare un ulteriore sostegno a famiglie e lavoratori. È uno degli obiettivi con cui il Governo ha varato il nuovo Decreto Liquidità che, oltre a regolamentare il sostegno alle imprese, comprende una serie di norme che vanno dalla casa al fisco.

Il Sole 24 Ore ha fatto ordine tra le misure che sono state inserite nel testo: si va dal più tempo per la certificazione unica dei redditi all'assistenza fiscale a distanza fino alla sospensione dei versamenti di aprile e maggio. 

Assistenza fiscale a distanza Dopo lo spostamento della scadenza al 30 settembre del termine ultimo di invio della dichiarazione deciso appena poche settimane fa, arriva l’assistenza fiscale a distanza. Nel Decreto c'è la possibilità di inviare la delega al Caf o al professionista abilitato con una copia dell’immagine accompagnata da una copia del documento di identità. Largo quindi a un documento stampato, firmato e poi scannerizzato. 

Certificazione unica Tra le novità dell’ultima ora, arriva una vera e propria proroga per i sostituti d’imposta per la trasmissione della certificazione unica all’agenzia delle Entrate e la consegna a dipendenti e pensionati (i cosiddetti percipienti). Il termine per la certificazione unica 2020 viene infatti spostato al 30 aprile. Stessa scadenza entro la quale non sarannoapplicate sanzioni per chi effettuerà la trasmissione telematica.

Sospensione dei versamenti La sospensione dei versamenti di ritenute, Iva, contributi e premi asssicurativi per aprile e maggio viene ancorata al parametro dei ricavi o compensi e al calo. In particolare, per imprese, autonomi e professionisti sotto i 50 milioni di euro di ricavi o compensi la sospensione scatterà se il calo è stato del 33% per marzo e aprile rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Per quelli sopra i 50 milioni la sospensione invece sarà condizionata a una riduzione del 50% sempre negli stessi mesi e sempre nel confronto rispetto all’anno scorso. I versamenti sospesi dovranno essere effettuati in un’unica soluzione nel mese di giugno 2020 o in 5 rate mensili di pari importo a decorrere dallo stesso mese.

Bonus prima casa Arrivano termini più soft per non perdere il bonus prima casa da cui si decade se non si sposta la residenza entro 18 mesi o se non si riacquista entro un anno in caso di vendita prima dei 5 anni dal primo acquisto. I termini saranno congelati dal 23 febbraio 2020 al 31 dicembre 2020 e torneranno a decorrere allo scadere del periodo di sospensione.

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Imu e Tasi, saldo il 16 dicembre: ultimo appuntamento con le due tasse separate

Dal prossimo anno le due tasse saranno fuse in un unico tributo: nelle case di Comuni ed Erario arriveranno oltre 10 miliardi di euro

Ci siamo. È scattato il conto alla rovescio per l'ultimo pagamento di Imu e Tasi prima dell'annunciata fusione decretata dalla nuova Legge di Bilancio. La data da segnare sul calendario è quella del 16 dicembre: entro quel giorno i contribuenti, si stima circa 18 milioni di italiani, dovranno saldare i conti.

Secondo le previsioni, nelle casse di Comuni ed Erario entreranno oltre 10 miliardi di euro: di questi 9,5 dovrebbero arrivare dall'Imu e solo 0,6 dalla Tasi. Ma il conto potrebbe essere ancora più alto: Il Sole 24 Ore, infatti, fa notare come considerando l'ultima Legge di Bilancio (a firma Lega/5 Stelle) i consigli comunali siano liberi di votare aliquote più elevate ed eliminare sconti o agevolazioni e quindi in alcuni casi le due tasse potrebbero risultare più care di quanto preventivato.

 

 

Il saldo di quest’anno sarà anche l’ultimo in cui gli inquilini dovranno versare la propria quota della Tasi, che fino ad ora poteva variare dal 10% al 30% a seconda la delibera comunale. Dal prossimo anno, infatti, l'importo ricadrà interamente sul proprietario dell'immobile e l'importo risulterà anche più alto perché gli inquilini che usano la casa come abitazione principale dal 2016 non pagano la propria fetta di Tasi. 

Dal prossimo anno invece i contribuenti italiani avranno a che fare con un'unica tassa che incorporerà Imu e Tasi: resterà inalterato il livello massimo del prelievo (il limite sarà del 10,6 per mille, che già oggi rappresenta la somma massima di Imu e Tasi) e il tributo potrà essere azzerato, cosa oggi impossibile a livello normativo per l’Imu: spetterà sempre ai Comuni decidere come muoversi.

 

 
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