Mutui: calano le richieste ma sale l’importo medio

I calcoli di Crif: nei primi due mesi del 2019 il saldo è ampiamente negativo (-7,1%) rispetto allo stesso periodo del 2018.

Sempre meno italiani chiedono un nuovo mutuo. A dirlo è l'ultimo report dell'agenzia Crif che ha preso in esame i dati del 2018 e di gennaio/febbraio 2019. Il calcolo è effettuato su istruttorie formali registrate sul Sistema di informazioni Creditizie di Crif.

Nel mese di febbraio le richieste di nuovi mutui e surroghe sono calate del -7,8% confermando il trend già registrato a gennaio: nei primi due mesi del 2019, infatti, il saldo è ampiamente negativo (-7,1%) rispetto allo stesso periodo del 2018. C'è, però, una nota positiva: la crescita dell’importo medio, che fa segnare un +2,9% per attestarsi a 129.702 euro.

"Le famiglie italiane - fa notare Crif - stanno rivedendo le proprie aspettative in attesa di capire meglio quale possa essere l’evoluzione economica del Paese". Le previsioni per il prodotto interno lordo di quest'anno, infatti, negli ultimi mesi sono state riviste al ribasso da parte dei principali osservatori internazionali: "Le turbolenze sui mercati finanziari della seconda parte del 2018 hanno fatto sentire i propri effetti sul costo dei nuovi mutui che però sono rimasti convenienti".

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Mutui, verso il nuovo Euribor: ecco cosa cambia per banche e cittadini

Tra la fine del 2019 e l'inizio del 2020 entrerà in vigore il "nuovo" Euribor: il Sole 24 Ore spiega cosa cambia per i mutuatari

Il 2019 sarà l'ultimo anno dell'Euribor come lo conosciamo noi. L’European money market institute (Emmi) insieme alle 20 banche che attualmente compongono il panel di rilevazione stanno infatti lavorando a una riforma complessiva del tasso di riferimento che indica l'interesse medio delle transazioni finanziarie tra le principali banche europee. Si tratta di un cambiamento molto importante perché all'Euribor sono agganciati molti contratti bancari, derivati e prestiti e anche mutui ipotecari a tasso variabile.

Perché si è reso necessario questo cambio? A spiegarlo è Il Sole 24 Ore: l'obiettivo è evitare l’insorgere di nuovi scandali finanziari che possano coinvolgere l'Euribor così come già successo nel recente passato. La scadenza è segnata: l'European Benchmark regulation (Bmr) ha dato infatti due anni di tempo a partire dal primo gennaio 2018 per adeguare ai principi internazionali gli indici di mercato e la metodologia con cui vengono calcolati.

COME CAMBIA Il nuovo Euribor sarà un ibrido: verrà cioè determinato quando possibile attraverso gli effettivi scambi di mercato per le diverse scadenze e, in assenza di transazioni, sulle stime del costo della raccolta effettuata dalle banche del panel.

COSA CAMBIA PER I CITTADINI Quali le conseguenze per i mutuatari? Come spiega sempre Il Sole 24 Ore, trattandosi di un cambio di metodo di calcolo e non di una vera e propria sostituzione del tasso, non dovrebbe essere necessario aggiornare i contratti in vigore. Le differenze di valore fra i vecchi e i nuovi tassi che emergono dai test sembrano minime (in media comprese fra 1 e 5 punti base) e a favore dei mutuatari. 

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Comprare casa conviene: i tassi restano vantaggiosi e i prezzi calano

Nonostante le incertezze economiche i tassi dei mutui dovrebbero restare convenienti mentre negli mesi i prezzi delle case stanno continuando a scendere.

Accendere un mutuo conviene ancora. Nonostante l'andamento claudicante dell'economia e le incertezze a livello europeo e mondiale (in primis l'incognita Brexit) chiedere un finanziamento per comprare casa può essere ancora un affare, almeno nella prima metà del 2019 e forse anche oltre grazie a dei tassi previsti ancora piuttosto convenienti.

In poche parole, da qui fino all'estate si potrebbero ottenere mutui con valori compresi fral’1,20% e l’1,50% per un tasso fisso a 20 anni e tra ’1,90% e il 2,00% per un tasso fisso a 30 anni. Per quanto riguarda un tasso variabile, invece, si potrebbe puntare allo 0,40% o, al più più, allo 0,60%. Una cosa, però, è sicura: così come già accaduto nel 2018, secondo gli esperti la stragrande maggioranza di chi comprerà un immobile si affiderà al buon vecchio tasso fisso. 

Ma i tassi dei mutui potrebbero non essere l'unico motivo valido per comprare caso. Secondo i dati emersi del documento  “L’economia italiana in breve” preparato periodicamente dalla Banca d’Italia, in Italia crescono le compravendite di immobili ma continuano a diminuire i prezzi, un trend che conferma quello del 2018 e che dovrebbe continuare nel 2019.

Nel corso dell'anno scorso, infatti, i prezzi hanno registrato un’ulteriore, seppur lieve flessione. Il dato, però, non è uniforme: in alcune città del centro-nord, per esempio, si è registrato addirittura un leggero aumento: il mercato pare quindi essersi "stabilizzato", almeno in una fetta di Paese.

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