Stop ai pezzi di ricambio introvabili: l'Unione Europea lancia il "Diritto alla riparazione"
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Col nuovo Regolamento UE è obbligatorio per i produttori mettere a disposizione I pezzi di ricambio ANCHE dopo che un prodotto è stato ritirato dal mercato.
"Si può riparare, ma il pezzo di ricambio non è più in commercio". Quante volte avete sentito questa frase quando siete stati costretti a riparare la vostra lavatrice o il frigorifero? Spesso si era così "obbligati" a buttare il proprio elettrodomestico, magari comprato solo pochi anni prima, e a comprarne un nuovo. Ma adesso questo non succederà più.
Il nuovo regolamento dell'Unione Europea
A partire dal primo marzo, infatti, i cittadini europei possono godere del "diritto alla riparazione" grazie al Regolamento 2021/341 approvato dall’Unione europea a sostegno della cosiddetta economia circolare, quel sistema che punta alla totale ecosostenibilità. La novità coinvolge diverse tipologie di elettrodomestici e prodotti di elettronica di consumo.
Ma che significa? Da oggi in poi è obbligatorio per i produttori mettere a disposizione “alcuni pezzi di ricambio per diversi anni dopo che un prodotto è stato ritirato dal mercato”. Si pensi a porte, cerniere o sigilli che sono considerati oggetto di interventi alla portata di tutti. “Il tempo massimo di consegna per tutti questi pezzi è di 15 giorni lavorativi dall’ordine”. I produttori devono inoltre rendere disponibili i manuali tecnici per i professionisti.
Lavatrice, frigo e tv sì, ma non smartphone e pc
Le nuove norme si applicano a lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi e schermi, compresi i televisori. Al momento sono, invece, esclusi smartphone e computer portatili. L’obiettivo dell’iniziativa è chiaro: si cerca di contrastare l’obsolescenza programmata e supportare l’economia circolare ed ecosostenibile. Riparare gli elettrodomestici significa allungarne il ciclo di vita e, dunque, ridurre l’impatto ambientale derivante dai rifiuti elettronici.
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