Michele De Astis entra nella Hall of Fame: “Un’esplosione di felicità. Sul palco mi mancava il fiato”

Esausto, senza voce ma sorridente e ancora emozionato. All’indomani del grande giorno, Michele De Astis forse non è ancora del tutto consapevole di aver scolpito per sempre il suo nome nella storia di Iconacasa, per di più nella prima Convention nazionale. Lui è stato il protagonista assoluto di una serata memorabile, culminata in un momento tanto agognato e desiderato: la nomina nella Hall of Fame Iconacasa è sicuramente il sogno di ogni affiliato della rete.

Allora Michele, conduttore prima e nomina nella Hall of Fame dopo, tutto in una sola serata. Cosa hai provato?
"È stata davvero una bellissima esperienza. Abbiamo lavorato molto tutti quanti e mi sono preparato tantissimo. Settimane e settimane di prove, ma è andato tutto alla grande. Il momento della premiazione è stata un'esplosione di emozione e felicità a coronamento di un anno di duro lavoro. Non mi aspettavo di vincere, i presidenti non mi hanno mai fatto sospettare qualcosa".

Esattamente un anno fa il tuo volto è finito per la prima volta su Iconapeople. Cosa è cambiato 365 giorni dopo?
"Tutto: avendo un ruolo di responsabilità c’è molta più voglia di fare, di dimostrare agli altri quello che sono sempre stato e che nella vecchia azienda in cui lavoravo non è mai stato ripagato. È stato un anno di duro lavoro per dimostrare i veri valori della mia persona".

"Il momento della premiazione è stata il coronamento di un anno di duro lavoro. Non mi aspettavo di vincere, i presidenti non mi hanno mai fatto sospettare qualcosa"

Probabilmente la Hall of Fame è il riconoscimento più alto a cui si può ambire, ma siamo sicuri che non è finita qui: quali sono gli obiettivi per il futuro?
"Come sempre, un altro anno di duro lavoro e sacrificio. Sicuramente l'obiettivo personale non è rimanere a fare il capo distretto: ambisco a un ruolo di livello nazionale e credo fortemente di potercela fare".

  

Torniamo un attimo alla serata. Hai condotto tanti eventi, ma siamo sicuri che questo ha avuto un sapore particolare.
"Quando sono salito sul palco mi è mancato il fiato. Anche se ho condotto altri eventi, l'emozione di vedere così tante persone in platea è completamente diversa. I primi cinque minuti sono stati di pura adrenalina, poi la tensione si è sciolta ed è stata una festa. Il coinvolgimento della gente è stato bellissimo".

"L'emozione di vedere così tante persone in platea è completamente diversa. I primi cinque minuti sono stati di pura adrenalina"

Come è stato intervistare un campione del mondo come Beppe Bergomi?
"Molto emozionante. Penso che le sue parole rispecchino perfettamente i valori della nostra azienda. Il gioco di squadra, la passione, la fiducia sono parole importanti per noi. Mi auguro che il messaggio sia arrivato chiaro agli affiliati: sono tutti capitani della nostra squadra".

Un ringraziamento speciale?
"Prima di tutto a mia moglie che mi è sempre al fianco, crede in me e crede nell'azienda. Ma un ringraziamento va soprattutto ai presidenti, per la lealtà e la fiducia che hanno riposto in me. Sono tre persone speciali, non ci sono altre parole".

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Convention 2019, Bergomi: "Professione e passione vanno di pari passo. Credendo nei valori si può sfidare chiunque"

Una vita intera fondata sugli stessi valori di Iconacasa: "Lo Zio" è l'ospite speciale della prima Convention Nazionale.

"Il calcio è emozione ma voi mi avete fatto emozionare davvero tanto. Essere qui con voi è molto bello". Mentre risuonano ancora le note dell'indimenticabile Seven Nation Army dei The White Stripes, Beppe Bergomi esordisce così mentre sale sul palco della Convention Iconacasa. Acclamato e applaudito da tutti perché lui, 'lo zio' così come lo ha battezzato l'ex compagno di squadra Giampiero Marini per via dell'aria più matura conferitagli dai baffi, non è stato solo un giocatore dell'Inter ma è di fatto un'icona del calcio italiano. 

