Mercoledì, 29 Gennaio 2020

Un disimpegno... impegnato: ecco come sfruttare al massimo il corridoio

Corridoi lunghi e inutilizzati? C'è il modo per trasformarli in spazi eleganti e soprattutto utili. Ecco il nuovo progetto di Iconaservice

Il corridoio è spesso uno spazio poco sfruttato e trascurato ma che allo stesso tempo troviamo in tantissime abitazioni, soprattutto in quelle costruite fino a qualche decennio fa, quando il concetto di open space non aveva ancora preso piede.

Spesso viene considerato solo un luogo di passaggio, quasi uno spazio di “serie b”, quando invece rappresenta un piccolo biglietto da visita per gli ospiti oltre che uno spazio che può rivelarsi sorprendentemente prezioso. Esistono infatti degli escamotage per trasformare il disimpegno da uno spazio anonimo a uno utile ed elegante.

Il primo è quello di realizzare su un lato una parete attrezzata con mobili salvaspazio capaci di sfruttare fino all’ultimo centimetro di un muro che sarebbe altrimenti sprecato. Nello spazio ricavato, nascosto da pratiche ante, è possibile ricavare mensole e scomparti dove conservare accessori per la casa.

Un’alternativa è rappresentata dalla realizzazione di un piccolo soppalco non calpestabile: anche in questo caso si ricava uno spazio molto utile per conservare oggetti di uso non prettamente quotidiano.

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Mutui, gli italiani preferiscono il tasso fisso a 20 anni

L'Osservatorio di MutuiOnline.it ha pubblicato l'analisi riguardate il 2019: l'89,4% degli investitori ha puntato sui mutui a tasso fisso.

Ventennale e a tasso fisso. È questo il mutuo preferito dagli italiani secondo l'Osservatorio di MutuiOnline.it che ha analizzato i trend del mercato nel 2019.

Dal report, infatti, emerge un dato chiaro: la durata ventennale resta la modalità preferita, sia sul fronte delle richieste che su quello delle erogazioni. "Nell’ultimo trimestre dell’anno il 38,5% ha preferito un mutuo dalla durata ventennale. In totale i mutui ventennali erogati nel 2019 rappresentano il 37,7%; in seconda posizione si piazzano i mutui della durata di 30-40 anni (19,3%)".

Facile, invece, capire perché il tasso fisso è risultato vincente rispetto a quello variabile: il 2019 è stato l'anno dei tassi record grazie alla politica monetaria della Bce, in particolare alle ultime mosse di Mario Draghi prima di lasciare Francoforte. Così i mutui a tasso fisso consolidano la cima della classifica e nell’ultimo trimestre dell’anno raggiungono un risultato senza precedenti: "gli erogati nel quarto trimestre del 2019 rappresentano, infatti, il 91,7% del totale (nel terzo trimestre 87,6%) seguiti da quelli a tasso variabile (7,4%). Complessivamente, nel 2019 l'89,4% degli investitori ha puntato sui mutui a tasso fisso; il 9,3% sui mutui a tasso variabile".

Ma il 2019 è stato anche l'anno della surroga. Le richieste di sostituzione e surroghe del mutuo hanno toccato il  55,6%, in netto aumento rispetto al 47,8% del 2018. Meglio aveva fatto solo il 2015 con il 60,2%. "Nell’ultimo trimestre dell’anno le domande per sostituzione o surroga hanno raggiunto il 68,1%, soprattutto sull'onda del calo dei tassi su nuovi minimi storici dopo le misure monetarie avviate dalla BCE in settembre".

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Economist contro il mercato immobiliare: "Ossessione per la casa è la rovina dell'Occidente"

Il noto settimanale inglese analizza una serie di fattori che avrebbero danneggiato l'economia europea e statunitense negli ultimi anni.

Comprare casa? Un'ossessione che ha causato la rovina delle economie occidentali. La sentenza arriva direttamente dall'Economist: secondo il noto settimanale britannico, infatti, "la combinazione di poche case e prezzi alti ha da un lato depauperato l’investimento di chi comprava e impoverito chi non ha potuto acquistare e si è trovato a scegliere tra pagare affitti altissimi".

L'articolo, intitolato “Home ownership is the West’s biggest economic-policy mistake”, ha ovviamente sollevato un gran polverone e analizza tutti una serie di fattori (come poche case, prezzi alti, l'accumulo del debito ipotecario, gli affitti elevati e il conseguente problema sociale) che avrebbero causato grossi problemi all'economia statunitense in primis, ma anche a quella europea. 

Il primo esempio è quello della Grande Recessione degli Stati Uniti d’America nel 2007-2008 causata dallo scoppio della bolla immobiliare che ha portato all’insolvenza di molti titolari di mutui subprime con il conseguente rialzo dei tassi di interesse. C'è poi il problema attuale dei prezzi: secondo l'Economist, infatti, rispetto agli anni Sessanta e Settanta oggi si costruiscono meno case il che porta ad avere prezzi degli immobili più alti che in pochi riescono a permettersi.

L'aumento dei prezzi sarebbe causato, sempre secondo il settimanale economico dalla diffidenza verso le politiche di sviluppo nell’area circostante la propria residenza, un atteggiamento di "chiusura" che provoca un ulteriore aumento dei prezzi. Infine anche l'aumento degli affitti sarebbe un grosso problema per le economie occidentali: i canoni troppo elevati, specie nelle grandi città, hanno ostacolato o anche impedito a molte persone di trasferirsi nelle metropoli dove si trovano possibilità di studio e formazione ma anche i lavori più produttivi e qualificanti. Tutto questo ha rallentato la crescita in tutta Europa.

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