Bergomi non ha bisogno di presentazioni: 757 presenze con i colori neroazzurri e 81 in nazionale della quale è stato capitano dal 1988 al 1991. Un coppa del mondo e tanti altri trofei in bacheca. Una vita intera dedicata al sacrificio e fondata sugli stessi valori di Iconacasa. Chi meglio di lui poteva quindi essere il testimonial per la prima Convention? Bergomi ha presentato suo libro "Bella Zio", scritto insieme ad Andrea Vitali e allo psicologo sportivo Samuele Robbioni, ma ha anche risposto alle numerose domande dei presentatori raccontando curiosi e interessanti aneddoti della sua vita.

"Per vedere le mie vittorie basta andare su internet e si trova tutto - dice Bergomi spiegando la decisione di scrivere il suo libro - abbiamo deciso di fare un racconto di formazione che descrive la mai vita da 0 a 18 anni, termina proprio quando vinco il mondiale. Racconto la mia famiglia, la mia vita all'oratorio, il mio giocare per strada. Fare il calciatore non è mai stato un sacrificio, è la cosa più bella del mondo. Ma per raggiungere i miei obiettivi ho fatto fatica". 

"I valori sono importantissimi. Ogni squadra, ogni team, ha i propri e ogni giocatore deve capirli e farli propri, poi si può sfidare chiunque. Sentire la fiducia è importante - ha spiegato il commentatore tecnico di Sky - Dopo una stagione negativa avevo diverse richieste da altre squadre ma arrivò all'Inter Osvaldo Bagnoli che mi chiese 'ma tu vuoi andare? Per me sei il più forte, rimani qui'. Quella frase mi ha fatto fare una stagione straordinaria perché sentivo la fiducia del mister".

"Il gioco di squadra è fondamentale - ha incalzato Bergomi - il concetto di gruppo l'ho capito già dalla mia prima esperienza in nazionale nel 1982: Bearzot era una persona straordinaria che sapeva di calcio e della vita e selezionava i giocatori perché erano prima di tutto grandi uomini. Ma essere un gruppo non è sufficiente, bisogna giocare di squadra. Fare il capitano non vuol dire solo scambiare il gagliardetto: ognuno di noi si deve togliere qualcosa per darlo agli altri. Io ero il capitano ma capitani erano tutti i miei compagni che mi stavano vicino". 

"Passione e professione possono andare di pari passo? Ovviamente sì. Ora che commento le partite, per esempio, lo faccio sempre con grandissima professionalità, par far capire a voi cosa succede sul campo, ma anche con passione per farvi vivere la partita. Frasi come 'Andiamo a Berlino' sono cose che ti vengono dal cuore, non te le prepari prima".

Sul palco con Bergomi anche lo psicologo sportivo Samuele Robbioni che nel finale ha regalato alla platea un piccolo ma significativo aneddoto: "Durante uno degli ultimi allenamenti a Modena, Julio Velasco ha provato in battuta un ragazzo delle giovanili dopo Ivan Zaytsev. Era un po' come battere un rigore dopo Cristiano Ronaldo. Il ragazzino ha sbagliato le sue battute ma Velasco gli ha detto: 'Ricordati che l'acqua bolle sempre a 100 gradi'. Insomma, non si può ottenere tutto e subito, si va per gradi con tanto lavoro, sacrificio, fiducia e consapevolezza in sé stessi".

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Convention 2019, a Pesaro la festa di Iconacasa: "Il sogno è realtà. Siamo un riferimento del mercato immobiliare"

Davanti a 400 persone è stato celebrato il primo evento nazionale: dai presidenti un discorso emozionante poi le premiazioni.

Un mix di spettacolo, emozione ed energia, ma soprattutto un concentrato di entusiasmo e passione. La prima Convention nazionale è stata una serata da ricordare che entra di diritto nella storia giovane ma già ricca di Iconacasa. Quasi 400 persone hanno applaudito, si sono divertite ma soprattutto si sono commosse per un evento tanto atteso e agognato che è diventato finalmente realtà. In tanti prima, durante e dopo la Convention avevano gli occhi lucidi, a cominciare da presidenti e area manager. La sera del 13 maggio, a Pesaro, nella splendida cornice di Baia Flaminia, qualcosa di speciale è successo, e l'intera platea per oltre 4 ore è stata travolta dall'entusiasmo.

Il tutto è stato frutto di un grande lavoro di squadra che ha visto impegnati in primis i presidenti, il direttore Leonardo Lo Cascio col team IconaPubli, i tre presentatori ma anche una serie di professionisti esterni (service, animatori e corpo di ballo) che hanno portato a termine il loro compito con grande efficienza. Un'organizzazione impeccabile, nonostante il maltempo, grazie e una pianificazione meticolosa lunga quasi un anno.

La serata è stata un crescendo di adrenalina. Dopo il suggestivo countdown in cui sono state ripercorse le tappe fondamentali della nascita di Iconacasa e l'entrata trionfale dei presentatori, Michele De Astis, Federica Messori e Emilio Rossi, sul palco sono saliti i tre soci fondatori. Per Giancarlo Quassia, Nico e Daniele Amoruso un discorso da brividi che ha fatto entusiasmare ma anche commuovere il pubblico. 

"Questa è la storia di un sogno che è diventato un'idea, di un'idea che è diventata un'azione che ha innescato altre azioni e ci ha portato dove siamo adesso - ha esordito Giancarlo Quassia - Oggi siamo un'azienda emergente ma ormai temuta e rispettata dalla concorrenza che ci guarda con grande preoccupazione. Siete ormai degli imprenditori, ma se volete essere persone di successo non dovete essere ossessionati dal successo, ma dai nostri valori".

"Quando tutto è iniziato - ha continuato Nico Amoruso - ci dissero che eravamo dei pazzi, che questo progetto sarebbe stato un grande fallimento. Ma il duro lavoro premia, sempre. Non abbiamo mai pensato che sarebbe stato facile, ma sapevamo che stando sempre sul pezzo e circondandoci di persone meravigliose questa salita sarebbe diventata una splendida discesa. Il segreto? Avevamo la certezza di diventare una grande azienda, volevamo. Le vostre difficoltà sono anche le nostre, le vostre vittorie sono anche le nostre, la nostra azienda è la vostra azienda".

"Quando abbiamo iniziato ci siamo guardati negli occhi e ci siamo chiesti: cosa vogliamo essere? Un riferimento del mercato immobiliare, un'icona, Iconacasa - ha tuonato Daniele Amoruso - Voi siete gente fuori dal comune, che ha deciso di osare, di inseguire il sogno Iconacasa. Perché siamo speciali? perché crediamo nella nostra mission: puoi essere di più puoi fare di più, devi fare di più: la mission è la tua fiamma, è pura energia, è la tua anima".

Sul palco sono saliti quindi anche gli area manager, i direttori dei servizi e il gruppo sviluppo e tutti insieme hanno abbracciato Daniele quando ha chiuso il discorso facendo tremare, letteralmente, la sala: "Rendiamo Iconacasa la regina del mercato immobiliare. Non importa quanto sarà difficile, la strada è quella giusta: si chiama vincere, si chiama gloria!"

Passata l'emozione, sul palco sono stati presentati per primi i titolari dei nuovi uffici: Bologna Mazzini, Modena Musicisti, Conversano, Bologna Bolognina, Milano Porta Romana, Milano Stazione Centrale, Bitonto Villa Giovanni XXIII, Roma Ponte di Nona, Rutigliano e Bologna Santa Viola.

Poi una sfilza di premiazioni, a cominciare dai servizi: due i riconoscimenti per l'ufficio di Molfetta Centro Ponente vincitore della classifica di Iconaservice (sul palco Giuseppe Grittani) e Iconapubli (a consegnare il premio il direttore Leonardo Lo Cascio). Per Euroansa il miglior ufficio è invece Bari San Paolo (sul palco il responsabile del servizio Umberto Cassano) mentre per il nuovo premio Iconadata, presentato da Antonio Tatoli, il vincitore è Napoli Fuorigrotta. 

Ma le premiazioni più attese, ovviamente, erano altre. La miglior coordinatrice del 2018 è stata Giulia Franco dell'ufficio di Bari Picone che ha preceduto Antonella Grieco (Costa Saragozza) e Micaela Renna (Cerignola). Il premio di miglior ufficio, invece, è andato a Bologna Costa Saragozza: a completare il podio anche le agenzie baresi di Picone e Carrassi. Il miglior agente 2018 è stato Ivan Montanaro (Bari Picone) seguito da Pantaleo Giovine (Molfetta) e Roberto Scaffidi (Costa Saragozza). 

 

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